Inferno
di Vincenzo Bilotta
Dell’inferno con le sue pene ce ne hanno parlato fin troppo preti e suore a scuola, in chiesa, al catechismo… Ce lo hanno descritto come un luogo tremendo, di tremenda sofferenza, dove ognuno di noi sarà destinato, notate bene il “sarà”, dopo la morte e se avrà vissuto da peccatore senza pentirsi.
Quello del quale vi parlerò io oggi, in questo articolo che state leggendo, ha a che fare con il vero inferno, quello che la maggior parte delle persone si trova a vivere e sperimentare, causa profonda inconsapevolezza, in un periodo di profonda crisi vissuta per vari motivi (lutti, abbandoni, violenze subite, perdita o mancanza del lavoro, ricerca della propria vera identità e della propria strada nella Vita) in questa dimensione spazio-temporale, non quando trapasserà; quello è argomento di cui si occupano la chiesa e la metafisica.
L’inferno, nel senso in cui lo intendo io, è uno stato mentale focalizzato in maniera ossessiva sui problemi e non sulle soluzioni, sui probabili disastri che si potranno vivere in un ipotetico apocalittico futuro. Vive l’inferno anche chi non ha il coraggio di cambiare un lavoro che non lo soddisfa, di lasciare un partner che lo tormenta, di allontanare le persone negative che nulla gli danno ma, lungi da ciò, tutto gli tolgono, energie comprese….