Dogmi Relativistici e Quantistici, nuovi e vecchi Medioevi: dalla “Teoria umorale” alla “Teoria della Relatività”
di Sabato Scala
Da Galeno ad Einstein, dalla teoria umorale a quella relativistica. Einstein è stato per la scienza del XX secolo quello che Galeno fu per la medicina del medioevo.
La teoria degli umori divenne per i medici medievali, una sorta di dogma religioso indiscutibile ed un metro per confrontarsi e misurare qualunque tipo di malattia. In quei secoli bui, il “salasso” divenne la pratica medica più diffusa e anche quella che fece più vittime.
Nella impossibilità di conoscere e sondare l’esistenza e la presenza del mondo batterico, Galeno, estendendo la teoria dei medici greci, ritenne che ogni malattia fosse dovuta ad uno squilibrio nel sistema degli umori, ovvero dei liquidi più o meno reali e fisici esistenti nell’organismo.
Sulla base di questa teoria egli elaborò un complesso sistema di analisi ed anamnesi delle patologie e dello stato dell’organismo. In base a queste teorie, elaborò il dogma dell’uso della salasso, ovvero dell’uso di sanguisughe per asportare liquidi in eccesso, come strumento medico unico per riequilibrare l’organismo.
In base a questa follia, che comunque aveva, in alcuni casi isolati, anche effetti positivi, venivano trattate praticamente tutte le malattie. Questi successi immensamente esaltati dai fautori servivano a coprire i numerosi insuccessi, nascosti, celati o semplicemente additati all’imponderabile.
Allo stesso modo, nel XX secolo, Einstein suppose e rese dogma la non esistenza dell’etere, non essendo stato in grado di misurarlo e non avendo gli strumenti per poterne verificare l’esistenza, dando credito all’esperimento di Michelson e Morley ed ignorando quelli condotti da Dayton Miller con risultati diametralmente opposti.
Solo dopo la sua morte, nel 1955, fu pubblicato un lavoro approssimativo e teorico che senza alcuna verifica sperimentale criticava i risultati dei suoi esperimenti. Ad ogni modo, grazie a questo dogma, formulò la sua teoria della relatività allo stesso modo in cui Galeno formulò la sua teoria umorale.
Il vuoto superfluido per la Relatività come i batteri per la Teoria Umorale
La causa vera della nascita delle malattie, associata generalmente alla presenza del mondo esterno batterico che sfuggiva a Galeno, è equipollente alla causa di tutte le correlazioni misurate dal mondo quantistico e collegate alle interazioni dinamiche del vuoto superfluido, come sta emergendo da studi sia teorici che sperimentali negli ultimi anni.
Ma per superare l’impostazione di Galeno servirono centinaia di anni e la morte di coloro che avevano fondato la loro professione e la loro fortuna su quella follia. Se si esclude la presenza del mondo batterico nella medicina e se si esclude la presenza dell’Etere nella fisica, in entrambi i casi viene rimossa la causa prima dei fenomeni.
Rimossa la causa reale, bisogna inventare ex novo un sistema di credenze che viene passato come scientifico, e che funge da causa prima ed unica delle malattie per il mondo medico e dei fenomeni quantistici per il mondo fisico.
Galeno e Einstein non avevano pensato che la causa potesse essere in qualcosa di discreto, microscopico ed esistente fuori e sotto, le relative materie che stavano studiando. Sia Galeno che Einstein stavano facendo ragionamenti di ordine macroscopico laddove servivano elementi di ordine microscopico.
Galeno guardava al corpo umano come un unicum attraverso la teoria del sistema umorale, Einstein guardava all’universo e alla gravità sulla base di di una teoria unica del mondo basata sulla relatività del tempo.
Gli Umori Galenici come lo Spazio-tempo Einsteiniano
Così come Galeno puntò su un’unica causa invisibile all’origine di ogni malattia presente unicamente all’interno del corpo umano, Einstein associò la gravità a qualcosa di interno al sistema del vuoto, ma avendo ammesso che l’Etere ed il vuoto non esistevano fisicamente, sostituì tutto con una modifica della geometria dell’universo. Dopo aver tolto il mare dell’Etere, pensando ad una geometria curva e non euclidea, fu costretto ad inserire anche il tempo come variabile per spiegare il movimento delle onde sul mare virtuale di quella geometria.
Galeno dal canto suo, avendo escluso una causa esterna alle malattie, fu costretto ad introdurre l’elemento dello squilibrio tra gli umori come causa unica di queste. In sintesi volendolo esprimere questi due paradossi con una metafora matematica, “le malattie stanno alla gravità come lo squilibrio umorale sta la relatività del tempo”.
Durante i lunghi anni bui del medioevo, la medicina galenica divenne base e fondamento di ogni teoria medica. I medici si allontanarono completamente dall’osservazione pura, semplice ed elementare delle malattie dei pazienti, per chiudersi in una elaborazione teorica e filosofica del modello umorale.
Il Dogma dello Spazio-tempo
Allo stesso modo, i fisici del XX secolo, trasformata la relatività e quindi il ragionamento geometrico non euclideo di fondo, in un dogma, hanno pensato di poter tralasciare l’osservazione mera e semplice dei fenomeni, per poter elaborare tutte le teorie in forma puramente matematica.
Tutte le follie della medicina e della scienza medievale, sono scaturite proprio da un prolungamento per continuità dell’elaborazione meramente filosofica del modello della teoria umorale. Tutte le follie della scienza del XX secolo, sono state causate da un prolungamento per continuità della ragionamento della geometria curvilinea basato sull’elaborazione di tipo meramente matematico.
Così come la medicina galenica trovava sempre occasione di verificare e misurare il mondo attraverso elaborazioni filosofiche precostituite, e quindi di provare che quelle elaborazioni filosofiche della teoria umorale trovavano applicazione nel mondo medico, così anche la fisica del XX secolo si è data da fare per dimostrare che tutte le previsioni basate sulle elaborazioni teoriche della teoria della relatività, trovavano riscontro nella realtà dell’universo.
Dalle follie della medicina galenica, il medioevo trasse tutte le follie dell’Alchimia Spagirica (termine coniato da Paracelso – 1493-1541 – per designare il nuovo indirizzo medico e terapeutico da lui impresso all’alchimia). Estendendo il metodo matematico teorico meramente geometrico della teoria della relatività su un diverso piano, quello submicroscopico, la fisica del XX secolo ha creato una nuova alchimia spagirica chiamata meccanica quantistica, sostituendo la geometria curva alla statistica e dando al modello statistico una realtà fisica, come la relatività aveva dato realtà fisica alla geometra dello spazio-tempo.
Così come l’alchimia spagirica aveva poco a che vedere con la medicina galenica e spesso era in contrasto netto con essa, così la meccanica quantistica ha poco a che vedere con la relatività generale, tanto da essere incompatibile con essa. Tutto uguale quindi: due MEDIOEVI a confronto, due dogmi, due metodi meramente filosofici, due insiemi di convinzioni, tutti basati su un errore di fondo: non voler ammettere una causa prima esterna ai propri modelli.
Articolo di Sabato Scala – Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale.
La differenza tra Galeno ed Einstein è quella che c’è tra empirismo e metodo scientifico. Si nota un’evoluzione del pensiero umano. Affermare che Einstein rappresenta un altro medioevo è quantomeno relativo.
Molto gradevole la sua esposizione: i miei complimenti.
Concordo perfettamente con Lei.
Con questa poche righe tento di riportare la fisica strapazzata del XX secolo alla realtà.
TEORIA DELLA RELATIVITA’
Una delle principali difficoltà è quella delle prove sperimentali che, a motivo dei limiti infinitesimali imposti dai calcoli, si risolvono, sempre, in nanometri, picosecondi etc.
Fantomatici aerei che fanno un giretto e poi tornano alla base e verificano scostamenti insignificanti fra gli orologi a terra e montati sugli aeroplani.
Mesoni che percorrono più strada di quanta dovrebbero (fenomeno che potrebbe avere molte altre diverse spiegazioni)
Il GPS che non funzionerebbe se non ci fossero correttivi relativistici (falso !)
Improbabili gemelli: uno invecchia e l’altro no (tanto una astronave che viaggia a velocità prossime a C non esiste !)
Scostamenti micrometrici nella retrogradazione dell’orbita di Mercurio.
Potrei continuare all’infinito ma mi fermo qui.
Ho da proporre un esperimento semplice che ‘taglia la testa al toro’.
Io vado al Polo Nord e mia moglie va all’equatore (circonferenza all’equatore circa 40.000 Km) dopo aver sincronizzato gli orologi.
Io mi copro bene perché fa freddo, mi siedo e ruoto su me stesso a 7.5 giri/sec.
Non è una rotazione molto alta e giro così’ per un giorno intero !
Rispetto a me, che mi considero fermo, mia moglie viaggia alla velocità della luce (7.5 giri/sec X 40.000 Km = 300.000 Km/sec ….circa)
Dopo aver terminato (è vero che mi gira un po’ la testa !) ritorno a casa e pure mia moglie, dopo aver goduto 24 ore di sole, ritorna a casa.
Dunque, ci ritroviamo il giorno dopo e l’orologio di mia moglie dovrebbe segnare 24 ore in meno, oppure il mio 24 ore in più !!!!!
Provare per credere !!!!!!
Non si tratta di un moto inerziale ma nulla cambia: le velocità relative sono quelle che ho descritto.
Suggerisca a tutti i relativisti sposati di fare questa verifica !
Mia moglie mi ha detto che sono solo un imbecille che fa il girotondo al freddo !
SISTEMI DI RIFERIMENTO
A proposito di sistema di riferimento privilegiato, a mio parere la questione è mal posta.
Non può esistere ‘un vascello’ di galileiana memoria se non si considera l’oceano e nemmeno un ‘treno’ di einsteniana memoria se non si considerano i binari cosi come non esiste la terra se non si considera il sole.
Parlare di un sistema di riferimento non ha senso se, quantomeno, oltre all’osservatore debba esserci almeno un osservato (che potrebbe essere un altro osservatore);
ne consegue che si debba parlare di sistema vascello-oceano, di sistema treno-binari o di sistema planetario (terra-sole).
Stabilito questo, all’interno di un sistema si può trovare un punto comune (che può essere definito fermo) valido per tutti gli osservatori appartenenti al sistema stesso.
Un saluto.
Nicola Zupo
nicolazupo@libero.it