L’Estate, il Viaggio… la Ricerca di Dio
di Antonio Socci
L’estate è un tempo metafisico non solo per chi sceglie come mèta la bellezza solitaria delle montagne o il silenzio degli eremi (sempre più ricercati) o la tranquillità degli agriturismi. È un tempo metafisico perché è la stagione del viaggio, del sogno, dell’altrove, dell’uscita dal tempo e dallo spazio consueti.
Perciò è anche il tempo della fuga, di una parvenza di “liberazione dalle catene” e dai pesi del quotidiano. O magari – in tempi di ristrettezze economiche – è (quantomeno) la fantasia della fuga (che non costa niente…)
In ogni caso il viaggio è la migliore metafora della vita. Tanto è vero, che la troviamo nel linguaggio corrente della gente comune, ma pure all’origine (letteraria) della nostra civiltà giudaico-cristiana e greco-latina.
Gli archetipi sono il viaggio di ritorno a casa di Ulisse, il viaggio di Enea con una grande missione da compiere (la fondazione di Roma). Oppure il viaggio verso l’ignoto di Abramo, chiamato da Dio, cioè dal Mistero, dal Destino, verso un orizzonte sconosciuto e più grande (lui che era un uomo ricco e benestante)…