“Che Te lo Dico a Fare?”
di Roberto Pecchioli
“Che te lo dico a fare?” Così sbottava in dialetto mia nonna, dopo aver constatato che parole, consigli e insegnamenti non avevano per nulla scalfito il nipote preferito.
Subito dopo, con aria offesa, si chiudeva nella sua stanza. Allora ne ridevo, adesso, a distanza di oltre mezzo secolo, la capisco: “tutti i tempi vengono (basta saperli aspettare)”… un’altra delle sue perle.
Che te lo dico a fare, amico lettore? Soprattutto, che cosa resta in questo mondo capovolto, dell’impegno tenace, disperato, di chi conduce a mani nude una battaglia di idee e principi destinata all’indifferenza? Perché lottare, ognuno con le forze e le armi che ha – le mie sono una tastiera e la clemenza di chi legge – se nulla cambia, o meglio, tutto cambia nella direzione opposta a quella che in coscienza ci sembra giusta?
Meglio godersi il sole d’inverno, il tepore della passeggiata di Nervi, mattoni rossi sul mare, di sotto la scogliera, dietro la meraviglia verde dei parchi. Meglio ringraziare Dio di un altro giorno di vita e salute. Per il resto, fate voi, passo il testimone. Io sono prossimo al ritiro per incompatibilità ambientale. Divorzio dal mio tempo per crudeltà mentale. La mia, ovvio, poiché non resta che una conclusione: ho torto…