Esperimenti sugli effetti della preghiera
di Franco Libero Manco
Il premio Nobel “Alexis Carrel” ha denominato la preghiera come la più potente forma di energia…
E un ricercatore di fama, lo scienziato americano “N.J.Stowel”, ha misurato l’effetto della preghiera. Egli racconta: “Ero un cinico, un ateo e credevo che Dio fosse solo un’immaginazione della mente umana”. Lavoravo in un grande laboratorio patologico di una clinica, dove mi occupavo di misurare la lunghezza d’onda e l’intensità di irradiamento dei cervelli umani. Con i miei collaboratori decidemmo di studiare, quello che succede nel cervello umano durante il passaggio dalla vita alla morte. A tale scopo avevamo scelto una donna che soffriva di un tumore maligno al cervello. La donna era perfettamente normale fisicamente e mentalmente. La sua serenità ci colpiva tutti. Sapevamo che doveva morire, e anche lei lo sapeva. Poco prima della sua morte, mettemmo nella sua stanza un apparecchio di registrazione ultrasensibile, che doveva indicarci quello che sarebbe accaduto nel suo cervello negli ultimi minuti di vita. Sopra al letto aggiungemmo un piccolo microfono, nel caso avesse detto qualcosa negli ultimi momenti. Nell’intervallo ci recammo nella stanza accanto. Eravamo 5 scienziati ed io ero quello più insensibile. Nell’attesa restammo in piedi davanti ai nostri strumenti. L’ago era sullo zero e poteva oscillare a 500 gradi a destra nei valori positivi e 500 gradi a sinistra in quelli negativi.
Qualche tempo prima, con l’aiuto dello stesso apparecchio, avevamo misurato una stazione radio, il cui programma – una notizia che doveva essere trasmessa in tutto il pianeta – si irradiava nell’etere con una potenza di 50 kilowat. Durante questa prova constatammo una misura positiva di 9 gradi.
L’ultimo istante dell’ammalata sembrava avvicinarsi. Ad un tratto sentimmo che si mise a pregare e a lodare Dio. Gli domandò di perdonare tutte le persone che le avevano fatto dei torti nella vita e poi disse: “So che tu sei l’unica sorgente di vita degna di fiducia per tutte le tue creature”. Lo ringraziò per la Sua forza, con la quale l’aveva guidata durante tutta l’esistenza. Affermava che il suo amore non era diminuito malgrado tutte le sue sofferenze. E nella prospettiva del perdono dei suoi peccati per mezzo di Gesù, emanava una gioia inesprimibile. Frementi restammo intorno ai nostri apparecchi senza vergognarci delle nostre lacrime. Improvvisamente mentre la donna continuava a pregare sentimmo un tintinnio sul nostro apparecchio: l’ago si era posizionato a 500 gradi a destra e si agitava a più riprese contro l’ostacolo.
Avevamo fatto una scoperta prodigiosa: il cervello di una morente in contatto con Dio, sviluppava una potenza 55 volte più grande di tutto l’irradiamento universale della radio diffusione. Per verificare le nostre osservazioni decidemmo di fare un altro esperimento. Chiedemmo all’infermiera di stimolare un ammalato, provocandolo, facendo in modo che avesse un reazione di rabbia. L’uomo infatti reagì con delle ingiurie e delle imprecazioni e si rivolse a Dio in maniera blasfema. Vi furono dei tintinnii sul nostro apparecchio. Eravamo sbalorditi: l’ago battendo contro l’ostacolo si era rotto a 500 gradi negativi, ossia a sinistra. Eravamo riusciti incontestabilmente a dimostrare in modo scientifico la potenza positiva di Dio ma anche la forza negativa dell’avversario. Da quel momento la mia concezione atea cominciò a crollare.
In seguito, in un ospedale furono fatti esperimenti per verificare l’efficacia della preghiera nella guarigione degli ammalati. Un gruppo di persone si rese disponibile a pregare per alcuni degenti scelti a caso. Il risultato fu che questi guarivano prima di altri. Negli Stati uniti e in Giappone, invece, furono effettuati esperimenti sugli effetti della meditazione profonda. E si scoprì che questa faceva diminuire i livelli di ansia, colesterolo e adrenalina, mentre faceva aumentare i livelli di serotonina. Altri benefici dimostrati erano: riduzione della pressione sanguigna, del mal di testa, benefici nei disturbi legati al colon irritabile, riduzione della produzione del cortisolo (ormone dello stress), aumento notturno della melatonina, riduzione della noradrenalina (neurotrasmettitore prodotto dallo stress), aumento del Dhea (ormone che agisce sul sistema immunitario), aumento di testosterone, aumento della coerenza cerebrale tra emisfero destro e sinistro. Ma la preghiera non fa bene solo al “destinatario”, fa bene soprattutto a chi la pratica, perché consente il rilassamento neuromuscolare, favorisce la calma, la serenità e la pace interiore.
All’inizio degli anni Novanta, l’Accademia delle Scienze di Mosca riferì una stupefacente relazione tra il DNA e la qualità della luce, misurata in fotoni. In una relazione su questi studi iniziali, il dott. “Vladimir Poponin” ha descritto una serie di esperimenti, secondo cui il DNA umano influenza direttamente il mondo fisico. Il dott. “Poponin”, leader riconosciuto nel campo della biologia quantistica, era ospite di una istituzione di ricerca americana, quando questa serie di esperimenti venne svolta. Gli esperimenti erano iniziati con la misurazione di strutture di campo della luce nel vuoto, all’interno di un ambiente controllato. Dopo aver rimosso tutta l’aria da una capsula appositamente predisposta, la struttura di campo e la distanza fra le particelle di luce prendevano una distribuzione casuale, come ci si attendeva. Le strutture di campo furono controllate e registrate due volte, per essere usate come riferimento nella sezione successiva dell’esperimento. La prima sorpresa si verificò quando dei campioni di DNA vennero posti all’interno della capsula. In presenza di materiale genetico, distanza e struttura di campo delle particelle di luce cambiarono.
Anziché assumere la struttura diffusa che i ricercatori avevano rilevato in precedenza, le particelle di luce cominciarono ad acquisirne una nuova, che rassomigliava agli avvallamenti di una forma ondulatoria. Il DNA stava chiaramente influenzando i fotoni, dando loro la forma regolare di una struttura ondulatoria attraverso una forza invisibile. La sorpresa successiva si verificò quando i ricercatori tolsero il DNA dalla capsula. Essi erano fermamente convinti, che le particelle di luce sarebbero ritornate al loro stato originario di distribuzione arbitraria, ma osservarono con sorpresa il verificarsi di qualcosa di molto inatteso: i modelli erano molto diversi da quelli osservati prima dell’inserimento del DNA. “Poponin” affermò che la luce si comportava “in modo sorprendente e contro-intuitivamente”.
Dopo aver ricontrollato la strumentazione e avere rifatto gli esperimenti, i ricercatori si trovarono a dover fornire una spiegazione su ciò che avevano osservato. In assenza di DNA, cosa influenzava le particelle di luce? Il DNA si era forse lasciato dietro qualcosa, una sorta di forza residua, che permaneva anche dopo che il materiale biologico era scomparso? “Poponin” scrive che lui e gli altri ricercatori furono “costretti ad accettare l’ipotesi che venisse eccitata una specie di nuova struttura di campo…” Per sottolineare che l’effetto era collegato alla molecola fisica di DNA, il nuovo fenomeno fu denominato “effetto fantasma del DNA”. La nuova struttura di campo di “Poponin” suona sorprendentemente simile alla “matrice” della forza citata da “Max Planck”, e agli effetti a cui accennano le antiche tradizioni religiose.
Questa serie di esperimenti è importante perché dimostra chiaramente, forse per la prima volta in condizioni di laboratorio, l’effetto della preghiera sul mondo fisico. Il DNA usato nell’esperimento era un agglomerato passivo di molecole, non collegate al cervello di un essere vivente cosciente. Ma anche in assenza di sentimenti diretti, che pulsassero attraverso l’antenna della doppia elica del DNA, si rilevavano comunque una forza e un effetto misurabile nelle sue immediate vicinanze.
Se ogni cellula dell’organismo di una persona, ossia un’antenna di sentimenti ed emozioni, ha la stessa proprietà di influire sul mondo circostante, allora quanto può venire amplificato questo effetto se, anziché considerare una singola persona, consideriamo invece una quantità molto più grande di individui, fosse anche solo una frazione dei sei miliardi di persone viventi oggi sulla Terra? Cominceremmo allora a percepire il potere che la nostra “volontà collettiva” rappresenta, la quale potrebbe essere indirizzata, ad esempio, per porre fine a tutta la sofferenza umana e per allontanare il dolore che ha caratterizzato così pesantemente il ventesimo secolo. La chiave sta nel lavorare insieme per raggiungere quell’obbiettivo. Questa potrebbe rivelarsi la più grande sfida del terzo millennio.
Usando alcuni dei più sensibili strumenti oggi disponibili, per misurare dei campi di energia che cinquant’anni fa non erano neppure conosciuti, la scienza ha convalidato un rapporto che gli antichi conoscevano già duemila anni fa: il rapporto dimenticato degli esseri umani con le forze del mondo, con l’intelligenza del cosmo e con il proprio prossimo. Abbiamo accesso diretto alle forze del nostro mondo. Questo è il linguaggio che fa muovere le montagne. E’ lo stesso linguaggio che ci permette di scegliere la vita anziché malattie, e di creare la pace in situazioni in cui crediamo non possa esistere. Quando leggiamo di guarigioni miracolose, perché non crediamo allora che gli stessi miracoli possano avvenire costantemente?
La preghiera mi ha mostrato che alcune cose esistono, a prescindere dalla nostra capacità di fornirne le prove. So che siamo capaci di grandi possibilità e di un’inespressa e profonda capacità di amare. E cosa forse più importante, so che esiste la possibilità di porre fine alla sofferenza di tutte le creature, rendendo onore alla “sacralità della vita”. Questo scenario è già con noi, “qui ed ora”. So che queste cose sono vere, perché le ho viste. Il momento in cui ammetteremo queste possibilità su larga scala, si aprirà una nuova grande Speranza.
Articolo di Franco Libero Manco
Tratto da: http://www.stampalibera.com/?p=60522
La preghiera non fa bene solo al “destinatario”, fa bene soprattutto a chi la pratica, perché consente il rilassamento neuromuscolare, favorisce la calma, la serenità e la pace interiore. Con la preghiera non siamo noi a parare a Dio, è lui che parla a noi! Beati coloro che riescono a sintonizzarsi su quella frequenza che permette di poterlo fare!
La preghiera è un ponte che ci permette di comunicare con Dio, di chiedere umilmente di intercedere per i nostri bisogni, di consolarci e di tenderci una mano quando tutto ci appare buio e senza una via d’uscita…!!!