Pensiero e Sincronizzazione Elettroencefalografica
di Silvia Serio
Lo studio delle neuroscienze trova connessioni con la sincronicità junghiana, per mezzo dell’analisi delle relazioni che intercorrono fra pensiero e sincronizzazione elettroencefalografica, in una branca medica ancora di sponda, la parapsicologia.
Numerosi esperimenti condotti per mezzo dell’ausilio dell’elettroencefalogramma, dimostrano come durante circostanze particolarmente coinvolgenti dal punto di vista emozionale – quali l’innamoramento, il fervore politico idealistico o religioso, amore o amicizia profonde, nella relazione maestro e discepolo – si creino delle modifiche degne di nota nei tracciati elettroencefalografici (tracciati EEG), sia del singolo che del gruppo, che corrispondono a stati d’animo affini ed empatici.
I tracciati EEG delle persone in suddette particolari circostanze, tendono cioè a mostrare simmetria di segnali fra l’emisfero cerebrale destro e il sinistro, in un medesimo individuo. Ma ancora più sorprendente è come possano, questi tracciati, diventare simili fra soggetti distinti. La scienza ufficiale afferma, infatti, che la probabilità statistica che due persone abbiano tracciati EEG identici è nulla, in quanto ognuno di noi assume caratteristiche personali che rispecchiano stati emotivi altalenanti e difficilmente riproducibili.
Risultano quindi significativi i risultati riportati di seguito. Sembra, cioè, impossibile considerare casuale quanto verrà descritto, sebbene la scienza ufficiale si ostini a non considerarli un fatto rilevante. A questo proposito potrà sembrare interessante la seguente citazione di Sir John Eccles, Nobel per la neurofisiologia: “Nella nostra epoca l’uomo ha perso ideologicamente la strada… La scienza si è spinta troppo oltre nel distruggere la fiducia dell’uomo nella sua grandezza spirituale… e gli ha istillato la convinzione di essere semplicemente un insignificante animale, che si è evoluto per caso e necessità, in un altrettanto insignificante pianeta, sperduto nella grande immensità del cosmo… Noi dobbiamo renderci conto dei grandi misteri della struttura materiale e del funzionamento dei nostri cervelli, della relazione tra cervello e mente e della nostra immaginazione creativa”.
L’EEG funziona da vero e proprio indicatore dello stato psicofisico, potendo documentare con la coerenza interemisferica lo stato di integrità dell’individuo. Da esperimenti neurofisiologici effettuati, si deduce che una persona presenti EEG altamente sincronizzato tra i due emisferi, in relazione alla sua condizione: nella salute la sincronizzazione interemisferica è molto elevata; viceversa assume connotazioni non sincrone nella sofferenza e nelle forme depressive.
Le onde armoniche caratterizzano stati creativi e di grande pace interiore: infatti i tracciati EEG di persone meditative e spirituali si presentano di forma sferica e ricchi di onde alfa, al contrario dei quadri tipici delle persone fredde e razionali, nei quali risultano prevalenti le onde delta e theta. Le onde sferiche presenti nelle persone meditative, hanno una caratteristica forma a spirale che riporta alla terza matrice archetipica. Questo fa riflettere sulla simbolicità dei testi religiosi e della tradizione antica e moderna, che vede di frequente l’utilizzo della forma a spirale come simbolo che rappresenta la forza cosmica, che agisce in senso continuo e centripeto.
Dagli esperimenti effettuati è emerso, inoltre, come esista un campo di “sincronizzazione collettiva”, ovvero un campo di coerenza condiviso fra persone in gruppo: in riunione, in preghiera o in meditazione. Gli EEG in questi casi tendono infatti a sincronizzarsi reciprocamente su frequenze stabilite. Altra curiosità: il tracciato EEG di un soggetto meditante, tende a de-sincronizzarsi nel momento in cui si avvicina un secondo soggetto estraneo e non interessato. L’allontanamento poi del soggetto estraneo, riporta il tracciato a valori di sincronicità interemisferica.
Nell’ambito della relazione uomo-donna, il substrato elettroencefalografico dell’attrazione sessuale è una sincronizzazione altissima, ma di segno opposto, e rappresenta simbolicamente lo yin e lo yang. Gli esperimenti condotti con l’ausilio dell’elettroencefalogramma fanno propendere per l’esistenza di una forma di comunicazione extrasensoriale fra le menti, comunemente identificata con il termine di “feeling” o di “empatia”. Le onde elettroencefalografiche e le correnti neuronali, trasmetterebbero dei veri e propri segnali di benessere o malessere; le stesse onde verosimilmente possono essere in grado di creare campi energetici che permettono una sorta di comunicazione non verbale fra individui.
E’ plausibile pensare che i segnali che analizziamo come onde elettroencefalografiche, possano essere vera e propria energia che rispecchia l’energia psicofisica della persona nel momento. Ci risulta quindi vera la citazione attribuita a Sivanada: “il pensiero è una forza vitale e vivente, la forza più vitale, sottile e irresistibile che esista nell’universo…il pensiero vive”.
Esiste un’altra ipotesi per spiegare questi fenomeni: ed è la sincronicità, cioè la possibilità che eventi distinti si presentino in modo sincrono, in virtù della presenza di un vuoto subaquantistico che si sincronizza istantaneamente con eventi neuropsichici analoghi, senza barriere di spazio tempo.
In questo caso il processo di astrazione che dobbiamo fare per superare le nostre accezioni comuni è ancora più grande, ovvero non solo immaginare che il pensiero sia vera e propria energia e come tale si trasmetta, ma che possa comunicare con altri pensieri affini anche senza venirne a contatto, in una matrice primordiale, dove eventi simili si sincronizzano senza l’avvento della causalità.
Articolo di Silvia Serio
Fonte: http://www.psicolab.net/2008/pensiero-e-sincronizzazione-elettroncefalografica/
interessante e chiaro