L’uomo non conosce sé stesso
Ciò che è veramente importante ed essenziale nella vita di un uomo, è un’approfondita conoscenza di sé stesso.
Un uomo può avere svariate conoscenze, può essere un capo di stato o una personalità molto influente, ma in realtà se non conosce sé stesso, se non conosce un’ampia parte del suo vero Essere, sarà sempre come una zattera di legno che galleggia nel mare alla deriva delle onde, poiché qualunque stato psicologico interiore lo potrà vincere. Sarà preda dei suoi scatti di ira, della sua gola, della lussuria, dell’invidia o di qualunque altra pulsione negativa che potrà sorgere in lui in un dato momento. Per questo motivo la vera forza di un uomo si misura da ciò che ha dentro e non da ciò che appare fuori. Dicono i grandi Saggi che la grandezza e la forza di un uomo siano dati dalla capacità che questo abbia di governare sé stesso. E tale capacità nasce necessariamente da due fattori. Il primo di questi consiste nel conoscere bene la propria doppia natura umana e divina; il secondo nasce dal proposito fermo e sincero di lavorare su di sé, per evolvere coscientemente e rapidamente e raggiungere il vero obiettivo del proprio Essere.
Ogni essere umano tuttavia durante la propria vita commette molti errori (come è normale che sia), a causa della imperfetta condizione umana. Purtroppo ogni errore fatto, ogni abbaglio preso, ha come risposta e conseguenza la sofferenza e il dolore, e questo è molto triste se si pensa che ci sono uomini che commettono gli stessi identici sbagli tutta la vita. Ma qual’è il problema, qual’è la vera Causa della sofferenza dell’uomo? è il non riconoscere che ci siano forze soggettive che agiscono in lui, il non comprendere l’origine dei propri difetti, e conseguentemente il non sapere come risolvere vittoriosamente la propria perenne battaglia. Bisogna quindi, e prima di tutto, essere coscienti che esistono istinti, forze, entità, falsi io, ecc. che dalle profondità più inconsce dell’uomo, tentano continuamente di impadronirsi della sua vitalità, della sua divinità, agendo in innumerevoli occasioni, attraverso i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue azioni, ovvero attraverso la sua personalità.
Dentro l’uomo esistono in generale due grandi forze contrapposte. La prima è involutiva e tenta di esprimere l’aspetto materiale della forma, l’aspetto inferiore della materia. La seconda è evolutiva e trasmutatrice ed è originata dallo Spirito che tenta di attrarre a sé l’anima in evoluzione. Il problema dell’essere umano è che si trova in mezzo a queste due grandi correnti di energia, e proprio questo rappresenta la vera Causa di tutte le sue crisi, tensioni e conflitti, ma contemporaneamente il mezzo necessario per avanzare e realizzarsi.
Come norma fondamentale, inoltre l’essere umano pensa sempre di essere innocente e che tutto quello che succede di negativo nel mondo, sia sempre imputabile ad altri, escludendo sé stesso come “Causa generatrice”. Tutti noi abbiamo in sostanza una grande abilità nel dimenticare che la società è il risultato della somma degli individui che ne fanno parte, e che di conseguenza parte di quelle colpe dovranno essere per forza anche nostre. Quindi se vogliamo veramente cambiare quello che vediamo di spiacevole nel mondo, dobbiamo incominciare proprio da noi stessi e per far questo è necessario prima di tutto conoscersi. Per lo più invece la gente ignora gli aspetti della propria interiorità, non sapendo come decifrarla.
Domandiamo a questo scopo a chiunque se sappia ad esempio dove si trovi il “generatore” delle proprie emozioni, se conosca da dove provengano gli istinti più primitivi e basilari della persona, o ancora se sia capace di trasformare o sublimare serenamente un impulso di gelosia o di collera, se sappia dove esattamente sia ubicata la coscienza, o ancora se sappia dove egli “va” veramente quando dorme, o se non abbia mai provato la forza bruta di certi impulsi interni. La maggioranza delle persone, ignora tutti questi aspetti interiori e benché si tratti spesso anche di ottime persone, caritatevoli e spirituali, nel loro interno più nascosto, si trova lo stesso, la semenza di tutti i demoni e di tutti i difetti umani. Quegli impulsi perversi stanno sempre lì in ognuno di noi, controllandoci in molte occasioni e producendoci, presto o tardi, sofferenze e dolore. Il riconoscimento di questi meccanismi è quindi il primo passo da compiere verso il cambiamento.
Quanti di noi non hanno provato almeno una volta nella vita, pur essendo persone responsabili e mature, il pentimento per delle azioni compiute, e di cui a posteriori non riescono a capacitarsi: uno scatto d’ira, una forza strana, un impulso incontrollato ecc. E’ chiaro che quella momentanea “assenza di saggezza” fu dovuta a qualcosa che ignoriamo di noi stessi e che non controlliamo. Chiameremo quel qualcosa i multipli “Io” della nostra personalità, che abitano nel nostro interno psichico.
“L’essere umano quindi non solo non si conosce affatto, ma soprattutto, e questo è davvero grave, ignora di non conoscersi”. In certe occasioni, amareggiati e stanchi di soffrire, sentiamo il desiderio di cambiare il senso della nostra vita, ma non sappiamo come fare, e finiamo per ripetere gli stessi errori. Ma fino a quando perpetueremo questa noiosa sequenza di drammi, commedie e tragedie, che costituiscono la nostra vita? Per rispondere e per capirlo dobbiamo avere ben presente che assolutamente tutte le circostanze che avvengono al di fuori di noi, nello scenario di questo mondo, sono riflessi di ciò che abbiamo dentro. “L’esteriore è il riflesso dell’interiore”, tutto fluisce da dentro verso fuori. Quando un individuo cambia interiormente e questo cambiamento è davvero profondo, allora anche le circostanze esteriori della vita mutano. Questo processo naturale di “allineamento” è determinato dalla cosiddetta “Legge di affinità Universale”.
Pertanto, se vogliamo effettuare un cambiamento radicale della nostra vita, la prima cosa che dobbiamo indagare è il livello del nostro Essere profondo, la cui voce soffochiamo in virtù di una condotta meccanica e volgare della vita. L’Auto-osservazione è lo strumento che abbiamo a disposizione per monitorarci, e che dovrà trasformarsi in un’abitudine quotidiana cosciente. Esistono molti livelli dell’Essere, ognuno differente dagli altri. Per capirlo possiamo immaginare noi stessi situati su un gradino di una lunga scala, che chiameremo “scala della vita”: più in basso troviamo gente peggiore di noi, più rozza, più meccanica; mentre più in alto si trovano persone migliori, più spirituali, più evolute. In questa scala, possiamo vedere chiaramente che benché tutti gli uomini abbiano sostanzialmente la stessa Divinità, ognuno la manifesta soltanto per quanto ha potuto svilupparla fino a quel momento. .
La personalità dell’uomo che è terrena si sviluppa e si svolge nella linea orizzontale della vita. Nasce e muore nel tempo lineare. Non si identifica quindi con l’Essere profondo, poiché l’Essere e i suoi livelli, non appartengono al tempo. Rimane dunque ben chiaro che titoli, gradi, onorificenze, posizione sociale ecc., che sono aspetti propri del mondo fisico, in nessun modo rivelano l’Essere interno o aprono il passaggio ad uno scalino superiore nei livelli dell’Essere.
Pertanto l’uomo si trova in ogni momento della vita, davanti a due vie alternative: una “orizzontale-meccanica”, e l’altra “verticale-cosciente” alla quale dobbiamo certamente tendere, se vogliamo evolvere spiritualmente. E’ possibile e giusto quindi sforzarci di trasformare le reazioni meccaniche della nostra personalità, mediante il vaglio logico di una mente serena e il controllo costante delle nostre emozioni e dei nostri impulsi interni. Tuttavia invece l’atteggiamento più diffuso nelle persone di fronte alla vita, consiste nel reagire meccanicamente e nell’essere sempre – benché non lo sappiano o lo neghino sempre – vittime delle circostanze. Quando qualcuno le adula, sorridono; quando le umiliano, soffrono. Insultano se vengono insultate, feriscono se vengono ferite. Non sono mai libere. I suoi simili hanno il potere di portarle dall’allegria alla tristezza, dalla speranza alla disperazione, e così via da uno stato all’altro come povere marionette. Basterà che ognuno osservi sinceramente sé stesso e constaterà almeno in parte, che quanto affermato risponde a verità.
Solo chi impara a trasformare le proprie reazioni meccaniche, si introduce nel “cammino verticale”. L’Essenza interna infatti per crescere ha bisogno di una presenza costante ed attenta della coscienza, e di un lavoro trasformatore che non ha niente a che vedere con il tempo, bensì con il proprio atteggiamento interiore verso i differenti avvenimenti e fatti della vita. La crescita dell’Essenza, dell’Essere è un compito spirituale che ha come fine ultimo, lo sviluppo completo del nostro potenziale cosmico.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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