Di chi è la voce che ci chiama per nome, nella notte? Da quale mondo arriva?
di Francesco Lamendola
Questa notte, di colpo, una voce mi ha chiamato nel perfetto silenzio delle ore morte, quando la stanchezza getta la maggior parte dei viventi nei regni misteriosi del sonno, ove è difficile separare la realtà dall’immaginazione.
Non aveva particolari inflessioni; non si capiva con certezza neppure se fosse maschile o femminile, anche se qualcosa mi diceva che doveva essere una voce di donna. Mi ha chiamato per nome, una volta sola, ma con una nitidezza, con una intensità struggenti: più che una chiamata, sembrava una invocazione, un appello.
Dormivo e sognavo: che cosa stessi sognando, non lo so; non ricordo quasi mai i sogni della notte. Ma di una cosa sono certo – nella misura in cui si può parlare di certezze, entro le regioni umbratili del sonno – che quella voce, quella chiamata, quell’appello, non faceva parte del sogno. Qualunque cosa stessi sognando in quel momento, la voce non proveniva da esso, ma da altrove: dal di fuori, qualsiasi cosa possa significare quest’ultima espressione…