“Campi di Forza” ed Evoluzione spirituale
di Michela Caputo
L’universo è vibrazione, tu sei vibrazione, allora, qual è la differenza fra te e il resto? In queste righe cercherò di spiegare a grandi linee la mia esperienza riguardo ai “Campi di Forza” e la loro influenza sugli esseri.
Giorno dopo giorno, constato sempre più la realtà dei “campi di forza” e la loro esistenza diventa per me sempre più evidente. Queste riflessioni, tuttavia, scaturiscono della mia esperienza personale e possono quindi essere in parte influenzate dal mio particolare punto di vista. La percezione di questa realtà misteriosa e cangiante, mi è stata donata per pura grazia di Dio attraverso l’aiuto del Maestro e io, come persona, non sento di avere alcun merito a riguardo.
Innanzitutto, è importante definire con precisione che cosa si intende in questo caso con campi di forza. I campi di forza sono un insieme di vibrazioni che vanno dal grossolano all’estremamente sottile. Invisibili ai cinque sensi, sono onde che riempiono in una qualche dimensione, ancora per lo più sconosciuta, lo spazio che ci circonda. Sono composti da vibrazioni più sottili del suono, ma somigliano molto a quest’ultimo in quanto a natura, variazioni e forme.
Si estendono in un qualche modo misterioso all’interno dello spazio nel quale noi stessi ci muoviamo e se sono abbastanza densi permettono la manifestazione, in quello spazio, di entità che possono muoversi su quella stessa lunghezza d’onda. Ogni giorno tutti noi siamo immersi in una marea di campi vibrazionali sovrapposti e intersecati e ci passiamo attraverso in maniera per lo più del tutto inconsapevole. Ci perdiamo in questo modo – a causa del nostro atteggiamento distratto – delle informazioni preziosissime per comprendere l’universo che ci circonda.
I campi di forza possono essere generati da più o meno ogni cosa: possono essere in relazione con le condizioni astrologiche, i luoghi, gli oggetti, le persone, i gruppi di persone e molto altro. Dal momento in cui i campi di forza vengono percepiti in maniera lucida, diventano uno strumento estremamente utile per tentare di raggiungere stati elevati di coscienza che ci aiutano ad avvicinarci a Dio.
Purtroppo, però, prendere coscienza dei campi di forza non è un compito semplice, poiché ciò richiede un’elevata capacità di concentrazione, vuoto mentale e pace interiore. Tutte caratteristiche della mente che scarseggiano nei luoghi in cui ci muoviamo normalmente e dai quali, volenti e nolenti, siamo influenzati. Le forze vibrazionali che si muovono all’interno di questi spazi, però, proprio come le forze che conosciamo nel mondo fisico, agiscono sia sulle persone che sono consapevoli della loro esistenza, sia su quelle che non lo sono. Entrare in un campo di forza è come immergersi nell’acqua: impossibile rimanere asciutti, impossibile quindi non farsi toccare dal campo di forza.
Esiste, tuttavia, una differenza tra la persona consapevole che si immerge in un campo di forza e una inconsapevole. La persona consapevole saprà di esser stata bagnata dall’acqua e di non essere l’acqua. La persona inconsapevole, invece, sarà convinta di aver generato lei stessa l’acqua e con un senso di orgoglio o tristezza, in base al campo di forza in cui si trova, si identificherà totalmente con l’acqua, fino a credere di essere l’acqua.
Per questo motivo, la persona inconsapevole non ha la possibilità di scegliere su quale campo di forza risuonare e si trova continuamente in balia di spinte improvvise e contrarie, che la trasportano proprio come una banderuola al vento. Per rendere più chiara la natura dei campi di forza, potremmo infatti paragonarli anche alla forza del vento. Trasportata dal “vento” dei campi di forza, la persona inconsapevole crederà di essere lei stessa a muoversi, poiché non ha mai conosciuto la forza del vento che per lei è totalmente invisibile. La persona consapevole, invece, osserverà il suo proprio movimento nello spazio, ben sapendo di non essere lei l’autrice di quella danza, la potrà così osservare con distacco e gioia.
I campi di forza possono essere più o meno intensi e potenti. All’inizio di una pratica spirituale, e purtroppo non solo all’inizio, la forza della nostra consapevolezza è generalmente molto debole in confronto alla maggior parte dei campi di forza. Per questo è molto importante seguire i consigli di chi li percepisce e restare il più possibile a contatto con campi di forza dalle forme armoniose, luminose e ascendenti.
Noi stessi emaniamo un campo di forza del tutto personale, che varia in intensità sulla base di molti fattori, ma in particolar modo in relazione alla nostra capacità di concentrazione e alla vivacità delle nostre emozioni. Il nostro personale campo di forza, più o meno intenso, riceve in ogni caso e continuamente informazioni dal mondo esterno e più in particolare dai campi di forza con cui entriamo quotidianamente in contatto. Per comprendere la maniera in cui il campo di forza personale entra in contatto con i campi di forza esterni, basta immaginare una serie di griglie composte da forme geometriche che si intersecano nel momento in cui si trovano nello stesso spazio – lo spazio del campo di forza può essere uno spazio fisico o uno spazio mentale.
Per quanto riguarda la manifestazione dei campi di forza nello spazio fisico, possiamo riflettere sul seguente esempio: nel momento in cui una persona si reca in chiesa o in un qualsiasi tempio sacro, il campo di forza personale riceve informazioni superiori che danno al campo di forza della persona, energia e forza ascendente. Le linee del campo di forza del tempio tenderanno a modificare e armonizzare, in maniera automatica, il campo di forza personale.
In questo modo, il campo di forza personale viene nutrito da energie superiori e, nel tempo, quest’ultimo tenderà a uniformarsi al campo di forza esterno. Per quanto riguarda lo spazio mentale, invece, possiamo prendere l’esempio di una persona innamorata. L’attenzione continuamente rivolta alla persona amata, porta l’innamorato a fondersi con il campo di forza della persona che riempie il suo spazio mentale. Lo stesso processo viene messo in atto nel momento in cui focalizziamo l’attenzione su qualsiasi altra cosa: per esempio, la ripetizione continua di una preghiera porta il nostro campo di forza personale a fondersi con quello della preghiera.
Purtroppo, questo processo avviene con molta facilità anche nel senso inverso. È infatti molto facile essere influenzati in senso negativo dai campi di forza grossolani che ci circondano e che purtroppo sono in netta maggioranza rispetto a quelli più raffinati. Nel momento in cui l’aspirante spirituale genera uno sforzo per elevare la sua coscienza, egli crea nel suo campo di forza forme armoniose che sono però ancora molto deboli. Il campo di forza personale è infatti in stretta relazione con la ripetizione e l’intensità delle esperienze che vengono fatte nella vita quotidiana. Quindi, se per tanti anni o forse tante vite il nostro campo di forza è stato abituato a muoversi in una dimensione fatta di passioni e pensieri grossolani, è normale che sia necessario tempo affinché il nostro campo di forza cambi la sua natura e tenda verso forme più armoniose e belle.
Frequentare campi di forza elevati somiglia un po’ a portare delle scarpe ortopediche. La correzione delle imperfezioni però richiede tempo e per questo è necessaria un’estrema pazienza. È necessario rivivere il più spesso possibile stati elevati di coscienza, affinché questi diventino parte del nostro stato “normale”. Per quanti anni abbiamo nutrito pensieri grossolani o pieni di sofferenza? Il nostro personale campo di forza tende a voler rimanere immutato e vuole continuare a muoversi nelle dimensioni a cui è abituato, per questo motivo è molto difficile modificare la forma del campo di forza personale. Ancora più difficile è resistere alle spinte esterne che vogliono riportare il nostro campo di forza alla sua vibrazione abituale, dopo che noi abbiamo fatto uno sforzo per modificarlo.
Affinché il campo di forza dell’aspirante sia così intenso da rimanere illeso nonostante le spinte grossolane, è necessario continuamente ricordare al nostro campo di forza la sua forma più elevata, che piano piano diventerà la sua forma naturale. In questo modo, faremo pian piano passi in avanti, riuscendo a far rientrare il nostro campo di forza in forme sempre più sottili.
Purtroppo, le forze del mondo esterno sono un peso che l’aspirante spirituale sentirà diventare sempre più insopportabile, man a mano che il suo campo di forza si raffina. L’armonia in cui egli si trova, infatti, viene naturalmente toccata dai campi di forza disarmoniosi esterni. Ciò crea un dolore profondo nella persona ormai abituata a una certa delicatezza di vibrazione. Per di più, i campi di forza esterni mettono a dura prova la solidità del campo di forza armonioso dell’aspirante spirituale. Le vibrazioni grossolane penetrano infatti inevitabilmente all’interno del campo di forza personale e spingono verso un peggioramento dello stato di coscienza. Più l’aspirante ha attaccamenti ad aspetti grossolani, più le energie esterne troveranno dei punti dove aggrapparsi e la spinta verso il basso sarà più intensa.
È quindi estremamente necessario essere continuamente molto vigili e osservare senza posa il nostro stato interiore. Nel momento in cui ci sentiamo abbattuti, demotivati, tristi o sofferenti, dobbiamo trovare la forza di compire azioni o frequentare luoghi che hanno una risonanza positiva. Se incessantemente saremo in grado di ritornare a vibrare a un livello più elevato, la forma armoniosa del nostro campo di forza diventerà sempre più solida. Se saremo in grado di rendere il nostro campo di forza davvero molto raffinato e radicato, saremo in grado di modificare in senso positivo, attraverso la nostra presenza, i campi vibrazionali che ci circondano. Arrivare a questo stadio, richiede però un impegno forte, costante e che non lascia spazio a spinte contrarie. Anche nei momenti in cui ci sembrerà di essere vicini a questo punto, nuovi ostacoli si presenteranno, proprio perché l’universo spinge verso un continuo miglioramento ed occorre dare continua prova di essere in grado di sostenere lo stato di coscienza raggiunto.
Per poter passare in maniera positiva attraverso i campi di forza e trarre il maggior beneficio possibile da essi, il nostro campo di forza personale deve essere allo stesso tempo fluido e forte. Lasciare che il nostro campo di forza si impregni di tutte le spinte esterne è un bene solo se poi siamo in grado di ritornare a noi stessi per riflettere sull’esperienza vissuta.
Non esistono campi di forza negativi o positivi, tuttavia, esistono campi di forza più o meno facili da gestire. In questo senso, bisogna essere molto realisti riguardo alle proprie capacità personali: se mi reco in questo ambiente con risonanza bassa, sarò poi in grado di rimanere distaccato e tornare a vibrare a un livello superiore? Nel momento in cui ci troviamo in un campo di forza armonioso e ascendente, ci sentiamo trasportati senza sforzo verso emozioni leggere e piacevoli, come senso di pace, amore e pienezza interiore. Un campo di forza grossolano, invece, composto da linee spesse e zone d’ombra, porterà naturalmente la persona verso emozioni più intense che possono facilmente trasformarsi in dolore.
È difficile infatti lasciar scorrere liberamente dentro di noi energie dense e grossolane, per farlo e trarre beneficio anche da queste forze, è necessario avere dei canali di energia estremamente aperti e fluidi. Un rischio che gli spazi con campi di forza grossolani generano, inoltre, è quello di trasportare l’aspirante spirituale in uno stato di oblio degli stati superiori di coscienza, che lui stesso ha vissuto. Infatti, nel momento in cui i canali di energia vengono riempiti da forze grezze e rumorose, l’aspirante spirituale non riesce più a sentire i suoni più sottili e armoniosi e mano a mano li dimentica. Nella pratica esiste il rischio che i pensieri diventino più pesanti e materiali, fino a far dimenticare all’aspirante spirituale l’obbiettivo della sua ricerca e quindi dimenticare anche la sua stessa aspirazione.
La città con il suo caos e il suo incessante movimento è uno dei luoghi che per eccellenza genera forme pesanti e grossolane. In uno stato illuminato di coscienza, anche in questo contesto è possibile vivere in un perfetto stato di pace. Tuttavia, fino a che sentiamo di vivere una qualsiasi forma di sofferenza seppur sottile, è bene utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione per ritornare a vibrare a un livello più elevato e poi riprovare a passare attraverso le situazioni quotidiane con più distacco.
Il contatto con la natura, la pratica spirituale, l’attenzione continua al momento presente, la preghiera, il contatto con persone con un elevato stato di coscienza, le emozioni elevanti come la compassione, la lettura di testi spirituli e ascoltare musica armoniosa sono tutti mezzi a nostra disposizione, che ci aiutano a mantenere il nostro campo di forza il più possibile raffinato e bello, anche in situazioni sfavorevoli.
Non esiste nessuno sforzo che vada sprecato sulla via spirituale. Come ha scritto Thich Nhat Hanh: “ogni passo fatto in consapevolezza è un passo verso la guarigione”. Allora, preoccupiamoci solo di questo: che la nostra aspirazione sia sempre viva e che la nostra consapevolezza venga sempre rinnovata e la Terra ci darà la possibilità di camminare verso il Divino.
Articolo di Michela Caputo – Insegnante Yoga
Fonte: http://www.satyasvara.com/principi-universali/campi-forza-ed-evoluzione-spirituale/
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