Altro che più sani: abbiamo perso 10 anni di salute
di Gioia Locati
Condivido con voi un’intervista al pediatra e neonatologo Carlo Tonarelli, specializzato all’ospedale Gaslini di Genova, nonché relatore al convegno “Alla scoperta dell’omeopatia” che il “Movimento Genitori Lombardia” ha organizzato il mese scorso a Erba (CO).
Qualche dato…
Dagli indicatori sulla salute di 27 Paesi (Health Status Indicator), emerge che in Italia la vita media si è allungata: dal 1984 è passata da 78 a 84 anni per le donne e da 72 a 80 anni per gli uomini. Abbiamo perso però 10 anni di salute. Nel 1984 ci si ammalava intorno ai 72 anni, oggi a 62.
E le generazioni che si stanno rivelando più cagionevoli, sono quelle nate negli anni del boom demografico, nei decenni ’60 e ’70. “Sono persone più esposte agli effetti dell’inquinamento e più propense ad assumere grosse quantità di farmaci, spesso inutilmente o in eccesso – spiega Tonarelli – e sono più colpite da malattie cronico-degenerative. Oggi abbiamo 700mila morti l’anno, come nel ’43, a fronte di 450 mila neonati. In dettaglio: gli italiani che si sono ammalati di cancro nel 2017 sono stati 417mila, 40mila in più del 2016; 225mila i morti per malattie cardiovascolari; 83mila i morti per il fumo; 22mila i morti per il diabete; 20mila i morti per l’alcool; 7.000 i morti per infezioni ospedaliere; 3.378 i morti per gli incidenti stradali e 4 per il morbillo“.
Quattrocentomila italiani (quanti gli abitanti di Bologna) scoprono di avere il cancro ogni anno. E 7mila persone – fra quelle ricoverate in ospedale per qualsiasi ragione – muoiono di infezioni contratte in corsia! Non si ascoltano questi dati in televisione e di rado li si trova sui giornali. Al contrario, che 4 persone – già indebolite da malattie del sistema immunitario – siano morte di morbillo, risuona dappertutto.
E i bambini?
“I bambini riflettono il progressivo peggioramento delle condizioni di salute. La malattia infantile più diffusa oggi è l’autismo; negli Usa, nasce un bimbo autistico ogni 36, da noi il rapporto è attualmente di 1 a 86 (non vi è però un registro nazionale della sindrome, si tratta di una stima europea) ma l’incidenza è destinata a crescere. Nel 1975, il rapporto era 1 ogni cinquemila nati. L’autismo è aumentato del 78% negli ultimi cinque anni. (Fonte: AutismSpeaks.org)
Negli Stati Uniti, la rete Children’s Health Defense si sta adoperando per informare sull’autismo e per indagare le ragioni dell’impennata costante della malattia. In Europa, noi siamo il Paese con più studenti disabili; la disabilità è infatti aumentata del 40% negli ultimi 10 anni; 1 bambino su 6, ha disturbi dell’apprendimento; 1 bambino ogni 450, ha il “diabete di tipo 1″; e siamo anche il Paese europeo con più tumori infantili e con più bambini obesi”.
“La nascita di un bambino sano è un miracolo, ma mantenere sano un bambino è un’arte”
“Vi sono sempre più malattie in giovane età e il consumo di farmaci per uso pediatrico è cresciuto del 40% dal 2010 ad oggi. L’80% dei medicinali usati per l’infanzia è ‘off-label’, significa che si usano prodotti non testati per i piccoli. Otto lattanti su dieci, assumono almeno un farmaco nel primo anno di vita (il 48% antibiotici, poi antiasmatici e cortisonici).
Perché ci si deve guardare dall’abuso di farmaci nella prima infanzia? Primo: per le intossicazioni: un accesso su 4 in pronto soccorso pediatrico, è dovuto a reazione a farmaci (!!!) (fonte: Società di emergenza e urgenza pediatrica). Secondo: per proteggere l’insieme dei batteri intestinali (microbiota) da cui dipende il sistema immunitario del lattante, che fino ai 3 anni non è completamente formato. I bambini non sono adulti in miniatura, hanno un metabolismo diverso”.
Non è tutto. Dal rapporto “Arno bambino” emerge uno spaccato preoccupante sulla prescrizione di antibiotici. Il 33% degli antibiotici venduti, è consumato da bambini i sotto i 6 anni, per malattie respiratorie che sono nel 95% dei casi di origine virale, per le quali l’antibiotico è inutile. Ogni anno, infatti, muoiono 25mila europei per infezioni resistenti agli antibiotici. È stato calcolato dal Cineca, consorzio interuniversitario, che 20 principi attivi basterebbero a trattare le malattie dell’81% dei piccoli, mentre se ne usano 645, pari a 2.813 specialità.
Quale futuro?
“La Medicina dovrà fare – e in parte lo sta già facendo – un salto di qualità. È fondamentale che il medico consideri il paziente nella sua unicità e ‘per intero’, l’unione mente-corpo non si cura in modo frammentario: il farmaco indirizzato ad un organo solo, si ripercuote anche sul tutto. E l’interazione di due o più farmaci è ignota (cit. Garattini). Un corpo trattato bene (in equilibrio) ha potenzialità di difesa enormi.
Il primo medico è il paziente stesso, è fondamentale accorgersi dei segnali che il corpo ci manda anche a-specifici, come la qualità del sonno, il carico dello stress, gli irrigidimenti muscolari. Poi è fondamentale l’alimentazione: una dieta equilibrata e sana, con alimenti di qualità certificata, è una promessa di salute. Non eccedere con alcool, sale, zuccheri, salumi e carne. Privilegiare ortaggi, frutti di stagione, cereali integrali e grassi polinsaturi. E creare questo tipo di consapevolezza nei genitori“.
Cosa si sa dell’Autismo?
“Concludo con alcune informazioni sull’autismo. L’Istituto superiore di Sanità, ha confermato che la sindrome è in aumento, ma che non esiste un registro dei malati. Il rapporto che fotografa l’incidenza di circa 1 su 100, è un dato europeo. Ho chiesto poi al genetista Alvaro Mesoraca, cosa si conosce dei geni che predispongono alla sindrome e, se è possibile, per una coppia, fare un’analisi genetica pre o post concepimento (per sapere se il figlio svilupperà la malattia). Il genetista ha spiegato che i geni alterati – a componente ereditaria – coinvolti nella sindrome sono 16, ma ha affermato che nessun laboratorio genetico farà mai un’analisi di questo tipo. ‘Non è etico – ha spiegato Mesoraca – per il fatto che un feto può avere tutte queste alterazioni genetiche e non sviluppare malattia; al contrario, può ereditarne solo alcune e diventare autistico’.
Mesoraca ha spiegato che non essendovi certezza di malattia non è etico condizionare la vita di una coppia. L’origine della malattia è complessa. Purtroppo, al momento, nessuno dei geni identificati ne spiega completamente tutti i sintomi. Oggi è noto che a particolari mutazioni riscontrate in uno dei geni coinvolti, intervengono altri fattori ambientali scatenanti. Il ruolo dei geni è perciò sempre di più interpretato come un importante fattore di comorbidità che interagisce con altri fattori, genericamente detti ambientali, nel determinare la comparsa della sindrome“.
Articolo di Gioia Locati
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/locati/2018/12/18/altro-che-piu-sani-abbiamo-perso-10-anni-di-salute/
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