Il Nuovo Tipo Biologico-Uomo: Confronto Passato Futuro
di Pietro Ubaldi
Nello sviluppo dell’universale fenomeno evolutivo che va dall’una all’altra delle tre forme successive, materia, energia, spirito, la trasformazione biologica che l’uomo compie rappresenta la transizione dalla fase energia alla fase spirito. Questo caratterizza il nuovo tipo biologico-uomo e la nuova civiltà (la nuova era dell’acquario: l’età dell’oro).
Man mano che avanziamo verso la profonda realtà delle cose, sempre meglio appare l’ordine divino e l’anima è rapita nella contemplazione delle armonie del creato. Pian piano che si sale, ci invade un senso di liberazione, di fiducia, di riposo in Dio, di adesione alla Sua volontà. Di sintonizzazione col tutto, di fusione in un organismo immenso che è di una potenza e bellezza suprema. Incominciamo a staccarci lentamente dal mondo dell’involuto e a salire sempre verso quello dell’evoluto. Il nuovo tipo biologico-uomo è in progresso, facciamo pure il confronto passato-futuro.
Il tipo biologico del passato e quello dell’avvenire sono di fronte in questa attuale fase di transizione. Così abbiamo classificati i due estremi tipici dell’individuo umano per maggior evidenza dimostrativa. Ma nella realtà tra questi due estremi vi sono infinite gradazioni intermedie secondo lo sviluppo evolutivo di ciascuno. L’estremo inferiore esprime la quantità, quello superiore la qualità (transizione planetaria o salto quantico).
L’evoluzione consiste nella trasformazione della prima nella seconda (come nella disintegrazione della materia e degradazione dell’energia). Muta la massa in potenza, muta la forma e resta l’indistruttibile sostanza. Ci farà meglio comprendere il fenomeno un confronto con l’energia elettrica. L’involuto rappresenta lo stato elettrico ricco di ampéres ma povero di voltaggio, l’evoluto rappresenta la posizione inversa in cui, diminuita la quantità di ampères, è proporzionalmente aumentata la tensione in volts. Cioè la quantità, pur essendo diminuita come quantità, si è trasformata in alto potenziale.
Nonostante questa trasformazione, nulla si è creato e nulla si è distrutto, poiché la sostanza, espressa in watt, è rimasta uguale a sé stessa. Vi è tra i due stati il rapporto che esiste tra quantità d’acqua (in metri cubi), considerata come sorgente di energia, e la sua pressione (dislivello). In altri termini, l’energia si affina, si sottilizza, ma nello stesso tempo si dinamizza. La trasformazione risulta così compensata.
Tale è il Mondo Attuale
Confrontiamo i due tipi. L’involuto è forte, ma insensibile e ottuso. Egli è un fiume di energia ma di qualità inferiore, rozza, indisciplinata. Egli ne fa uno spreco illogico perché gli manca la coscienza direttrice, per conquistare la quale è appunto necessario quel dispendio attraverso la sperimentazione. Tale è il mondo attuale. All’evoluto esso appare un caos infernale stupido e doloroso.
L’evoluto è sul piano fisico meno forte ma sensibilizzato, acuto di mente e penetrante. Egli rappresenta una corrente dinamica più limitata come quantità, ma di qualità immensamente superiore, raffinata, disciplinata. Con l’elevamento di potenziale questa forma di energia è diventata più potente, più atta a vincere le resistenze come avviene in elettricità (ohm) quando eleviamo il voltaggio.
Se questa corrente dinamica è più limitata come quantità, le sue qualità di maggiore potenza, l’ordine e la disciplina con cui viene adoperata e l’uso più cosciente che ne fa l’evoluto, le danno un rendimento molto maggiore. La trasformazione della quantità in qualità, pur assottigliando la massa, si traduce in una maggiore potenza di penetrazione. La saggezza di una coscienza direttrice oramai conquistata, significa il risparmio di immensi sprechi di energia imposti dal tentativo e dall’incertezza nella sperimentazione.
Quindi non solo la natura più sottile del nuovo dinamismo permette di attraversare più facilmente gli ostacoli, ma la conoscenza con cui esso viene diretto elimina le dispersioni inutili, gli errori e quindi i dolori. E ne permette la sua molto maggiore utilizzazione in senso evolutivo, nella direzione dell’armonia e della felicità, anziché sostare nel dolore e nella disperazione. Come tale è il mondo attuale.
La Conquista della Coscienza
In questo piano lo scopo della lotta dell’involuto, che è la conquista della coscienza, è raggiunto. Gli attriti e gli urti della sua forma di lotta sono superati ed eliminati, oramai inutili. Tutto qui è diventato organico, armonico, logico, cosciente, saggio. Non solo dunque la massa è diventata potenza, ma l’utilizzazione di questa potenza è sempre maggiore, se ne ottiene cioè un sempre maggior rendimento utilitario in termini di felicità.
Non solo la materia bruta è diventata energia vibrante, non solo il dinamismo acquistando una più spinta capacità di penetrazione significa una forza più attiva e quindi più potente. Ma si è formata l’arte, prima ignota, di saper usare tutto ciò con intelligenza, il che dà ad ogni, anche minimo atto, un valore e un risultato molto maggiore.
Nello sviluppo dell’universale fenomeno evolutivo che va dall’una all’altra delle tre forme successive, materia, energia, spirito, la trasformazione biologica che l’uomo compie rappresenta la transizione dalla fase energia alla fase spirito. Questo caratterizza il nuovo tipo biologico-uomo e la nuova civiltà (la nuova era dell’acquario: l’età dell’oro).
Se la forza è la caratteristica dell’involuto, l’intelligenza è quella dell’evoluto. Ciò li distingue ed è la pietra di paragone per definire il grado evolutivo di un uomo. Basta osservare come esso individualmente e collettivamente si comporta. Come fa la guerra e vive la pace, come fa le rivoluzioni e supera le crisi, come lavora, come pensa, come comanda e ubbidisce, per avere un criterio di classifica.
Non è la posizione sociale, ma è l’intima qualità che conta. E non è il successo, ma il metodo e la condotta. Non è la fortuna e la sfortuna, ma è il suo percorso karmico. I cicli storici hanno spesso un ritmo fatale. Ma è l’inconfondibile impronta del passo cui si marcia nel tempo, che conta. È il gesto tutto proprio con cui ogni uomo o nazione scrive la sua storia che decide, è il valore intrinseco della personalità che attraverso quel gesto traspare, che si impone. Altresì è il diverso modo di agire che rivela e distingue.
Il Rinnovamento Sociale
Tutti comprendono che, perché sia possibile un miglioramento e un rinnovamento sociale, è necessario che si normalizzi oggi un tipo umano eccezionale, in cui predomina la caratteristica dell’onestà. Si tratta di una rivoluzione biologica in quanto che, al principio separatista dell’egoismo aggressivo per la selezione del più forte, si sostituisce il più alto principio coordinatore e armonico dell’umanità.
L’involuto non si sa decidere a questa trasformazione, che indica abbandono delle armi di offesa e difesa. Poiché teme con ciò di restare scoperto, senza protezione, e che ciò rappresenti la sua inevitabile fine. Se guarderemo in fondo alle cose vedremo che solo chi ignora le leggi della vita, può credere questo. E che, invece, chi applica le parole del Vangelo, non è un illuso che si inganna inseguendo utopie, ma è solo un uomo che ha scoperto leggi più profonde, solide e perfette. Un uomo che utilizza a propria difesa un principio protettivo completamente diverso.
In modo che così l’individuo non rinuncia affatto alle proprie difese e non è lasciato in balìa di tutti gli assalti, come può sembrare. Al contrario egli ottiene ben altra sicurezza, in quanto mette in moto un meccanismo di forze molto più perfetto e resistente della violenza o astuzia dell’involuto. Un meccanismo che questo, nell’ignoranza inerente al suo grado, non può comprendere.
Attualmente l’onestà è spesso considerata dall’individuo come una debolezza, un peso morale che intralcia la lotta, una posizione di inferiorità. Come una forma antivitale di incoscienza, uno squilibrio, una malattia dello spirito. Questa è la prospettiva delle cose quale appare dal punto di vista in cui è l’involuto. Ma il punto di vista può cambiare ed allora otteniamo una prospettiva completamente diversa al fine di un rinnovamento sociale. Ciò sembra impossibile fino al momento in cui il punto di vista sia effettivamente cambiato. Ma una volta ciò avvenuto la prospettiva si muta automaticamente.
L’Organicità della Vita
Come mai la rettitudine, l’innocenza e l’ubbidienza alla Legge possono costituire un più valido istrumento di difesa che la forza, l’egoismo e l’astuzia? Ma ciò è semplicemente assurdo, dirà l’involuto. No. Ciò è assurdo solo per chi manca del senso organico della vita. E l’organicità della vita è una sua qualità essenziale, un stato universale accessibile a tutti, in qualunque tempo e luogo, perché è alle dipendenze della propria maturità. E non della comprensione altrui e del grado di organizzazione sociale.
Questa organicità della vita è pronta ad accogliere nel suo seno ogni individuo che sappia pensare ed agire organicamente, non come arbitrio individuale. Ma come funzione coordinata al funzionamento universale. L’involuto invece pensa e agisce disorganicamente. Egli crede di essere un forte e un dominatore ed è un caotico distruttore. Il suo egoismo che egli crede sia necessario, è il principio della sua disgregazione. Il suo imporsi, che egli crede mezzo di potenza, non è che l’eccitatore della Legge per lui dolorosa.
L’immediatezza del vantaggio ottenuto nei risultati prossimi non è che una imprevidenza del danno che inevitabilmente egli si procurerà nei risultati lontani. L’involuto ci appare come un mietitore di errori e di dolori, un miope che si perde nel dettaglio delle cose vicine e ignora le lontane che pur lo riguardano. Un pazzo che in un organismo armonico, equilibrato e perfetto si dibatte senza capire, urtandosi con forze per lui invisibili e che lo feriscono a morte.
Il mondo retto di bontà e amore sarebbe lì pronto ad accoglierlo in una atmosfera di felicità, solo se egli si sapesse muovere come Dio vuole, in armonia e cooperazione. Egli invece non capisce nulla di tanta bontà e bellezza e si agita in un’atmosfera di rivolta e di distruzione, per chiudersi in una ferrea rabbia di dolorose sensazioni.
Necessità di Capire la Legge
Ripeteremo sempre la stessa cosa: per risolvere tutti i nostri problemi vi è necessità di capire la Legge (Legge di Dio, non legge dell’uomo). Noi non viviamo nel vuoto, nel nulla, nel caos, ma siamo immersi in un oceano di forze tra le quali siamo una forza. E non possiamo isolarci evadere dal regime di interdipendenza che tutto a tutto lega.
Tutto echeggia e si ripercuote in catene di azioni e reazioni (Legge di causa effetto). Ogni nostro atto deve avanzare fatalmente sul binario del determinismo causale, automaticamente guidato nei suoi spostamenti, inquadrato da limiti e rapporti.
Le forze da noi mosse come causa, siano esse buone o cattive, tanto gireranno intorno ai canali del dinamismo universale, finché ritorneranno a noi stessi in forma di effetto. In modo che noi, con i nostri atti, credendo di proiettare una spinta contro altri, non l’avremo lanciata che contro noi stessi. Le ripercussioni sono infinite, le conseguenze sembrano inesauribili, tanto si protraggono.
La Legge (Dio) tende al trionfo dei valori reali contro quella dei valori fittizi che l’uomo vorrebbe imporre. E l’uomo evoluto, data la sua conoscenza, preferisce porsi in armonia con Essa. L’involuto ribellandosi non piega la Legge, ma si infligge da sé un danno, e a forza di soffrire, imparerà. Non vi è altra via.
Le Cause degli Eventi sono Dentro di Noi
Ognuno è libero di portare ordine nel campo di forze del proprio destino, di seguire giustizia nella propria vita anche in un mondo di ingiustizia, di fare così, anche in un inferno, il paradiso dentro di sé. Anche qui la legge del merito sposta il concetto della vita. Le cause degli eventi sono sono dentro di noi, non bisogna cercarle all’esterno. Solo quando si è giunti a comprendere questo, si è diventati liberi. Finché accetteremo le cause provenienti dal di fuori, saremo servi e tremeremo dinanzi alla volontà altrui invece che dinanzi alla nostra coscienza.
Per chi ha compreso, si capovolgono i normali apprezzamenti. Ciò che ci colpisce non proviene dall’arbitrio di altri ma da ciò che siamo noi, ciò che noi facciamo e meritiamo. Logica e giustizia impongono che ciò che ci riguarda dipenda solo dalla nostra volontà e sia deciso solo da noi. Altrimenti vi potrebbe essere responsabilità e la reazione della Legge colpirebbe un innocente.
È assurdo che l’arbitrio di un estraneo, possa avere su di noi tanto potere, che la libertà umana possa imporre alla Legge una ingiustizia e portare disordine nell’universo. Allora l’uomo sarebbe il padrone e non Dio. No! Tutto è strumento, il male è arginato e guidato, esso è un mezzo ai fini del bene. Una cosa così grave come peso, quale è il dolore, così importante come sperimentazione che istruisce e come prova che redime, non è forza libera di muoversi a caso. Ma forza inquadrata dall’organismo universale.
Quel dolore non può giungere se non meritato. Vi potrà essere un disordine particolare e momentaneo, ma nelle grandi linee regna la Legge di giustizia. Il proverbio dice: “male non fare e paura non avere”. Quel che ci capita ce lo meritiamo…
Tratto da: “La società del Nuovo Millennio” di Pietro Ubaldi
Sintesi di GaiaQuantica
Fonte: https://www.pianetaindaco.it/il-nuovo-tipo-biologico-uomo-confronto-passato-futuro/
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