Dormire bene: l’importanza del sonno
di Valentina Chiarappa
Il sonno rappresenta una fondamentale risorsa per il nostro organismo, eppure spesso viene dato per scontato o preso in considerazione solo nel momento in cui manca o è disturbato.
A dimostrazione di ciò, è stata scientificamente provata una maggiore resistenza dell’uomo alla mancanza di cibo, rispetto a quella di sonno. Approfonditi studi hanno, infatti, rilevato l’importanza del giusto riposo, come momento in cui il cervello analizza gli eventi della giornata e seleziona quelli, tra loro, da immagazzinare. Si tratta cioè del periodo di tempo in cui il cervello non elabora più in modo subalterno, ma autonomamente.
Nonostante il fatto che non siano ancora chiari, neanche ai ricercatori del campo, i motivi che rendono l’atto del dormire così essenziale per una buona salute, sono facilmente verificabili le conseguenze della sua mancanza: peggioramento dell’umore, astenia, diminuzione della memoria, fino ad arrivare, nei casi di prolungata privazione di sonno, a disturbi della crescita e abbassamento delle difese immunitarie.
La nota rivista medica francese “Lancet”, è giunta ad affermare che la scarsità di sonno provoca precoce invecchiamento, in quanto il riposo insufficiente causa un incremento dei livelli di glucosio (zucchero) nel sangue e cagiona l’innalzamento di un ormone, denominato cortisolo. Tali variazioni sono, in ultima analisi, responsabili dei disturbi tipici della senilità: diminuzione della memoria e della concentrazione.
Mediamente l’essere umano adulto ha bisogno di 7-8 ore di sonno a notte, anche se le esigenze variano a seconda delle particolari caratteristiche del soggetto preso in esame. In ogni caso, l’elemento che può rilevare la qualità del nostro riposo consiste nella peculiarità del nostro risveglio: se ci svegliamo riposati e non necessitiamo di riposini pomeridiani, ciò significa che il nostro sonno è sufficiente per il nostro specifico bisogno.
Il sonno, durante il corso della notte, si presenta come un’alternanza di diverse fasi, le principali delle quali sono due, contraddistinte dalla presenza o meno dei rapidi movimenti degli occhi (REM: Rapid Eye Movement). Subito dopo l’addormentamento, interviene la fase “non-REM” di sonno molto pesante, in cui i sogni sono assenti, i muscoli e gli apparati si rilassano e le onde cerebrali diventano più lente (caratteristica degli stati di inerzia). Dopo circa 20 minuti si entra nella fase “REM”, nella quale si ha un’intensa attività del cervello dovuta ad un maggiore afflusso di sangue causato dall’aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. È il periodo in cui si verificano i sogni ai quali partecipano anche gli occhi. È infatti questo il motivo per cui si registrano i loro rapidi movimenti: essi sono dovuti al fatto che si segue con lo sguardo ciò che avviene durante l’attività onirica. Nel contempo tutti i muscoli del corpo si bloccano, al fine di evitare la reale partecipazione motoria al sogno. Successivamente, queste due fasi si alternano per almeno 4-5 volte, fino ad arrivare, verso l’alba, con una diminuzione delle fasi di sonno profondo e con l’intensificazione dell’attività onirica.
Può stupirci sapere che l’insonnia, il più diffuso disturbo del sonno, colpisce statisticamente, nel nostro Paese, 6 persone su 10 e che si presenta, purtroppo, come un fenomeno in aumento. Sono ben 4 milioni gli italiani che ricorrono a sonniferi, ed è stato calcolato che ci si assenta dal lavoro mediamente per 3 giorni al mese, proprio a causa della mancanza di sonno.
Ma quali sono le cause che impediscono un buon riposo? Oggi, una delle ragioni principali risiede certamente nei ritmi di vita stressanti, i quali non ci permettono (a differenza degli altri esseri viventi) di rispettare le fasi di attività, da svolgere nelle ore di luce naturale, e quelle di riposo, riservate ai periodi di oscurità, imposte dal normale avvicendamento del giorno e della notte.
Oltre a ciò, non meno importante si rivela l’ambiente in cui viviamo, nel quale luce, inquinamento acustico ed elettromagnetico, provocano una tensione in grado di ostacolare un sonno ristoratore. Le cattive abitudini alimentari e di vita costituiscono poi un ulteriore motivo per non dormire bene: una cena pesante composta da cibi sofisticati che richiedono lunghi tempi di digestione e che viene consumata troppo tardi rispetto alla predisposizione dell’organismo al sonno, l’assunzione dopo il tramonto di sostanze eccitanti e alcolici, il fumo, la mancanza di attività fisica, sono tutti elementi che impediscono un buon riposo.
Inoltre e non da ultimo, i cattivi pensieri rappresentano un aspetto da non sottovalutare. Preoccupazioni dovute al lavoro e/o a eventi personali, distraendoci, non ci permettono di osservare i tipici segnali che il nostro organismo ci invia per informarci della sua necessità di riposare, quali: sbadigli, sensazione di freddo, diminuzione della concentrazione.
Tuttavia va osservato, che le cause alle quali si possono far risalire i vari disturbi del sonno sono talmente numerose e diversificate, da indurre una classificazione internazionale ad identificare ben 84 tipologie diverse di insonnia. Normalmente però, gli specialisti del settore ne distinguono tre tipi principali: l’insonnia transitoria che dura al più 1 o 2 notti, quella a breve termine che può arrivare fino ad un massimo di 3 settimane, e quella cronica che supera la durata di 1 mese.
Il periodo, nella vita di un essere umano, in cui il sonno è migliore, è dai 20 ai 30 anni. Dopo i 40 anni esso risulta meno appagante, più leggero e di breve durata. Oltre i 45 anni si osserva una distinzione del fenomeno dell’insonnia tra uomini e donne: in queste ultime la percentuale di insonni passa, infatti, dal 20 al 40%, mentre un analogo incremento, nella popolazione maschile, si registra verso i 60 anni, con un aumento degli insonni dal 20 al 30%.
È importante osservare che, secondo alcune informazioni diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nonostante la notevole espansione dell’insonnia tra la popolazione, in Italia ben il 37% degli affetti tratta con superficialità il disturbo, non ricorrendo ai ripari. A tal fine è possibile utilizzare vari rimedi naturali, escludendo l’uso di sonniferi: oltre ad un corretto regime alimentare e stile di vita, può rivelarsi infatti di grande aiuto l’uso delle erbe ad azione ansiolitica sotto forma di tisana, tintura madre o infuso. Tra quelle più adatte a questo scopo, abbiamo la ben nota camomilla, ad effetto antispasmodico, la valeriana, utilizzata da secoli come calmante, il biancospino, la passiflora e la piscidia che svolgono un benefico influsso sul sistema nervoso, e ancora il meliloto, il luppolo e il papavero.
Anche l’alimentazione può esercitare un notevole giovamento al buon sonno. Alcune sostanze benefiche sono infatti contenute in cibi che normalmente consumiamo. Il triptofano, ad esempio, costituente delle proteine, è presente nella frutta secca, nel riso, nell’orzo, nei piselli e nei fagioli. Il potassio, sale minerale la cui scarsità causa l’insonnia, è contenuto nelle banane, nelle carote, nelle arance, nelle albicocche, nelle prugne e nelle patate. La vitamina B6, che coadiuva l’assimilazione del triptofano e che con esso favorisce la produzione di serotonina (un neurotrasmettitore che regola lo stato dell’umore), è rintracciabile nelle arachidi, nel riso, nell’orzo e nelle patate.
Inoltre, anche il materasso sul quale dormiamo può costituire un valido alleato per favorire un buon sonno. È stato infatti calcolato che con un materasso nuovo si dorme, in media, fino a 50 minuti in più a notte, il sonno è meno frammentato e arriva prima. È quindi consigliabile rispettare alcune importanti caratteristiche nell’acquisto del materasso, correlate a fattori anatomici, fisiologici e pratici.
Alcuni rimedi naturali:
L’Aromaterapia, consiglia di porre su un apposito diffusore di creta, qualche goccia di olio essenziale di lavanda, la cui azione concilia il sonno. Appoggiarlo quindi su una lampadina accesa o piccola fonte di calore nella camera in cui si dorme, una ventina di minuti prima di coricarsi. Il “cuscino contro l’insonnia” è un altro rimedio interessante, proposto dalla medicina dolce: si tratta di fare un piccolo cuscino, che si può anche tenere accanto a quello normalmente utilizzato, riempito di erba di luppolo sminuzzata, dalle conosciute proprietà sedative; vi si aggiungono, poi, poche gocce di estratto di lavanda, tiglio, arancio e melissa. Tali semplici rimedi naturali possono, in sostanza, costituire una valida alternativa all’uso di sonniferi, dannosi per la salute.
Articolo di Valentina Chiarappa, pubblicato su “Lo Stilo” nel febbraio 2001.
Fonte: http://www.valentinachiarappa.it/come-dormire-bene–l-importanza-del-sonno.html
Quando si legge un articolo su una definizione Scientifica, la prima cosa che viene in mente “sarà vero”? Viviamo in un mondo dove non si riesce più a distinguere il vero dal falso. Spesso si fa riferimento a importanti scoperte attuali già ben definite nel passato, dando colpa alle case Farmaceutiche le quali non hanno interesse a guarire certi mali perché sono fonte di grandi guadagni.Sarà vero? Ma allora i Governi ed in special modo la Sanità Nazionale ed Internazionale sono forse amministrate da carciofi non qualificati a dirigere la Sanità dei rispettivi Paesi?? Se le origini del Cancro sono dote dal 1931, com’é che si continua a morire di cancro?