Origini umane e tracce di possibile intervento biogenetico
di Pietro Buffa
Le origini della vita sulla Terra e in modo particolare dell’essere umano sono, allo stato dell’arte, argomento di discussione di due scuole di pensiero dominanti da sempre contrapposte tra loro: da una parte troviamo i tenaci sostenitori dell’evoluzionismo, mentre dall’altra abbiamo gli altrettanto irremovibili seguaci della tradizione religiosa creazionista.
Attraverso l’interpretazione dei dati scientifici a disposizione, gli evoluzionisti indicano che tutte le specie viventi sono legate da una relazione di parentela e condividono antenati comuni. L’accumularsi di mutazioni genetiche favorevolmente selezionate dall’ambiente, porta le specie a modificare nel tempo le proprie caratteristiche biologiche, proprio com’è accaduto all’Homo sapiens, che in maniera del tutto analoga agli altri organismi, va considerato come l’attuale risultato di un naturale processo evolutivo.
I creazionisti attribuiscono invece a Dio la creazione del tutto e sulla base di una tradizionale lettura teologica del primo libro della Bibbia, la Genesi, ritengono che ogni forma di vita che oggi osserviamo, sia apparsa sulla terra così come Dio la volle in origine. Nessuna relazione di parentela tra le specie sarebbe dunque plausibile e l’idea che queste possano autonomamente modificarsi nel tempo, fino a generare addirittura nuove varietà (speciazione), risulta inaccettabile…