I “cinque” Comandamenti
Esistono alcuni “Comandamenti” che se seguiti e correttamente esercitati nelle nostre vite quotidiane, ci permettono un grande progresso spirituale, contribuendo non solo alla nostra intima auto realizzazione ed illuminazione personale, ma anche, e questo è davvero importante, a produrre un forte impulso evolutivo nell’intera comunità umana.
Questi “Comandamenti” abbracciano la tripla natura, mentale, astrale e fisica dell’uomo, e sono universali ed atemporali, valendo in ogni epoca della storia umana. Essi sono: l’innocuità, la veracità, il non rubare, la continenza e il non essere avari. Il primo Comandamento “l’innocuità” riassume in realtà tutti gli altri. Riguarda l’energia che l’individuo esprime per mezzo dei suoi tre corpi (fisico, astrale e mentale), con la quale deve arrivare a non danneggiare ne ferire nessuno, quindi né con il pensiero, né con il sentimento, né attraverso le azioni fisiche. La qualità dell’innocuità è poderosa e non possiamo dimenticarla mai. Ce la insegnarono Cristo ed anche il Buddha, quando disse: “Se siete maestri in questa virtù siete già nel Regno di Dio”, e molti di noi, fortunatamente sono già consapevoli di questa responsabilità.
A volte con una parola, una maniera di parlare, di guardare, oppure criticando e sottovalutando il nostro interlocutore, produciamo emanazioni nocive verso gli altri ed anche verso noi stessi. Perchè possiamo essere molto gentili ed affettuosi con gli estranei e con gli amici, ma essere al contempo molto duri con quelli che ci sono più prossimi? perchè con i nostri familiari siamo noi stessi ed esprimiamo la nostra vera natura, che si scopre appunto quando ci troviamo nell’intimità della casa, parlando a nostra moglie, a nostro figlio, a nostro fratello, ecc. Quando un uomo invece ha assimilato questa qualità o virtù, il clima intorno a lui è di amore e concordia. Così, ad esempio, in presenza di un Maestro che emana un’ineffabile innocuità, l’atmosfera si carica di amicizia tra tutti gli esseri presenti, di tutti i regni.
Veniamo alla seconda virtù, la “veracità”. Essa non si riferisce solo alla sincerità e al fatto di non mentire mantenendosi entro il confine dell’etica comune, ma anche alla capacità e al potere del proprio linguaggio. Chi si perfeziona infatti nell’essere verace, osserva immediatamente l’efficacia delle proprie parole e dei propri atti. Esiste un’unica Verità, questo è certo, ma per l’uomo che evolve esistono molti livelli diversi di verità. E questo si deve alle nostre limitazioni e alla nostra incapacità di conoscere le vere Cause-Radici di ogni fenomeno. La virtù che dobbiamo perciò praticare è prima di tutto la comprensione, poiché ognuno ha una propria maniera di capire la verità. Non dobbiamo quindi interferire nelle credenze degli altri, ma piuttosto portare a termine le nostre trasformazioni. Dobbiamo ricordare inoltre che una delle peggiori malattie della nostra attuale civiltà, è la costante critica che dirigiamo verso tutto e verso tutti, che è tanto pericolosa per i piani sottili, perchè provoca un inquinamento invisibile nel pianeta.
Per quanto riguarda il “non rubare”, si può in generale affermare che l’uomo giusto non si debba appropriare di ciò che non gli appartiene. Questo concetto abbraccia però qualcosa di più del mero appropriamento indebito e vuole indicare un concetto più ampio, che comprenda anche il non rubare nei piani emozionale e mentale. Perciò colui che realmente aspira alla propria evoluzione ed auto realizzazione, non sottrae niente, né reclama benefici emozionali, come amore o favoritismi, né li assorbe quando non gli appartengono. Ripudia ogni beneficio intellettuale e non reclama popolarità o una reputazione ingiustificata, ma aderisce strettamente a ciò che gli compete. A volte invece rubiamo i pensieri di altri, presentandoli come se fossero nostri, e questo rappresenta sicuramente una forma sottile di furto sul piano mentale. Al contrario attribuire gli insegnamenti o le informazioni che abbiamo acquisito, al legittimo autore o detentore, è indice sicuro di onestà e maturità spirituale.
Incontinenza significa dissipazione della vitalità, “continenza” acquisizione di energia. Il potere di creare nel piano fisico e di perpetuare la specie, è l’azione più elevata di cui l’uomo sia capace. La dispersione quindi del proprio potere vitale e l’incontinenza in una condotta di vita libertina, da questo punto di vista, rappresentano un elemento negativo, soprattutto nella vita di una persona che voglia seguire un percorso di tipo spirituale. L’incontinenza indica infatti come non si sappia riconoscere né apprezzare l’atto della procreazione. Dimostra inoltre l’incapacità di resistere a desideri e piaceri inferiori e un basso livello di autocontrollo. Questa virtù della “continenza” è in sintesi strettamente connessa con il controllo della natura astrale dell’uomo, e per questo è una qualità molto difficile da praticare. Non è tuttavia necessaria né desiderabile l’astensione totale dal sesso, bensì una forma di autocontrollo. Abusarne inopportunamente per chi pretende di avanzare sul Sentiero della Maestria, rappresenta quindi un vero controsenso.
Il quinto, ma non ultimo, di questa serie di comandamenti, il “non essere avari”, indica come dobbiamo essere in grado di vedere e godere di tutto ciò che è bello, senza sentire l’istinto di possederlo. Normalmente siamo abituati ad accumulare nelle nostre case tantissimi oggetti, che restano per lo più inutilizzati; ma la verità è che quanto più possediamo beni materiali tanto più saremo posseduti da essi. Per questo motivo dare significa rimanere liberi, mentre ricevere ed accumulare vuol dire restare condizionati e soggiogati.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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