Tutte le sfaccettature della Chiaroveggenza
Per poter parlare compiutamente di chiaroveggenza bisogna, per prima cosa, chiarire il significato specifico del termine. È fin troppo facile, infatti, equivocare. Essa è la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi, soggetti od oggetti, attraverso una percezione extrasensoriale di tipo visualizzativo.
Tali fonti possono essere lontane nel tempo o nello spazio, oppure occultate, ed in ogni caso non visibili naturalmente, tanto da non poterne attribuire l’acquisizione ai cinque sensi naturali. La parola deriva dal francese clairvoyance, e significa ‘visione chiara’, termine composto dal latino clarus, ‘chiaro’ e videre, ‘vedere’.
In base alla tipologia del contesto in cui viene utilizzato, il termine finisce fin troppo spesso per essere inteso non letteralmente, cioè non come percezione di tipo visivo, ma come acquisizione generica di conoscenza. Tuttavia, il fenomeno paranormale per il quale un individuo ha percezione non esclusivamente visiva di un avvenimento, di cose materiali o successivi obiettivi, più o meno distanti nello spazio o nel tempo, ha un altro nome, si chiama ‘telestesia’ (sensazione a distanza), ed è un termine che fu ideato nel XIX secolo da Federico Myers…