Restare a galla anche nel Mare in Tempesta
La vita ci fa avere in continuazione sbalzi di umore: su e giù, su e giù… in continuazione. Ma più l’anima rilascia i propri residui emotivi, purificandosi da tutte le scorie dei vecchi traumi e dei sentimenti antivitali, e più gli sbalzi si attenuano.
Allora i nostri sbalzi d’umore non disegnano più grafici di montagne alte ed appuntite, ma di colline morbide e basse. Questo significa che più ci evolviamo, più impariamo il distacco e l’equanimità nelle varie esperienze della vita. Nel miei lunghi anni di malattia potei imparare che, nonostante tutte le burrasche, rimanevo comunque sempre a galla, come un ciocco di legno trasportato dalla corrente. Anche se il corpo non funzionava bene, io c’ero. Sì, a volte, le “onde alte” della vita mi facevano fare un tuffo sott’acqua, ma subito dopo ritornavo a galla, e riprendevo il mio respiro.
Questo significa imparare “a nuotare” nel mare burrascoso della vita. E più si fa pratica, più ci si accorge che se siamo rigidi e facciamo resistenza, torniamo sott’acqua; mentre, se rimaniamo morbidi e ci facciamo trasportare “dalla corrente”, rimaniamo sempre a galla, come quando al mare facciamo “il morto”…