Esiste un Mondo non-fisico
di Marco Viretti
Esiste un Mondo non-fisico: questa la tesi di Casey Blood, uno dei maggiori fisici teorici contemporanei.
Casey Blood, professore emerito in fisica alla Rutgers University (New Jersey), è stato anche studioso e praticante di Buddismo tibetano, Sufismo e Sciamanesimo americano. Egli ha affermato che “non c’è niente nella scienza che ci proibisca di vedere il mondo da un punto di vista spirituale”(1).
“Quali sono le idee essenziali della Meccanica Quantistica (MQ) sul mondo fisico? La prima riguarda la natura della materia. Nella fisica Newtoniana, il mondo fisico è fatto di particelle quali gli atomi, gli elettroni, i fotoni, eccetera. Ma nella MQ il mondo è fatto di onde, simili alle onde dell’acqua, alle onde del suono o a quelle luminose.
La seconda e più importante idea essenziale, riguarda quante realtà (potenziali) esistano! Il mondo nella meccanica Newtoniana è deterministico, c’è solo una versione possibile della realtà fisica. Ma nella matematica della MQ ci sono molte versioni possibili di realtà! Un esempio di ciò è il famoso esperimento mentale del gatto di Schroedinger, nel quale, un gatto può essere sia morto che vivo allo stesso tempo!
Così abbiamo questa strana situazione: la MQ non ci dà mai risposte numeriche sbagliate, e in più predice molte versioni di realtà, invece di questa sola che percepiamo. Come possiamo gestire questo fatto imbarazzante? La risposta tradizionale in fisica è che, siccome noi percepiamo una sola versione di realtà, allora ci deve essere una sola versione di realtà. Più specificatamente, i fisici assumono che ci deve essere una teoria delle particelle di tipo Newtoniano, non ancora scoperta, sottostante la MQ. Ma non c’è assolutamente nessuna evidenza che ciò sia vero, e di fatto l’evidenza punta da un’altra parte. Così noi rimaniamo consistenti con la teoria fisica se assumiamo che ci sono veramente molte versioni di realtà, tutte coesistenti insieme.
Ciò ha delle conseguenze enormi. Se viene vista una sola versione di realtà ma ce ne sono molte presenti, allora ci deve essere qualcosa che percepisce solo quella versione. Questo qualcosa deve essere fuori dell’universo fisico. Siccome è non-fisico, presumibilmente sopravvive alla morte del corpo fisico. Qualcuno può chiamarlo anima, se preferisce.
Allora possiamo vedere che, se teniamo la teoria della MQ per buona, come in effetti è, allora ci troviamo di fronte a una dimostrazione virtuale dell’esistenza di un mondo non-fisico analogo a quello di cui parlano i mistici!”(1)
Dalla fisica quantistica non giunge nessuna conferma dell’esistenza di un mondo oggettivo, materiale, formato da particelle classiche – seppur microscopiche – e da onde classiche – sebbene propagantesi nel vuoto.
Nel famoso “Esperimento della doppia fenditura”, viene proiettato un fascetto di singoli elettroni contro uno schermo con due piccole fenditure. Dopo lo schermo viene posta una lastra fotografica sulla quale compare una figura d’interferenza, come se gli elettroni fossero delle onde, ossia ciascun elettrone passa in entrambe le fenditure. Se si vuole sapere da quale fenditura passano i singoli elettroni bisogna mettere due contatori Geiger oltre le fenditure. Quando si ripete l’esperimento, i contatori incominciano a scattare segnalando da quale parte passano gli elettroni, però sulla lastra fotografica non compare più nessuna figura d’interferenza! Questo è un tipico fenomeno della MQ, che risulta paradossale se viene interpretato con la comune logica della fisica classica, cioè supponendo che gli elettroni siano effettivamente delle particelle oppure delle onde.
Questo esperimento, secondo la MQ, è un sistema descritto da una funzione d’onda ψ(t) che rappresenta la dinamica dell’elettrone nel tempo. La dualità onda/particella sorge unicamente perché la funzione d’onda ψ è differente da quella di un’onda classica, infatti ha proprietà sia ondulatorie che particellari. In particolare, ψ è una funzione d’onda diffusa che produce effetti localizzati.
In MQ lo stato del sistema durante l’esperimento è la sovrapposizione di tutti i sui possibili stati
ψ = ψ1 + ψ2
dove ψ1 descrive l’elettrone che passa nella fenditura 1 e ψ2 descrive l’elettrone che passa nella fenditura 2, mentre lo stato finale misurato si riduce a uno solo degli stati possibili
ψ = ψ1 oppure ψ = ψ2
Questa trasformazione dello stato viene chiamata collasso della funzione d’onda. Ma in effetti non è mai stata trovata nessuna evidenza sperimentale di questo collasso.
Così si può assumere che esiste solo la funzione d’onda ψ, con tutte le sue versioni della realtà ψ1 e ψ2.2
In questo caso, si può dimostrare matematicamente che la percezione conscia di una sola versione non può venire dall’interno della MQ. Cioè non ci può essere nessuna area speciale del cervello che corrisponde alla percezione conscia di una sola versione. L’unica possibilità rimasta è che questo aspetto, che percepisce una sola versione, deve stare al di fuori delle leggi della MQ.
Così ognuno deve avere un aspetto percettivo non-fisico che guarda dentro la realtà fisica e che percepisce soltanto una delle versioni della realtà fisica quanto-meccanica. Questo aspetto percettivo non-fisico non è soggetto alle leggi della MQ. Esso non altera in nessun modo la funzione d’onda, né la matematica della MQ, esso percepisce solamente. E siccome non è fisico, ovviamente non risiede in nessuna parte dello spazio fisico tridimensionale, nemmeno nel cervello. Se si accettano le precedenti assunzioni, questo aspetto percettivo non-fisico è la sorgente della consapevolezza conscia. È la caratteristica che distingue gli esseri senzienti dai dispositivi di laboratorio.
Blood lo chiama Mente individuale. Ad ogni persona c’è associata una Mente individuale che percepisce soltanto la funzione d’onda del cervello individuale, non quella del mondo esterno. La Mente si concentra su una sola versione della funzione d’onda, quella della quale la persona diviene cosciente.
Inoltre, ogni Mente individuale non è separata da tutte le altre ma è un frammento di una MENTE sovrastante. Questa fa sì che più osservatori concordino su quanto percepiscono.(2)
Alla fine questa interpretazione consente anche di spiegare molte affermazioni tipiche delle tradizioni spirituali orientali.
Il mondo quantico è la danza di Shiva, e in sé è completo e coerente, cioè perfetto come lo vedono le Menti illuminate. La Mente è associata alla funzione d’onda come uno specchio che riflette la realtà, immagine usata dai maestri del Buddismo Zen. Il mondo fisico è Prakriti mentre il mondo non-fisico – la MENTE – è Purusha, come vuole la tradizione vedica. La MENTE è coscienza distaccata e beatitudine.
Articolo di Marco Viretti
Riferimenti bibliografici:
- Casey Blood, Science, Sense & Soul, Renaissance Books 2001
- Casey Blood, Quantum Mechanics Rigorously Implies Consciousness is Nonphysical, Tucson 2008
Fonte: Fisicaquantistica.it
Marco Viretti
Marco Viretti, dottore in fisica e operatore shiatsu iscritto FISieo
Ha pubblicato: “Fai di te stesso il cammini – Le dieci immagini del Toro Zen“, Libreria Editrice Psiche
Sito web: shiatsu-yoga-to.blogspot.com
Tutto è possibile nel Multiverso, non esiste l’impossibile in quanto c’è solo l’ugualità tra i +2/3 +1/3 uguali al -2/3 -1/3, per questo esplode un Sole quando non esiste più ugualità tra i + e i -.