La “Liberazione finale” dalla materia
Una credenza dice che l’uomo è eternamente condannato a nascere e morire.
Questa idea tuttavia è completamente erronea: un simile perpetuarsi di reincarnazioni risulta infatti assurda, se si considera che la Terra è solo uno degli innumerevoli mondi di preparazione, una delle tante scuole che, di tempo in tempo, si stabiliscono nel cosmo. Essa ebbe un principio e avrà una fine, mentre l’Anima umana sussisterà in eterno, dopo che la Terra e migliaia di altri pianeti simili, si saranno disintegrati.
E’ pur vero però, che la maggioranza degli esseri umani dovrà passare molte vite terrestri, molte reincarnazioni, prima di raggiungere la cosiddetta “Liberazione dalla materia”; ma una volta raggiunta quella tappa finale di evoluzione spirituale, non avrà più legami materiali e lacci terreni. Questo è il vero insegnamento che i vari “Maestri di Saggezza” hanno continuato a trasmettere per millenni.
La “Realizzazione Intima dell’Essere”, rappresenta il processo mediante il quale arrivare a questa Liberazione finale, che si ottiene con un arduo lavoro spirituale, di pulizia interna, trasmutazione e servizio. L’uomo potrà in sostanza liberarsi completamente dalla ruota di nascite e morti, quando conoscerà la Verità, poiché come disse il Cristo: “la Verità vi farà liberi”. Quando percepirà l’illusoria natura del mondo fenomenale e si convincerà che lo Spirito è l’unica realtà, solo allora l’anima comincerà a sciogliere i lacci che la sottomettono alla vita materiale, e l’uomo si convertirà in Maestro di Saggezza.
Quali sono dunque gli aspetti importanti da coltivare, per superare il ciclo delle incarnazioni? Una delle prime norme spirituali per l’aspirante, è quello di non lasciarsi trascinare dagli impulsi istintivi, che sorgono nel proprio interno. Questi impulsi involontari e inconsci della personalità sono infatti molto negativi, distruttivi, pericolosi, e pregiudicano gravemente l’ascesa evolutiva dell’individuo. Quando ci facciamo trascinare da questi impulsi, generalmente poi ci pentiamo e li consideriamo estranei alla nostra vera volontà e modo di essere; tuttavia il male compiuto resta, e quindi presto o tardi, a causa della “Legge del Karma”, dovremo saldare il conto. Sia che fossero parole di ira, emozioni negative, pensieri dannosi o azioni sbagliate, la vera questione è che furono lanciati verso altri esseri, seminando frutti negativi che prima o poi dovremo per forza raccogliere. E grazie a Dio, le conseguenze karmiche saranno lì, per permetterci di imparare.
Dobbiamo divenire perciò sempre più consapevoli e padroni della nostra interiorità, di ciò che la costituisce e di ciò che ne esce, facendo in modo che siano sempre e solamente gli impulsi veri della nostra Anima. In questo modo cominceremo ad essere davvero liberi e felici. A volte, alcune persone si chiedono perché la “Legge del Karma” sia tanto lenta, e tardi tanto nel suo compimento? perché ci siano persone che pur praticando il male durante tutta la vita, quasi tutto riesce loro bene, senza apparentemente soffrire delle conseguenze delle proprie malvagità, mentre al contrario ci siano esseri che pur seminando costantemente il bene, ricevono sempre ingiustizie e tutto va loro male.
Dobbiamo però comprendere che il “fattore tempo”, per noi tanto importante, è in realtà molto relativo o addirittura inesistente per i “Signori del Karma”, che sono i custodi dei nostri destini. Questi “Eccelsi Deva” o “Arcangeli Divini” vedono molto più in là delle nostre limitate menti umane, ed eseguono la Legge in accordo con una molteplicità di fattori per noi sconosciuti, e con la Suprema Giustizia e Misericordia Divina. Per Loro le nostre anime non hanno tempo, né corpo, né forma. Oggi possiamo commettere un crimine e tuttavia le conseguenze karmiche di quell’azione pagarle nella seguente incarnazione, o in un’altra ancora. E questo è tanto valido per le cattive azioni, quanto per le buone.
Se il karma infatti fosse istantaneo, gli uomini non imparerebbero a comportarsi rettamente, in seguito allo sviluppo di aspetti come la comprensione e l’amore, ma solo per timore della punizione karmica. La paura della sofferenza, del dolore fisico o emozionale agirebbero al posto dell’amore. Molti opererebbero bene solo per convenienza egoistica. L’azione altruistica, il buon comportamento, la rettitudine devono invece risultare dal naturale fluire della forza dell’Anima, che non aspetta ricompensa e opera solo per amore.
Per riuscire ad intraprendere il retto cammino, dobbiamo dunque lavorare e sforzarci; in questo modo attraiamo per legge di affinità, particelle luminose che continueranno a trasformare lentamente la nostra casa interna o Anima. All’inizio, dovremo forzare noi stessi, per creare l’abitudine a pensare, sentire ed operare positivamente. Però man mano che quelle particelle continueranno a trasformarci, lo sforzo diminuirà, fino a quando un giorno, attraverso il nostro cuore, la nostra mente e la nostra volontà, fluirà solo la manifestazione dello Spirito Puro.
Anche il coltivare le proprie qualità intrinseche, cercando di spingersi sempre più verso la perfezione, è un giusto modo per educare la nostra Anima. Se pensiamo ad esempio ai geni o ai bambini superdotati, essi in realtà sono il risultato di uno straordinario lavoro interiore, realizzato nel corso di molte vite, in una determinata direzione, che può essere artistica, scientifica o altro. Tutto ciò è dunque il segno distintivo di ogni anima avanzata. Dobbiamo cioè capire che la genialità non è frutto dell’eredità genetica o del capriccio di Dio, ma il risultato di un lungo processo evolutivo. E benché tutti ereditiamo dai nostri predecessori certe tendenze ed attributi della personalità, la vera genialità che risiede nell’Anima, non ha niente a che vedere con l’eredità genetica del corpo.
Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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