Consolidamento
Consolidamento. È questa oggi la parola d’ordine.
Se all’inizio fu necessario uno shock per distruggere il conosciuto senza che nessuno osasse ostacolare il processo di ricostruzione, oggi, mattone dopo mattone, tassello dopo tassello, le basi debbono essere rinforzate, i bastioni resi ancor più inespugnabili.
Il nuovo ordine, edificato con enorme sforzo propagandistico e con un dispiegamento di forze inaudito, deve ora necessariamente cristallizzarsi, amalgamarsi con la vita, riplasmare abitudini e quotidianità, passare da straordinario ad ordinario.
Nella cementificazione del paradigma autoritario odierno, in cui si rigenerano istituti anacronistici che sembravano sepolti nei meandri polverosi della storia, il conflitto in Ucraina ricopre sicuramente un ruolo chiave. In un momento in cui la narrazione pandemica, tra lasciapassare e punture forzate, sembrava oramai aver smarrito la sua vis originaria, il cambio di rotta bellico sembra più che mai funzionale a corroborare l’ordine costituito, a soffiare sul fuoco della perenne emergenza, a non perdere il terreno sino ad oggi conquistato…