L’unico Vero Maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno
di Giuliana Conforto
Riportiamo l’ultimo dialogo tra il filosofo nolano Giordano Bruno e Sagredo, così come citato nel libro “La futura scienza di Giordano Bruno e la nascita dell’uomo nuovo”, di Giuliana Conforto. Un dialogo che rappresenta la visione di Bruno e dell’uomo nuovo, che egli già intravedeva secoli or sono. Un inno alla ricerca della Verità e del Maestro interiore.
Nell’angusto, buio e lungo corridoio delle carceri di Castel Sant’Angelo, si odono passi che segnano l’avvicinarsi di ospiti ai condannati prossimi all’esecuzione. Con un forte rumore di chiavi si apre la pesante porta della cella ove è rinchiuso il condannato al rogo: Giordano Bruno; è lì, steso su un rude pagliericcio, mentre i suoi occhi lucidi, fermi e sereni si illuminano di gioia e di tenerezza alla vista dell’ospite.
“Sagredo, mio giovane amico!” esclama il grande filosofo. I due si abbracciano; il guardiano esce in silenzio, richiudendo dietro di sé la porta della nuda e umida cella.
“Corri gravi rischi, figliolo. L’inquisizione non ha simpatia per chi ha simpatia per gli eretici”.
“Maestro, non potevo non salutarvi”. Il giovane nasconde a stento l’emozione di trovarsi di fronte al grande saggio, ormai prossimo all’esecuzione della feroce sentenza…