Cristo Ritorna – Rivela la Sua Verità
Io, il Cristo, colgo questa occasione per parlare direttamente a Voi. Io sono venuto a rettificare le interpretazioni erronee date agli insegnamenti da me pronunciati quando ero conosciuto come ‘Gesù’ in Palestina, 2000 anni fa.
Sono nati tanti miti attorno alla mia persona terrena e alla mia Coscienza Spirituale, che è ora di liberarsene il più completamente possibile, dato che stanno impedendo alla gente di evolvere spiritualmente.
Voi, che siete stati indottrinati con insegnamenti religiosi, dovete cercare di capire che quando stavano descrivendo la mia vita, gli evangelisti, miei discepoli, raccontavano solo quello che ricordavano personalmente a pieno sostegno del loro resoconto delle mie attività ‘soprannaturali’. Essi hanno incluso anche molte cose raccontate su di me da altri, durante i trent’anni e più, dopo la mia morte.
Dopo un tale lasso di tempo e abbellimento della verità – come avrebbero potuto scrivere una ‘biografia’ autorevole di me o di ciò che era successo realmente… o spiegare correttamente le mie vere percezioni spirituali, che diedero vita alle mie parole e ai miei ‘miracoli’?
Soltanto una persona può scrivere da questo punto di vista… e quella sono io. Pertanto, queste Lettere vi porteranno la mia Verità nel modo in cui nessuno spettatore potrebbe mai raccontarla, per quanto bene creda di aver compreso il mio modo di pensare.
Se la mia Verità, espressa in queste Lettere, differisce da molte cose scritte nel vostro Nuovo Testamento, deve forse stupire o essere rifiutata per questa ragione? Pertanto, io discendo brevemente in coscienza, tanto vicino quanto è necessario, al vostro piano di coscienza per descrivere la mia vita e i miei insegnamenti di 2000 anni fa.
Il mio Posto nella Storia
Prima di tutto devo sottolineare che c’è un breve riferimento alla mia vita ed alla mia persona nella ‘Storia dei Giudei’ scritta da Giuseppe Flavio per il Governatore Romano e presentata all’Imperatore Romano. Giuseppe Flavio nota brevemente che Gesù, che tentò di rovesciare la legge e l’ordine e l’autorità dei romani, fu punito e crocifisso.
C’è chi sostiene che si tratti di qualche altro Gesù ricordato da Giuseppe Flavio. Ma non è così. Il rivoltoso ero io, io, che successivamente divenni il CRISTO che compì dei cosiddetti miracoli di guarigione e materializzazione. Ma io non ero un ‘sobillatore’. Non agitavo deliberatamente la gente per sfidare i romani e per disturbare la legge e l’ordine.
Io ero un ribelle contro le tradizioni giudaiche esistenti e poiché, dopo essere emerso dal mio soggiorno di sei settimane nel deserto, avevo visto un modo migliore di pensare e vivere, cercavo di passare la mia conoscenza ai miei fratelli giudei, con poco successo.
È importante che voi comprendiate, che la pressione della opinione pubblica pesava sui miei seguaci. Mentre credevano realmente, che io avevo portato ai giudei un messaggio per la ‘salvezza dell’anima’ e che ero il Messia, il ‘Figlio di Dio’, essi erano anche del mondo, e cercavano di relazionarsi col mondo, come meglio potevano. Pertanto, sebbene conoscessero i miei sentimenti reattivi verso le credenze giudaiche, essi non erano contenti di abbandonare del tutto il Vecchio Testamento, dato che esso aveva sostenuto e tenuto insieme i giudei lungo tutta la loro storia. Nell’intento di preservare ciò che ritenevano di valore nella vecchia legge, essi eliminarono ogni descrizione della ‘persona’ che io ero.
I miei discepoli e Paolo costruirono un loro edificio di ‘sacre credenze’ su ciò che volevano conservare della mia vita e dei miei insegnamenti. Essi insegnarono e consolidarono soltanto ciò che ritenevano importante per le persone – giudei o gentili che fossero – in quell’epoca e nel futuro.
Di conseguenza, essi scelsero ciò che potevano usare e ‘tralasciarono’ la maggioranza di quelli che io chiamavo i ‘segreti del Regno di Dio’, giacché essi non li avevano mai compresi. E non li ritennero desiderabili nella creazione di una nuova percezione del ‘Divino – il ‘Padre’.
Per salvaguardare la credenza giudaica della ‘salvezza dalla punizione per i peccati’ per mezzo del sacrificio nel Tempio – la ‘persona di Gesù’ fu adottata come il sacrificio ‘supremo’, che pagò per i peccati degli uomini per mezzo della sua (mia) crocifissione. Questa credenza serviva a molti scopi a quell’epoca. Essa diede alla mia morte sulla croce una ragione valida ed eroica. Dimostrava alla gente che io ero il ‘Figlio di Dio’, che aveva compiuto una missione specifica fino alla fine stessa della mia vita.
Questa credenza si dimostrò inoltre di grande conforto ai giudei, quando il loro Tempio venne distrutto dai romani e portò molte persone a convertirsi. Molte sette dei giudei – e anche dei gentili – non credevano nella vita dopo la morte. Di conseguenza fu molto confortante per loro sentire che ‘Gesù Cristo’ era stato vittorioso sulla morte e aveva conservato il suo corpo. In quei tempi, gran parte del pensiero umano riteneva che la vita non fosse possibile senza il corpo. Perciò la vita dopo la morte non poteva significare altro che la risurrezione del corpo.
Questo, inoltre, tenne il mio nome costantemente vivo nelle menti delle persone. Io ero la ‘figura storica’ che era morta valorosamente per assicurare che gli uomini fossero liberati da ogni paura dell’inferno e della dannazione. A patto che credessero in ‘me’, essi potevano camminare come ‘uomini liberati’. È soltanto perché il mio ‘nome’ è stato tenuto vivo fino a quest’oggi, che sono ora in grado di venire a voi per darvi la VERITÀ, che così ardentemente desideravo condividere con la gente 2000 anni fa.
La mia Gioventù e le mie Esperienze nel Deserto
Io nacqui in Palestina. Mia madre era convinta che sarei stato un Messia. Contrariamente alle credenze popolari, da bambino non ero un santo. Quando fui portato nel Tempio, all’età di dodici anni, per essere interrogato dai Sommi Sacerdoti per decidere se ero idoneo a partecipare all’Addestramento Religioso Giudaico, fui rifiutato come troppo supponente. Amaramente delusa, mia madre mi riportò a casa e fece del suo meglio per educarmi nella santità, che caratterizzava il suo contegno in ogni momento. Era un compito impossibile, poiché io ero, soprattutto, un individualista e sregolato nei miei comportamenti. Mi irritava la guida di mia madre e la disciplina che cercava di impormi. Come giovanotto, diventai intrattabile un vero ribelle!
Rifiutavo l’attaccamento incrollabile di mia madre alla fede e alle tradizioni giudaiche, preferendo le risate agli atteggiamenti ipocriti. Mi rifiutavo di imparare un mestiere che mi avrebbe legato ad una routine. Preferivo frequentare tutte le classi più povere, bevevo con loro, conoscevo delle prostitute e mi divertivo a parlare, a discutere, a ridere e ad essere molto pigro. Quando avevo bisogno di soldi, andavo nei vigneti per un giorno o due, o prendevo degli altri lavori, pagati abbastanza da permettermi di mangiare e bere e darmi l’agio che desideravo.
Nonostante tutti i miei difetti come essere umano, i miei atteggiamenti sconsiderati, disinvolti, indolenti, la mia volontà egoista e la determinazione egocentrica nel pensare i miei pensieri, qualunque cosa gli altri tentassero di dirmi, mi interessavo molto profondamente della gente. Ero profondamente emotivo. Nel vostro modo di parlare attuale, mi avreste descritto come ‘iper-reattivo’, ‘iper-emotivo’.
Avevo un cuore caloroso, compassionevole, empatico. Ero profondamente commosso in presenza di malattia, dolore e povertà. Ero un accanito sostenitore di quelli che chiamate i ‘perdenti’. Si potrebbe dire che ero un ‘uomo del popolo’. Vivevo a stretto contatto con loro, in uno spirito di cameratismo; ascoltavo le loro sventure, comprendevo e me ne preoccupavo.
È importante comprendere le mie vere origini e le caratteristiche della mia prima giovinezza, perché erano questi gli stimoli che mi motivarono e mi spinsero verso il conseguimento finale dello stato Cristico.
Quello che maggiormente detestavo e a cui mi opponevo era la miseria , la malattia e la povertà che vedevo intorno a me. Mi faceva infuriare e diventavo appassionatamente, rumorosamente arrabbiato nel vedere le persone vestite in cenci, magre e affamate, malate, storpie, eppure insensibilmente intimidite dai leader giudei, che le gravavano di leggi e osservanze tradizionali senza senso, minacciando loro con la punizione di Geova, se non obbedivano. Dichiaravo, a chiunque volesse ascoltarmi, che questa povera gente aveva abbastanza da sopportare senza essere schiacciata da misure insensate, restrittive della gioia. Che senso aveva vivere, se non eravamo nati per essere felici?
Mi rifiutavo di credere in un Dio ‘giusto’ secondo le tradizioni dei giudei. Gli ammonimenti biblici profetici riguardanti ‘il giudizio e l’ira’ di Geova contro la gente, mi disgustavano. Gli uomini erano umani, dopotutto, e facevano ciò che la loro natura umana li spingeva a fare. Erano nati peccatori, quindi perché dovevano essere condannati ad una vita di sofferenza e povertà per il fatto di aver infranto i Dieci Comandamenti? Dov’era il senso di tali affermazioni?
Per me, questa credenza giudaica dipingeva un “Dio” illogico, crudele, e non volevo avere nulla a che fare con “Lui”. Mi sembrava che, se esisteva una ‘divinità’ del genere, ne conseguiva che l’umanità era condannata ad una miseria eterna. La semplicità e la libertà che scoprivo sulle colline, nelle valli, nei laghi e sulle montagne, rinvigorivano intimamente il mio spirito e calmavano il mio rimuginare rabbioso contro il Dio Giudaico. Di conseguenza, mi rifiutavo di credere ad una parola di ciò che gli Anziani Giudei cercavano di insegnarmi.
Tuttavia, quando avevo circa venticinque anni, un nuovo modo di pormi domande prendeva possesso dei miei pensieri. Mentre camminavo sempre più spesso da solo sulle colline, la mia ribellione veniva gradualmente sostituita da un vivo desiderio di conoscere e comprendere la vera natura di ciò che doveva di certo ispirare la creazione.
Esaminai il mio stile di vita e vidi quali sofferenze le mie azioni avevano causato a mia madre e a molte altre persone. Sebbene sentissi una profonda compassione per i deboli e i sofferenti, la mia natura ribelle aveva causato un comportamento sconsiderato ed egoista verso la mia famiglia. Il mio profondo amore per loro ora sgorgava in me e mi ritrovavo a ribellarmi, allo stesso modo, contro il mio comportamento passato.
Sentii parlare di Giovanni il Battista e del lavoro che svolgeva tra i giudei, che venivano ad ascoltare le sue parole persino da Gerusalemme. Decisi di fargli visita per essere battezzato io stesso. Durante il cammino verso il fiume Giordano, mi sentivo euforico all’idea di essere battezzato e iniziare una nuova vita.
Sapevo che, nonostante la mia emotività sregolata, ero nato anche con un’intelligenza acuta e col dono di una eloquenza intuitiva, incisiva, che avevo usato volontariamente e negativamente, guidando le persone in discussioni turbolente. Avevo gettato via i miei talenti inseguendo una vita di egoismo, indolenza e piacere. Come risultato, avevo perduto tutto il rispetto da parte degli altri; e non possedevo alcun rispetto per me stesso.
Per la prima volta, trovavo che questo era intollerabile. Mi rendevo conto che, in futuro, avrei potuto e dovuto fare un uso migliore dei miei doni naturali. Anziché fare soltanto chiasso, forse avrei potuto trovare un modo per alleggerire i fardelli di coloro per cui provavo una profonda pietà. Fino a quel momento non ero stato praticamente utile a nessuno.
Il mio Battesimo
Mentre entravo nell’acqua del Fiume Giordano, per essere battezzato da Giovanni, non mi aspettavo di sentire altro che il sollievo d’aver fatto, per una volta, un passo positivo per correggere il mio comportamento. Mi aspettavo di sentire una nuova determinazione per tornare a casa e sorprendere mia madre e i vicini con i miei nuovi atteggiamenti gentili nei loro confronti.
Quello che accadde in realtà, quando Giovanni mi battezzò, fu un’esperienza totalmente diversa da qualunque cosa avessi mai pensato possibile. Sentii una grande ondata di potente energia sorgere nel mio corpo. Ne fui letteralmente stordito. Mentre uscivo barcollando dal fiume, mi sentii elevare nella coscienza in una maniera straordinaria. Un grande afflusso di felicità ardente mi elevò in uno stato d’estasi. Ero rapito e consapevole di una grande Luce.
Inciampando mi allontanai dal fiume e camminai e camminai, non sapendo dove stessi andando. Andai avanti, ciecamente, entrando nel deserto. Prego notare! LE MIE SEI SETTIMANE NEL DESERTO furono un periodo di purificazione interiore totale della mia coscienza umana. Vecchi atteggiamenti, credenze e pregiudizi vennero dissolti.
Era arrivato per me il momento di condividere con le persone ricettive tutto quello che sentii, ‘vidi’, realizzai e compresi. (Per aiutare le persone ad abbandonare le immagini antiquate e fantasiose di una ‘deità’ biblica, eviterò di riferirmi a ‘Dio’ con questa parola ed userò una terminologia intesa ad allargare le vostre menti per abbracciare ciò che realmente è al di là di ogni forma, colore, suono, emozione e comprensione terreni. Questa terminologia diventerà sempre più significativa man mano che perseverate nella meditazione e nella preghiera.)
Cosa provai nel Deserto
Venni elevato in una luce interiore raggiante e mi sentii carico di vitalità e mirabilmente pieno di potere. Ero colmo di estasi e di gioia e sapevo, al di là di ogni dubbio, che QUESTO POTERE era il vero Creatore, da cui tutte le cose create avevano ricevuto il loro essere. Questa gloriosa armonia interiore, pace e senso di perfetta realizzazione, senza bisogno di aggiungere altro a quel bellissimo momento, era la natura stessa della Realtà – il Potere Creativo – che dava vita alla creazione e all’esistenza. Questo è quello che ‘vidi’, compresi, percepii nel deserto.
Fui elevato in un’altra dimensione di percezione consapevole, che mi mise in grado di vedere la VERITÀ riguardo alla vita e all’esistenza. Vidi, lucidamente e chiaramente, che cosa era reale e che cosa era falso nel modo di pensare dell’uomo. Mi resi conto che il ‘Potere Creativo’, che stavo sperimentando, era infinito, eterno, universale e riempiva tutto lo spazio oltre il cielo, gli oceani, la terra e tutte le cose viventi. Vedevo che ESSO era POTERE MENTALE. ESSO era IL POTERE CREATIVO della MENTE.
Non esisteva alcun punto in cui non ci fosse questo ‘DIVINO POTERE CREATIVO DELLA MENTE’. Mi resi conto che la mente umana era estratta dalla DIVINA MENTE CREATIVA, ma era soltanto una candela accesa dal sole. In alcuni momenti la mia vista umana fu talmente elevata spiritualmente da permettermi di vedere attraverso le rocce, la terra, la sabbia. Ora questi apparvero essere soltanto uno ‘scintillio di minuscoli ‘granellini”.
Mi resi conto che nulla era davvero solido! Quando ebbi dei momenti in cui dubitavo che le cose potessero stare così, i cambiamenti nei fenomeni smettevano di verificarsi, e molto più tardi scoprii che i miei pensieri, se fortemente permeati dalla CONVINZIONE, potevano causare dei cambiamenti nello ‘scintillio dei granellini‘ (che la scienza attualmente chiama particelle con carica elettrica) e pertanto produrre dei cambiamenti nell’aspetto della roccia o di qualunque cosa stessi studiando.
Fu a questo punto che mi resi conto dell’effetto potente, che la CONVINZIONE o la FEDE incrollabile avevano sull’ambiente, quando veniva pronunciato un comando o anche una credenza. Quello che fu ancor più sbalorditivo, fu la mia realizzazione illuminante, da ‘coscienza cosmica’, che tutto quello che avevo visto era in realtà il ‘Potere Creativo’ della Mente Divina Stessa, reso visibile nello ‘scintillio dei granellini’. Non solo, ma il suo aspetto poteva essere profondamente influenzato dall’attività del pensiero umano.
Mi resi conto che non c’era nulla di solido nell’universo, ogni cosa visibile manifestava un diverso ‘stato di coscienza’, che determinava la composizione e la forma dello ‘scintillio dei granellini’. Pertanto, ogni forma esteriore era un’espressione della coscienza interiore.
VITA e COSCIENZA, mi resi conto, erano la stessa cosa. Era impossibile dire: ‘Questa è VITA’ e ‘Quella è COSCIENZA’. La Coscienza era Vita e la Vita era Coscienza, e il ‘Potere Creativo’ di entrambe era la ‘MENTE DIVINA UNIVERSALE’, oltre, dentro e dietro l’universo. (Fine prima parte, seguirà la seconda)
Liberamente tratto dal libro: “Cristo Ritorna – Rivela la sua Verità” (Lettera 1)
Queste Lettere (in totale sono 9) e gli Articoli (in numero di 16) sono opera del Cristo, il quale ha spiegato bene che essi devono essere liberamente disponibili su internet. Io ne sono semplicemente il “Registratore”. Le Lettere sono state ricevute nel 2000 e nel 2001. Sono disponibili su internet sin dal 2001. Il primo degli Articoli, in cui il Cristo commenta le nostre vite quotidiane, è stato ricevuto nel 2003 e il più recente dei messaggi nel dicembre del 2014.
Fonte: https://www.christsway.co.za/home-2
Nell’articolo “Cristo ritorna” la narrativa somiglia al percorso di ognuno di noi, chi prima chi dopo ognuno ha i suoi tempi, però Gesù Cristo è molto ma molto di più, è stato concepito dallo Spirito e ha fatto tanti miracoli. E poi, come decidere a quale veggente credere ?