Strumenti del Male, Strumenti del Bene
di Francesco Lamendola
Il bene e il male di origine umana non sono solamente frutto di comportamenti quotidiani o di slanci improvvisi, non scaturiscono solo da atteggiamenti spontanei: esiste il modo di organizzarli, disciplinarli e moltiplicarne l’efficacia.
L’uomo moderno, figlio di una civiltà materialista (e già questa è un’insanabile contraddizione: non è mai esistita, prima di essa, alcuna civiltà materialista) si è scordato, fra le altre cose, di una verità molto semplice: che nessun uomo, contrariamente a ciò che dice uno dei primi filosofi della modernità, G. W. Leibniz, è una monade senza porte e senza finestre.
Nessun essere umano vive per se stesso, chiuso e isolato nella propria bolla esistenziale, separato dagli altri; tutto al contrario, non c’è nulla di ciò che egli fa, dice e perfino di ciò che pensa e sente, che non entri nel circolo della vita universale e non agisca, e sia a sua volta agito, dalla vastissima e complessa trama energetica e spirituale che si crea dall’interazione incessante degli enti. La quale interazione, dal punto di vista morale, non è mai neutra, né a somma zero: al contrario, è orientata verso il bene o verso il male, a seconda che prevalgano i sentimenti, i pensieri, le parole e le azioni buoni o quelli malvagi…