Brevi cenni biografici:
Rudolf Steiner nacque il 27 febbraio 1861 a Kraljevec, vicino alla frontiera austro-ungarica, in una famiglia modesta. All’età di sette anni, visse per la prima volta quello straordinario “fenomeno spirituale” che si dimostrò decisivo per il suo avvenire e che si ripeterà continuamente nel futuro. Egli si accorse di poter vedere, con “gli occhi della mente” quegli esseri spirituali che abitano il mondo non terreno e di poter comunicare con essi.
Divenuto più grande, il padre volle fargli frequentare la «Realschule» (Scuola Tecnica) di Wiener Neustadt, per farlo diventare ingegnere. A quattordici anni inoltre si interessava già di filosofia, soprattutto a Kant. Nel 1879 si diplomò a pieni voti alla Realschule e nell’autunno del 1879 si iscrisse all’Istituto Tecnico Superiore di Vienna, dove si appassionò allo studio della fisica.
Fu grazie a Karl Julius Schröer, suo professore di letteratura, che conobbe la figura di Goethe, prima come poeta e poi come scienziato. Goethe aveva mostrato nei suoi trattati scientifici una via nuova all’indagine della materia e dei suoi fenomeni, una via più spirituale, dove era possibile afferrare l’elemento vitale della materia e dei fenomeni organici.
Nel 1885, fu invitato a curare l’edizione delle opere scientifiche di Goethe per la “Letteratura Nazionale Tedesca”, cosa che gli permise di continuare ad approfondire lo studio della scienza. Dopo aver terminato anche gli studi all’Istituto Tecnico Superiore di Vienna, incominciò a lavorare come educatore privato, presso una famiglia di Vienna. Dopo aver svolto questo compito, Steiner fu in grado di porre le basi della futura “pedagogia steineriana”.
Nel 1889 fu invitato a collaborare alla grande edizione delle opere di Goethe, chiamata “edizione della Gran duchessa Sofia“, ed anche a lavorare come ricercatore e collaboratore presso l’Archivio Goethiano a Weimar. Fu così che si trasferì in quella città ed incominciò una nuova vita.
Egli si prefiggeva in queste edizioni alle opere scientifiche di Goethe, di portare un nuovo contributo alla scienza, rivelando come Goethe adottasse un metodo d’indagine non tradizionale, ma in grado di penetrare spiritualmente i fenomei fisici. Per Steiner quindi non era essenziale l’esposizione delle singole scoperte di Goethe, quanto la dimostrazione che tali scoperte derivassero da una concezione spirituale della natura e dei suoi fenomeni.
Fu proprio in questo ambiente, dove ebbe modo di intessere rapporti con interessanti personalità del mondo della cultura e conoscere più peculiarmente il mondo esterno, che divenne maggiormente consapevole delle proprie peculiari caratteristiche spirituali. Maturò l’idea di indagare sempre più profondamente il mondo spirituale, che per lui rappresentava da sempre il motivo primo dell’esistenza.
In questo periodo Steiner incominciò anche a scrivere opere di tipo filosofico. Già nel 1886 a Vienna, aveva pubblicato un primo libro: “Basi di una teoria della conoscenza della concezione goethiana del mondo”, mentre nel 1891 pubblicò “Verità e scienza” in cui criticava la teoria kantiana. Nel 1894 uscì invece la sua più importante opera, “La filosofia della liberta” in cui Steiner esaltava il valore delle “idee pure”, sostenendo come l’uomo nel momento in cui riusciva a superare i limiti imposti dalla percezione sensoriale, potesse pienamente appartenere al mondo spirituale, cogliendone gli aspetti più intrinsechi. Scrisse anche “Frederico Nietzsche, lottatore contro il suo tempo” che data 1895 e “La concezione goethiana del mondo” nel 1897.
Il suo lavoro principale all’Archivio Goethiano, che aveva costantemente portato avanti in questi anni, parallelamente ad altre attività, terminò nel 1896. Sempre nel 1896 si verificò nella vita di Steiner una nuova circostanza. Intensificò la meditazione, praticata già da molti anni e in questo modo maturò in sé stesso questo concetto: “la coscienza di un uomo spirituale interiore può svilupparsi nella natura umana e liberato totalmente dall’organismo fisico, può vivere, percepire, muoversi nel mondo spirituale. Questo uomo spirituale autonomo si libera per effetto della meditazione”. Da questo momento in poi la vita di Steiner assunse una nuova consapevolezza.
Dopo aver terminato il lavoro all’archivio, Steiner lasciò Weimar per stabilirsi a Berlino, ma da quel momento in poi, iniziò per lui un periodo difficile. Le sue aspirazioni spirituali, infatti, non si conciliavano con le ristrettezze economiche e con quanto gli poteva offrire il mondo “reale”. Ciò finì per minacciare gravemente il suo equilibrio interiore.
In questa situazione di difficoltà, assunse il ruolo di editore di una rivista letteraria: il “Magazin für Literatur”. Purtroppo, questo compito si dimostrò da subito disperato, in quanto la rivista aveva scarso riscontro tra il pubblico. A questi disagi si aggiunsero poi difficili prove spirituali, che Steiner stesso definì “prove dell’anima”, descrivendone efficacemente gli aspetti nel libro “La mia vita”.
Fu attraverso sforzi estenuanti che riuscì a mantenere limpida la propria “vista spirituale” e a progredire nella scoperta del vero cristianesimo. Ciò rappresentò per Steiner l’avvenimento più importante della propria vita, che gli permise, malgrado le difficoltà, di cercare la propria strada in concezioni religiose non ortodosse. Infatti la visione del cristianesimo ufficiale, la quale sosteneva come l’uomo non fosse in grado, con le proprie forze, di raggiungere il mondo spirituale e tanto meno sviluppare una propria morale individuale, si scontrava frontalmente con la proprie convinzioni. Secondo Steiner la morale individuale non poteva derivare da un insegnamento esteriore e da rivelazioni esterne all’uomo, ma solo da un proprio percorso di sviluppo interiore.
Fu grazie ad un enorme sforzo e sostenendo dure lotte spirituali, che trovò durante la meditazione, ciò che cercava: la visione piena e reale del “Mistero del Golgota”. A tal proposito disse: ”L’essermi trovato davanti al Mistero del Golgota, in un solenne momento di conoscenza interiore, fu l’avvenimento più importante per l’evoluzione della mia anima”. Egli aveva attraversato la cosidetta “porta dell’iniziazione” e vissuto la sua esperienza spirituale più cruciale. Fu in seguito a questo grande travaglio interiore, che verso la fine del 1900, decise di lasciare la rivista, per iniziare una libera attività di conferenziere e scrittore, cambiando radicalmente la propria vita.
Le prime conferenze le tenne a Berlino, in una casa privata, ospite del conte Brockdorff. Per due anni di fila, in quella medesima sede tenne diversi corsi: uno sui grandi mistici del medioevo e un altro dal titolo “Il cristianesimo quale fatto mistico”, dove Steiner intese far risaltare la figura del Cristo, come assolutamente preminente rispetto a tutti gli altri maestri di saggezza. Tra la gente del pubblico che partecipava alle conferenze, molti erano membri della “Società Teosofica” e con questa tesi Steiner si pose in contrasto con alcuni di essi, i quali consideravano Cristo solo un maestro al pari di altri.
Tuttavia, malgrado ciò, dopo la conclusione di queste conferenze, a Steiner venne offerto il ruolo di segretario generale, per la sezione tedesca, della Società Teosofica, che era in quel momento in fase di costituzione. Nell’ottobre del 1902, tenne una conferenza presso l’Associazione Giordano Bruno, che Steiner in seguito definì come “la sua conferenza antroposofica fondamentale”. In tale occasione, egli sostenne la necessità di trovare nuovi metodi scientifici, per lo studio dell’anima umana, definendo ciò un tentativo teosofico e segnando l’inizio della cosidetta “Antroposofia steineriana”. Pochi giorni dopo questa conferenza, e cioè il 20 ottobre 1902, nacque ufficialmente la Sezione Tedesca della Società Teosofica. Steiner ormai era diventato per tutti un “teosofo”.
Negli anni sucessivi, tra il 1902 e il 1909, Steiner scrisse alcune tra le sue opere fondamentali: “Teosofia” nel 1904 e in seguito “Come si consegue la conoscenza dei mondi superiori” e “Scienza occulta” dove si delineavano ormai chiaramente le linee del pensiero antroposofiano. Nel 1913, la Società Teosofica si ricostituì come corpo indipendente a Berlino, cambiandosi il nome in “Società Antroposofica”.
In questi anni, Steiner maturò l’idea che l’arte fosse l’unica forma d’espressione in grado di raggiungere l’animo umano, senza suggestionare o violare il libero arbitrio dell’individuo. A tal fine incominciò ad impegnare tempo e risorse per lo sviluppo delle arti, cercando di introdurne l’uso anche all’interno della Società Teosofica. A partire dal 1910 scrisse quattro drammi, che chiamò “Misteri” i quali vennero portati in scena a Monaco, con l’ausilio di pochi attori professionisti. Questi quattro “Misteri”, intitolati “La porta dell’iniziazione”, “La prova dell’anima”, “Il guardiano della soglia” e “Il risveglio delle anime”, mostravano le esperienze di un gruppo di persone, in contatto con delle entità spirituali e con le proprie passate incarnazioni.
Si delineò a questo punto, la necessità di erigere un edificio, dove poter rappresentare i “Misteri” e dove poter svolgere tranquillamente tutte le altre attività artistiche e scientifiche della Società Teosofica. Fu così che nel 1913 si trovò un terreno idoneo alla costruzione dell’edifico, non a Monaco, bensì nelle vicinanze di Basilea, a Dornach in Svizzera, che divenne perciò da quel momento il centro del movimento antroposofico.
Fu Steiner a realizzare sia il disegno che il modello per l’edificio, che doveva avere caratteristiche idonee a rappresentare esattamente le attività che in esso vi si svolgevano. Ne risultò un progetto architettonicamente ambizioso, con due enormi cupole. L’edificio era maestoso e internamente quasi completamente ricoperto di legno. All’interno inoltre erano state erette enormi colonne, i cui zoccoli e capitelli erano scolpiti in modo da ricordare il principio della metamorfosi goethiana, che indicava l’evoluzione di tutte le forme viventi, come un procedere le une dalle altre. Le cupole dipinte e le vetrate incise, erano colorate con bellissimi ed armoniosi colori. Steiner volle chiamare l’edificio “Goetheanum”.
Il “Goetheanum”, che Steiner definì anche “La Casa della Parola”, o “La Casa del Verbo”, doveva rappresentare un tentativo di sintesi della cultura, riunendo in se l’arte, la religione e la scienza. All’interno dell’edificio si tenevano infatti corsi di pittura, scultura, danza, recitazione, ecc. In tutta Europa si diffuse, gradualmente, la cultura steineriana. L’azione di Steiner che tenne conferenze ovunque, fu sempre più acclamata ed egli continuò il suo lavoro, anche durante la prima guerra mondiale.
Nel corso degli anni, tuttavia, Steiner sottopose se stesso e il proprio fisico, a sforzi sempre maggiori, non risparmiandosi mai e di conseguenza minò la propria salute. Per lunghi periodi arrivava addirittura a non dormire, se lo riteneva necessario. Durante la sua attività di conferenziere, non disdisse mai una sola conferenza. Inoltre, aveva preso l’abitudine di ricevere le persone che volevano incontrarlo, per delle conversazioni private. La gente andava a visitarlo ad ogni ora del giorno e della notte, facendo la coda per essere ricevuta. Durante quelle conversazioni, Steiner si immedesimava totalmente nei problemi che gli venivano posti, prendendo su di sé il destino delle persone che gli stavano davanti. Tutto questo sforzo continuo lo fece pian piano ammalare.
Nel 1924 soffriva già di una grave malattia che affievoliva le sua capacità di assimilare il cibo che mangiava. Il male si aggravò rapidamente. Il 28 settembre dello stesso anno, tenne la sua ultima conferenza, dopo di che non poté più spostarsi dal proprio letto. Rudolf Steiner, durante questi ultimi periodi di malattia che minacciavano continuamente di sopraffarlo, mantenne sempre equilibrio e un signorile senso dell’umorismo. Morì ai piedi della statua del Cristo che lui stesso aveva scolpito, il 30 marzo del 1925.
L’opera da lui intrapresa durante la sua vita, non ha uguali nella storia dell’occidente.
Tra le opere fondamentali di Rudolf Steiner si trovano il libro “Teosofia” che data 1904, dove l’autore vuole porre l’accento sulla natura spirituale e soprasensibile dell’uomo, cercando di indurre il lettore ad utilizzare la propria facoltà di percezione, al fine di sviluppare la propria conapevolezza.
Nel libro “Come si consegue la conoscenza dei mondi superiori” Steiner afferma come tutti gli uomini abbiano, in latenza, lo sviluppo di facoltà, che possono consentire la visione dei mondi superiori e delle sfere soprasensibili.
Un’altra opera importantissima della produzione steineriana è rappresentata dalla “Scienza occulta”, dove Steiner definisce occulti quegli aspetti, che normalmente non sono percepibili attraverso i sensi ordinari. Il cuore dell’opera si impernia sul tentativo di chiarire avvenimenti storici e fenomeni geologici, biologici e astronomici, per i quali l’uomo spesso ha dovuto enunciare solo semplici ipotesi. Questa possibilità di sapere di Steiner, risiedeva nella capacità di elevare la propria coscienza, fino a quel punto dove anche i concetti di spazio e il tempo restano ormai privi di significato.
Molto importante nell’opera di Steiner, fù un ciclo di conferenze che ebbe come argomento il Vangelo, con il quale egli cercò di imprimere una svolta nel modo di intendere il Vangelo e il cristianesimo in generale. Cristo veniva descritto come un essere divino ed i miracoli visti in una veste maggiormente soprannaturale. La predicazione di Cristo, secondo Steiner, diede un grande impulso all’evoluzione umana e al cosmo intero. Da allora, Cristo, con la sua forza spirituale, è unito alla terra e agli uomini, da un legame indissolubile.