Bauman: addio Umanità, schiavizzata da un’Élite di Parassiti
“Le opere di Bauman sono un tesoro cui attingere per comprendere le ingiustizie del tempo presente, denunciarle, e se possibile, combatterle”.
Così Angelo d’Orsi ricorda il grande sociologo polacco Zygmunt Bauman recentemente somparso (2017): “Il messaggio che ci affida è appunto di non smettere di scavare sotto la superficie luccicante del ‘mondo globale’, come ce lo raccontano media e intellettuali mainstream, che non solo hanno rinunciato al ruolo di ‘legislatori’, trasformandosi compiutamente in meri ‘interpreti’, ossia tecnici, ma sono diventati laudatores dei potenti”.
Nato a Poznan nel 1925, Bauman aveva attraversato il “tempo di ferro e di fuoco” dell’Europa fra le due guerre, “tra nazismo, stalinismo, cattolicesimo oltranzista, antisemitismo”. Di origine ebraica, “si era allontanato dalla sua terra, per sottrarsi proprio ad una delle tante ondate di furore antiebraico, che da sempre la animano”…