L’Uomo occidentale si sente sradicato, ha dimenticato il suo “Hara”
Quando l’uomo nasce, è radicato in un punto particolare, in un particolare chakra, o centro, che è l’ombelico. I giapponesi lo chiamano “hara” da cui il termine “hara-kiri” che significa suicidio.
Letteralmente l’espressione significa uccidere lo hara, la spina dorsale, il centro. Hara è il centro: il significato di harakiri è distruggere il centro. Ma in un certo senso tutti noi abbiamo compiuto harakiri. Non abbiamo ucciso il centro, ma l’abbiamo dimenticato. Oppure non ce ne siamo mai ricordati.
È lì che aspetta, e noi siamo andati alla deriva sempre più lontani da esso. Quando nasce un bambino, è radicato nell’ombelico, nello hara, vive attraverso lo hara. Osserva un bambino quando respira: il suo ombelico va su e giù. Respira con il ventre, vive con il ventre, non con la testa, non con il cuore. Ma a poco a poco dovrà andarsene lontano, alla deriva. Dapprima svilupperà un altro centro, il cuore, ovvero il centro dell’emozione. Imparerà l’amore, sarà amato, e così questo altro centro si svilupperà. Questo centro però non è il vero centro, è un surrogato…