Un Virus ancora poco “umano”
Intervista di Gioia Locati al professor Stefano Petti
Un’intervista al professor Stefano Petti, epidemiologo al Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza di Roma, che ribalta le percezioni correnti sul Coronavirus.
– Professore quanto si sta diffondendo il SARS-CoV-2?
“All’8 marzo l’incidenza (il numero di casi) in Italia è 6 x 100.000, in Corea è 14 x 100.000 (dati Korea Centers for Disease Control), oltre il doppio che da noi. Tuttavia, più un virus si diffonde, più si adatta all’uomo e diventa meno pericoloso. Infatti, più alta è l’incidenza, minore è la pericolosità, si è visto anche in Cina: il 5 febbraio, il momento in cui la diffusione del virus era massima, la pericolosità era ai minimi. Lo stesso sta avvenendo in Corea dove la letalità è eccezionalmente bassa, muoiono solo 7 malati ogni mille”.
– Cos’è la letalità?
“Indica il numero dei decessi in rapporto ai malati, viene spesso erroneamente chiamata mortalità, che è invece il numero dei morti rispetto alla popolazione generale (all’8 marzo la mortalità da COVID-19 in Italia è di una persona ogni centomila, una probabilità minima se pensiamo che la mortalità per influenza…