E se tutto fosse già successo?
di Giorgio Cozzi
E se tutto fosse già successo? È l’interessante teoria di Alberto d’Anna, per il quale l’esistenza è un copione già scritto, che gli esseri umani inconsapevoli sono destinati a vivere.
Alberto D’Anna (foto a fianco), che si autodefinisce libero pensatore, ha dedicato molti anni ad una ricerca metafisica e spirituale, che l’ha condotto a formulare un’ipotesi alternativa a quelle correnti, in qualche modo antagoniste, incentrata su determinismo e libero arbitrio.
Nel suo libro, recentemente rivisitato “Un chiodo e gocce d’acqua” (edizioni Akkuaria), ha compiuto una approfondita dissertazione sulla meccanica quantistica e sulle teorie della coscienza, agganciandole alle ipotesi formulate da diversi scienziati, con lo scopo di dimostrare che l’esistenza non risponde sempre ai principi scientifici comunemente accettati e che i dubbi lasciati aperti dai numerosi dilemmi, non trovano risposte adeguate nelle conoscenze scientifiche attuali.
Le domande eterne su “chi siamo” e “da dove veniamo”, finiscono per trovare nuove possibilità di spiegazione che non richiedono, a suo dire, di tracciare percorsi idealistici o fideistici, bensì di riscoprire dentro di noi l’essenza di cui siamo fatti. In qualche modo, una riconnessione con l’eterno e l’infinito da cui proveniamo e a cui tutto ritornerebbe, in un disegno macroscopico che funzionerebbe come un programma software, che traduce la Volontà primigenia in una realtà concreta che noi, esseri umani, catalizzeremmo nella nostra esistenza, mentre la stiamo vivendo.
Il programma sarebbe scritto in partenza e il suo divenire sarebbe legato al fatto che “non possiamo interpretare diversamente la storia che viviamo”. Ogni scelta sarebbe in questo senso l’unica scelta possibile e comunque tocca a noi effettuarla, come se fosse una scelta autonoma nostra e non un disegno divino già scritto. Va da sé, che vivremmo tutti in una realtà totalmente deterministica, dove il libero arbitrio sarebbe soltanto la percezione di una libertà di scelta, che invece è già scritta sin dall’inizio dei tempi.
Confronto tra scienza e spiritualità
La storia umana, potrebbe prevedere anche la catena delle esistenze, orientata a consentire una sperimentazione diversificata, che conduce al raggiungimento della pienezza eterna nel riassorbirsi nella Mente Universale, da cui origina e a cui ritornerebbe. Le recenti teorie sugli Universi paralleli, mutuate dalla Fisica subatomica, potrebbero non risultare in opposizione a tale principio, in quanto raccorderebbero la varietà delle possibilità umane in tante esistenze diverse, in cui sono presenti le diverse scelte e, quindi, i diversi film che ognuno di noi vivrebbe.
Se non fosse per la dotta e approfondita disquisizione sulle teorie scientifiche che precede l’ipotesi finale, si potrebbe pensare a uno dei tanti orientamenti spiritualisti che animano gli eventi moderni; tuttavia, proprio la chiarezza espositiva e il continuo confronto con le conoscenze scientificamente accertate, danno corpo ai concetti espressi dall’autore, che rendono meritevole di confronto il suo pensiero e le sue proposte.
Sono molti gli scienziati che si contendono le interpretazioni sulla coscienza ed altrettanti che sostengono ipotesi scientifiche contrapposte, relativamente alle condizioni dell’origine dell’umanità e alla sua evoluzione, in termini di senso e significato.
Esiste un Dio che ha generato l’esperimento uomo? Siamo frutto del caso? Una straordinaria combinazione di elementi chimici derivati dal Big Bang? C’è una volontà ultima in tutto questo? Con la morte del corpo finisce tutto? C’è una continuazione? E perché? Le domande si affollano alla nostra mente e la spronano a cercare risposte che la Scienza, al momento, non può dare, né tanto meno la sola religione con le sue “leggende istituzionalizzate”, frutto non di eventi certi, bensì di storie costruite “politicamente”. Queste in estrema sintesi alcune delle domande suggerite dal lavoro di ricerca di Alberto D’Anna.
Entanglement e Universi Paralleli
Secondo i principi dell’entanglement, saremmo tutti connessi, come dimostrano le sperimentazioni della Fisica delle particelle. Le cose accadrebbero solo quando noi le osserviamo, come dimostra la Meccanica Quantistica con l’indeterminazione della particella e dell’onda in contemporanea (o è energia, movimento, o è materia, stabile, ma non le due insieme: e possiamo saperlo solo quando osserviamo il fenomeno, come se lo fissassimo, in estremo come se lo producessimo, cioè lo determinassimo).
Se queste dimostrazioni scientifiche sono vere, allora è vero anche che un potenziale è prendere coscienza del collegamento universale che lega ogni cosa e ogni informazione a cui ci si può riconnettere, consentendo fenomeni ed eventi che non sono più così vincolati dal sistema sensoriale di cui siamo pur dotati. Questo sostiene D’Anna, in linea con quanto sostiene anche la Parapsicologia.
Il fatto che la funzione d’onda, prima di determinarsi grazie all’osservazione, abbia tante possibilità, consente di pensare ad un mondo di universi paralleli, in cui esistono allo stato virtuale tutti gli “io” che hanno scelto diversamente da come hanno scelto nel “qui e ora”, nella dimensione che stiamo vivendo ora, o per meglio dire, di cui abbiamo consapevolezza nel mondo attuale.
L’enunciato di questo libro, che non trova nelle conoscenze attuali giustificazioni a un certo modo di essere della realtà, si conclude con una proposta intrigante: l’unico modo di semplificare i fondamenti dell’esistenza, sarebbe insito nella considerazione che essa è “solo” frutto di una storia già scritta sin dall’origine dei tempi, dove l’interpretazione che ne diamo, vale a dire le scelte che facciamo, sono già determinate da tutto ciò che le ha precedute.
La conseguenza è che esisterebbe un finalismo del “programma” di cui facciamo parte (in fondo saremmo solo informazioni, come certe teorie scientifiche sostengono): riconnetterci ad una Mente che ci ha partorito e che ci riaccoglierà nel suo grembo.
La morte dunque non esisterebbe, la reincarnazione sarebbe possibile e l’esperienza terrena sarebbe un percorso evolutivo di cui necessitiamo per ricongiungerci con la Mente Universale. Gli Universi Paralleli sarebbero altre virtualità compresenti, in cui l’essere umano nelle scelte non compiute è comunque presente nelle altre alternative.
Ogni tanto qualche sconnessione ci farebbe percepire brandelli di vite parallele, dimostrandone il valore esistenziale. Insomma, una bella provocazione…
Articolo di Giorgio Cozzi – Presidente AISM (Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica), sociologo e psicologo, coach e trainer. Ricercatore psichico, studia i fenomeni paranormali, i sensitivi, la medianità. Ha pubblicato libri di management e di parapsicologia (“Con gli occhi dell’anima” e “Dimensione Venia“, entrambi Golem libri).
Fonte: https://www.karmanews.it/9499/e-se-tutto-fosse-gia-successo/
Certo anche noi siamo fatti di quelle particelle subatomiche,che occupano contemporaneamente molti punti dello spazio e che collassano in un determinato punto solo quando osservate.così vale per il nostro corpo,credo,la nostra coscienza fa collassare tutte le possibilità inquella che viviamo,ma le altre possibilità sono comunque presenti in altri luoghi