Imparare a fidarsi delle proprie Intuizioni
di Carla Sale Musio
Le intuizioni sono una forma di consapevolezza che non passa attraverso il ragionamento logico matematico.
Le chiamiamo: insight, illuminazioni, sensazioni, presentimenti, preveggenze, presagi, premonizioni… I nomi sono vari, ma indicano sempre l’acquisizione immediata di un sapere che si manifesta senza il supporto della razionalità.
Ognuno di noi può avere fenomeni intuitivi, ma pochi sono capaci di dare loro il giusto valore. La maggior parte delle persone fa le spallucce davanti a queste informazioni e preferisce basare la propria percezione soltanto sul pensiero analitico (dato A allora B, dato B allora C, eccetera).
Le intuizioni non seguono un procedimento lineare, cioè non partono da una premessa per arrivare a una conseguenza. Come si è detto, prendono forma all’improvviso nella mente senza utilizzare alcun tipo di sequenzialità. E proprio questa apparizione repentina le scredita agli occhi dei più. Per i “babbani” (nella saga di “Harry Potter” i babbani sono i non maghi – ndr), infatti, ciò che non passa al vaglio della logica non esiste.
I maghi sono quelle persone che hanno imparato a fidarsi delle proprie intuizioni e si avvalgono di uno strumento in più nella percezione del mondo. Sanno che la conoscenza avviene anche grazie a una comprensione spontanea: qualcosa che la ragione non capisce, un sapere naturale e immediato che le altre specie animali utilizzano (e i babbani demonizzano, ossessionati da un patologico bisogno di controllo sulla realtà).
Per i maghi, proprio come per le altre specie viventi, la realtà è ciò che succede. E succede a prescindere dal vaglio della ragione. La vita si manifesta in forme e modi non sempre spiegabili razionalmente, ma reali e verificabili dagli effetti che producono.
I maghi non sentono il bisogno di controllare il mondo, convinti di essere la specie più intelligente del pianeta (mi riferisco a quel narcisismo patologico e ossessivo che, invece, caratterizza i babbani). I maghi accettano la natura e le sue manifestazioni anche quando la loro mente non ne capisce il funzionamento. E imparano a gestirne le modalità e la creatività. Per i maghi la magia esiste sempre, con o senza spiegazioni.
“So che lo so. Ma non so come faccio a saperlo”. È la frase che sintetizza un modo di essere: racconta la fiducia nei poteri che la vita ci regala e mostra una conoscenza capace di affiancare la ragione per completarla. Ci sono cose che la mente non capisce. Perché si comprendono soltanto con il cuore. L’amore è una di quelle.
Essere maghi significa aprirsi a un potere che travalica i confini della materialità, perché esiste in una dimensione interiore fatta di sensazioni, emozioni e stati d’animo: qualcosa che guida la conoscenza di ogni specie vivente. A prescindere dall’ossessione babbana di manipolare la realtà per piegarla ai voleri del più forte.
Nella magia il più forte è colui che si arrende all’immensità della creazione e la asseconda in se stesso. Senza combatterla. Con umiltà.
Articolo di Carla Sale Musio – psicologa e psicoterapeuta
Fonte: https://www.carlasalemusio.it/2021/08/07/imparare-a-fidarsi-delle-proprie-intuizioni/
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