La Nave di Teseo
di Roberto Pecchioli
È l’epoca degli ultimi uomini in un doppio senso. Ultimi in quanto un pugno di criminali ha previsto un futuro transumano, da animali e propaggini della tecnologia. Ultimi perché indegni della scintilla divina, folla indistinta nell’alveare urbano, incapaci di percepire la perdita di identità, massa che vede bianco e dice nero, se questa è la volontà del domatore.
L’ideologia dominante è sempre l’ideologia della classe dominante. Marx azzeccò molte diagnosi, equivocandosi sulla prognosi e sulla terapia. Su questo punto l’autore de “Il Capitale” non sbagliava. È inutile guardare al presente con la lente deformante del complottismo, deplorare il “marxismo culturale” come sentina di ogni male o rimpiangere i bei tempi andati del liberalismo conservatore, un ossimoro per un’ideologia che fa del cambiamento continuo la sua ragion d’essere. Joseph Schumpeter parlò di distruzione creatrice, John M. Keynes di spiriti animali. La verità è che il capitalismo globalista vincente sta modellando il mondo a sua immagine e che – conoscendo la naturale opposizione dei popoli alle sue ricette – lavora attivamente per cambiare noi, la trascurabile maggioranza.
Il suo è un progetto antropologico di lungo periodo che conduce alla formazione di un’umanità nuova, l’uomo-trans. Tran-sessuale nelle pulsioni, trans-nazionale nella tensione cosmopolita, transumano nella sostanza, ibridato con la macchina e sottratto alla sua essenza naturale. La domanda è: l’uomo della terza decade del Terzo Millennio è ancora tale o è una specie nuova?…