10 Conseguenze psicologiche derivanti dall’Uso costante dello Smartphone
di Dewi Asia Grossi
L’era dei “Nativi digitali” è cominciata da un po’. Già dal momento della nascita, i bambini oggi si trovano immersi in un mondo tecnologico: televisione, telefonino, Alexa, smartwatch, aggeggi elettronici vari in casa. Ma tutto ciò, ha un impatto sulla mente!
Sicuramente siamo influenzati dalla tecnologia, così come veniamo influenzati da qualsiasi elemento esterno dell’ambiente. Lo smartphone, ormai posseduto da gran parte della popolazione, è solitamente il device più usato. Lo portiamo con noi in giro, al gabinetto, nel letto, in tasca quando abbiamo altro da fare, ma lo vogliamo comunque a portata di mano, che non si sa mai. Quindi, ecco 10 possibili risvolti psicologici derivanti da un uso costante dello smartphone.
1. Fare Tutto e Niente
Un ragazzo mediamente guarda il computer per seguire le lezioni online, controlla il telefono per vedere se ci sono messaggi o email importanti, con l’occasionale pausa su Instagram e Tiktok per respirare un attimo e staccare, anche se poi alla fine staccare non è. Nel frattempo, dato che è in DAD a casa, sente qualcuno che guarda la televisione a volume alto in sala e he disturba la sua concentrazione.
L’attenzione è quindi disturbata sia da fattori esterni non tecnologici, ma anche dal telefono, computer, tablet eccetera. C’è una riduzione dell’attenzione selettiva e focalizzata, dovuta ad un’eccessiva contemporaneità di attività: il cosiddetto “multitasking”. Di conseguenza, si fanno tante cose superficialmente, ma raramente si va in profondità.
2. Onde Blu
Cosa causano le onde blu? Esse vengono emesse dallo schermo e causano un rallentamento del rilascio di melatonina. Cosa vuol dire? La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, la cui funzione è quella di regolare il ciclo sonno-veglia. Quindi, se avviene un rallentamento della secrezione di melatonina, si farà fatica a prendere sonno e addormentarsi, con conseguente alterazione dei ritmi circadiani (ovviamente non in tutti i casi, se no saremmo tutti deprivati di sonno). Con anche un’alterazione del sonno REM, fase del sonno fondamentale per la memoria.
3. Infomania
L’infomania è la necessità di controllare continuamente la presenza di nuove informazioni. Che sia continuare a “refreshare” la home di Instagram alla ricerca di nuovi contenuti, che magari neanche ci interessano veramente, oppure continuare a controllare la mail per vedere se c’è qualche novità. O ancora, controllare continuamente Whatsapp perché, chissà, magari qualcuno ci ha scritto e ha bisogno del nostro aiuto immediatamente.
4. Ring
La tendenza al ring consiste nel sentire spesso la vibrazione o il suono del telefono, anche quando esso è perfettamente silente. Magari si lascia il telefono in camera in carica mentre si va a mangiare, ma si continua a sentire la vibrazione, così si corre a vedere di cosa si tratta, si sblocca il telefono, ma non c’è nessuna notifica. Forse l’unica notifica è un’email di spam. Capita a tutti di sentire qualcosa che invece non c’è, di certo diventa un problema se si sente il bisogno di controllare compulsivamente.
5. Hashtag #
Il fenomeno hashtag comporta una globalizzazione dei contenuti che postiamo, su qualsiasi piattaforma. Usando il simbolo #, aumenta il numero di persone che possono accedere ai contenuti di altre persone, creando delle pagine apposite. La conseguenza è che un numero elevatissimo di persone che ricercano un particolare tipo di hashtag, può vedere anche la vostra immagine fresca fresca. Da qui la possibilità di ricevere mi piace e commenti da sconosciuti, spesso poco graditi.
6. Apparenze
L’identità personale, il Sé, il modo in cui percepiamo noi stessi, è molto importante per mantenere un senso di continuità. Ovviamente, i social media che hanno spopolato negli ultimi anni, hanno un forte impatto sul modo in cui vediamo noi e gli altri. Si usano sempre di più le immagini per esprimersi, con l’occasionale paragrafo scritto sotto una foto. Pubblicare una foto su Instagram in sé è una cosa innocua, vogliamo mostrare qualcosa al nostro pubblico, i follower. Che sia una foto con il fidanzato, una posa al mare, una foto di un tramonto. Ma perché interessa così tanto pubblicare qualcosa? Spesso per un bisogno di consenso, appagato poi dai mi piace, dai commenti ecc.. Non sempre però i feedback sono positivi, quindi sono da tenere in conto gli effetti derivanti da commenti negativi.
7. Vamping
Il vamping è l’uso notturno del cellulare. Sotto le coperte, illuminati dalla luce del display, i ragazzi guardano video su youtube, per finire sempre a guardare quei ragazzi indiani che costruiscono piscine dal nulla, oppure chattano con qualcuno fino a tarda notte ed oltre, o ancora si perdono nel mondo di Tiktok che offre contenuti all’infinito, senza mai porre fine allo scroll a tempo indeterminato. Questo ha ovviamente delle conseguenze sulla qualità del sonno, facendo sì che al mattino ci si senta più stanchi, meno riposati e pronti per una nuova giornata. Oppure ci sono anche persone che non silenziano mai il telefono, magari svegliandosi nel bel mezzo della notte per controllare una notifica appena arrivata, che di sicuro rovina il sonno.
8. FOMO
La siglia FOMO significa “fear of missing out”, letteralmente: paura di perdersi qualcosa, di essere tagliati fuori. Soprattutto nel periodo dell’adolescenza ha un grande risvolto sulla salute mentale e sul mondo sociale dell’individuo. C’è una festa di cui non eravamo a conoscenza? E non siamo stati invitati? Ed è subito spirale di depressione, che alla lunga, può risultare stancante e veramente debilitante.
9. Nomofobia
La “no-mobile fobia” o sindrome da disconnessione. È un particolare stato che si verifica quando si è impossibilitati ad usare il telefono cellulare. Che sia perchè non si ha credito o perché si è in una zona dove la linea non prende. Questa sindrome si ricollega alla FOMO, in quanto si ha sempre la paura di perdersi qualcosa, di non partecipare, di non essere presenti a qualcosa che potrebbe essere grandioso (quando la maggior parte delle volte, non succede assolutamente nulla). Il rischio derivante dalla nomofobia di certo è sviluppare una forma di dipendenza dal proprio telefono.
10. Hikikomori
È un fenomeno più che altro relativo al Giappone, in conseguenza del particolare contesto familiare che alcune famiglie giapponesi hanno. Consiste in giovani che si recludono nella propria stanza, senza incontrare nessuno, senza studiare, lavorare, spesso le uniche attività svolte sono quelle virtuali. La conseguenza della reclusione è pensare che esista solo quel mondo, quello virtuale, quello confortevole della quattro mura della propria stanza, dove niente di brutto potrà mai accadere. Quando la verità è che fuori c’è un mondo fisico e reale che ci aspetta, per offrirci cose vere, genuine, anche se non sempre filtrate come online. Lo hikikomori necessita di un percorso di terapia.
Questi sono alcuni degli effetti che si possono ritrovare, dopo un uso costante e prolungato della tecnologia. Essa non è il male assoluto: permette di tenersi in contatto con persone lontane, di trovare notizie nuove e interessanti, di aumentare le proprie conoscenze, di incontrare persone con interessi e culture molto differenti dalle nostre.
Ma è importante non abusarne, ricordare che a volte va bene staccare e lasciare il telefono invece di portarlo sempre appresso, e soprattutto che il mondo reale fatto di persone reali è tutt’altra cosa e non può essere sotituito da quello virtuale. Questa deriva è molto pericolosa e viene fortemente incentivata da quei poteri che vogliono stravolgere il senso della vita umana, la normale socialità e la società. Poniamo dunque un limite ben preciso e netto, dettato dal buon senso, all’uso che facciamo della tecnologia e soprattutto insegniamolo ai nostri ragazzi, che rischiano di esserne totalmente travolti.
Articolo di Dewi Asia Grossi
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