Il Pensiero Creatore
di Mariabianca Carelli
L’individuo non ancora “risvegliato” crede sia suo diritto “pensare ciò che vuole”; egli lascia aperta la porta della mente ad ogni contenuto, anche se debilitante o degradante: odio, tristezza, vendetta, meschinità….
Si lamenta a volte della qualità dei suoi pensieri e dell’incostanza della sua mente. Dice: “non riesco a focalizzare l’attenzione”; “il tempo della mia concentrazione è breve”; “sono assediato da pensieri importuni”; “non so come liberarmi da alcuni pensieri”. Si sente una “vittima” della sua mente e, talvolta anche con un certo compiacimento, afferma di… “non poter farci nulla”.
Ciò che si rileva è che spesso il mondo del pensiero viene subìto invece che agito; è legato a sentimenti di impotenza e di “coabitazione forzata”, quasi fosse una dimora mentale che non ci siamo scelti e che spesso ci opprime. In realtà, pensiero e desiderio costruiscono il destino. Si afferma nelle Upanishad: “L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”…