La natura “transitoria” dei corpi inferiori
I diversi involucri o corpi che rivestono l’uomo nella sua manifestazione materiale, abilitano l’Uomo interno, ovvero l’Io immortale, a vivere, sperimentare ed evolvere, sviluppando tutte le possibilità ed insegnamenti legati alla vita terrena.
Questi corpi sono: il fisico, l’eterico, l’astrale o emozionale ed il mentale inferiore o concreto. L’uomo nella vita umana raggruppa in sè questi quattro aspetti, che lo delimitano, per così dire, nella sua possibilità di manifestazione. E proprio questi corpi, costituiscono nel loro insieme, ciò che non si reincarna e che si rinnova quindi di vita in vita. Esiste tuttavia, un quinto aspetto, che esiste fin dall’inizio dei tempi: è l’Uomo interno, l’Anima, il Pensatore, l’aspetto Divino; lo si può denominare in molti modi, ma ciò che importa veramente è che esso rappresenta l’unico principio immortale ed eterno, che si reincarna ogni volta.
I corpi inferiori invece avendo una natura finita, materiale e quindi transitoria, appartengono a madre natura, e dovranno di conseguenza riconvertirsi in polvere. Il corpo fisico e l’eterico infatti si disintegrano subito dopo la morte. Quando poi l’uomo torna nuovamente sulla terra, rinascendo, si riveste di un nuovo corpo eterico, il quale a sua volta vivifica un nuovo corpo fisico. Anche il corpo astrale con la morte smette di esistere, poiché in sè non ha vita propria, essendo vivificato solo dall’anima che lo mantiene attivo, per il tempo dell’incarnazione. Conseguentemente, cessano di essere tutti i desideri, le illusioni materiali, gli attaccamenti ed appetiti carnali, così come ogni emozione o sentimento che l’uomo crea durante la propria vita. Per quanto riguarda infine il corpo mentale inferiore, esso è un miscuglio di due principi: il “kama” (desiderio) e il “manas” (mente) e come gli altri è destinato a perire. Il corpo causale invece, che si trova nel Piano Mentale Superiore, essendo la dimora dell’Anima immortale ossia la vera Coscienza Permanente, è destinato a reincarnarsi.
Ma perchè non ricordiamo le nostre vite passate? La verità è che il nostro vero Io ricorda tutto, ogni cosa, ogni singola esperienza dall’inizio dell’evoluzione; mentre noi, in quanto uomini, non avendo ancora trovato e scoperto il nostro Io interiore, non possiamo nemmeno ricordarci delle nostre passate incarnazioni. Inoltre in generale, noi ci identifichiamo con il nostro aspetto animale, con la nostra natura materiale e questo ci rende capaci di utilizzare solo una piccola porzione della nostra memoria, inclusa in quel 5 per cento del nostro livello cosciente. Il restante potenziale, rappresentato dall’inconscio, resta per la maggior parte delle persone, inutilizzabile. La memoria poi rappresenta un’altra questione da considerare: essa non ci appartiene veramente, e pertanto non sappiamo trarne i ricordi che vogliamo, tanto più se questi ricordi sono relativi ad esistenze remote.
L’inconscio quindi è ancora un posto proibito, un posto oscuro per l’uomo comune che non ha ancora saputo illuminarlo. Lì, come abbiamo già detto, si trovano i passaggi di tutte le vite passate di ciascuno di noi. Solamente penetrandovi simbolicamente con una “torcia accesa” è possibile evidenziarlo. E questa torcia accesa, è il risultato di un lavoro decisamente spirituale.
Esistono due tipi di memoria: la cerebrale propria di ogni incarnazione, che niente sa delle avventure dell’Anima in vite anteriori e la memoria superiore, che è in sè stessa una parte sottile della mente superiore, della nostra vera natura divina ed immortale. In essa niente si perde, niente si cancella e niente si dimentica. Il suo “padrone” è l’Anima. Pertanto solo quando impareremo ad identificarci con la nostra Anima, potremo finalmente conoscere, come tutti i Maestri e gli Iniziati, il nostro remoto passato e tutte le nostre vite in esso.
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Quest'articolo è il frutto di un notevole lavoro di correzione, sintesi e di rielaborazione da parte di fisicaquantistica.it, a partire da un libro compendio diffuso in internet sotto i titoli “Perle di Saggezza” o “La Luce Adamantina”.
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