La sfida del Polo femminile nel Passaggio tra la 3D e la 5D
di Irene Conti
In questo articolo vorrei parlare dell’intensa trasformazione energetica che molti di noi stanno sperimentando nel passaggio dalla Terza alla Quinta dimensione, focalizzandomi sul modo in cui tale trasformazione sta impattando il “Polo femminile”, presente in noi a prescindere dal nostro sesso biologico.
La terza dimensione è il mondo materiale che ci circonda e che siamo abituati a vedere, toccare, percepire e considerare come unica realtà esistente fuori di noi. In questa terza dimensione, l’energia dominante è quella della paura e i nostri sforzi sono orientati al tentativo di sopravvivere e a quello di piacere agli altri, in modo da non trovarci mai soli.
Mentre il polo maschile è più impegnato nella sfera della lotta per la sopravvivenza, quello femminile vive la sua battaglia nell’ambito delle relazioni, della cura di sé e degli altri, nel dare-ricevere amore, nell’ambito dell’amabilità, confrontandosi molto spesso con i temi del giudizio che riguarda la dimensione dell’essere più che quella del fare (che è invece una dimensione di giudizio che tocca maggiormente la controparte maschile).
Il nostro polo femminile decide di compiere la sua missione di sviluppare capacità di nutrimento infinito e di amore incondizionato nella terza dimensione, andando incontro ad una serie di ostacoli, paure, traumi che derivano proprio dal trovarci in questa specifica dimensione di coscienza.
Nella terza dimensione possiamo osservare una caratteristica importante nella nostra “anatomia energetica”: ci nutriamo e nutriamo gli altri attraverso cordoni simili a “tentacoli energetici” che escono dal nostro corpo e questo nutrimento ci ricarica e ci fa stare bene. I cordoni però, proprio come il cordone ombelicale, fanno sì che il nostro nutrimento dipenda dagli altri e, di conseguenza, ci portano a restare invischiati in legami “contro evolutivi” per la semplice paura di rimanere senza “cibo energetico”.
Il fatto che il nostro senso di amore interno dipenda dall’esterno ci porta a subire, a volte per una vita intera, comportamenti tossici e dannosi da parte di persone del nostro ambiente di vita, semplicemente perché il nostro amore per noi stessi dipende dall’amore per gli altri. Quindi, far valere ciò che vogliamo e che ci fa stare bene implica, nella nostra logica 3D, perdere l’amore degli altri e di conseguenza l’unica forma di amore che pensiamo di poter sperimentare.
Il conto da pagare però, è una lotta continua che vede schierati da una parte i propri desideri e dall’altra quelli degli altri. In questa lotta, ci sentiamo egoisti e meschini quando mettiamo i nostri desideri al primo posto e impotenti, stanchi, vulnerabili, frustrati, quando cediamo, ancora una volta, sacrificando i nostri desideri più autentici per il bene degli individui di cui ci prendiamo cura, o che fanno parte del nostro ambiente di vita.
Che cosa avviene con il passaggio alla 5D
Il momento in cui stiamo transitando da una dimensione all’altra è il più difficile e delicato: alterniamo momenti in cui proviamo un senso di benedizione, estasi e unità con noi stessi a momenti in cui sprofondiamo, nuovamente, in emozioni di profonda tristezza, rabbia, paura. Stiamo ripulendo tutte le densità del nostro corpo e questo implica un lavoro estremamente faticoso, sfibrante ed estenuante sotto il profilo fisico, psicologico ed emotivo.
L’accelerazione con cui questo lavoro avviene, ci fa spesso sentire di essere come su una montagna russa che non si ferma mai e ci sono momenti in cui vorremmo solo poter scendere. Piano piano, però, ancorandoci sempre di più alla 5D, iniziamo a costruire nel nostro pensiero nuove credenze che sostituiscono le vecchie, nuove connessioni neuronali vengono formate e prendiamo confidenza con un modo tutto diverso di sentire e percepire la realtà intorno a noi.
Relativamente alle relazioni, in una prima fase, può essere possibile sperimentare un senso di disconnessione dalle persone da cui abitualmente correvamo, appena cominciavamo a percepire un senso di vuoto interno o un bisogno di nutrimento. A questa fase, può accompagnarsi la paura di essere diventati indifferenti e insensibili, la paura di restare soli, la paura di non essere più amati.
Si tratta di un processo di ricalibrazione in cui, a livello di anatomia energetica stacchiamo i nostri cordoni da quelli degli altri ed entriamo nel cuore. È un lavoro davvero arduo, possiamo sentirci in colpa per non desiderare più le vecchie relazioni tridimensionali, ma ci rendiamo conto di non poter più provare quello che provavamo prima, tutto è diverso per noi.
Le vecchie relazioni si ricalibrano insieme a noi: quelle che rimanevano in piedi per qualche debito karmico, vengono dissolte naturalmente, quelle che invece hanno un valore evolutivo rimangono, trasformandosi. Arrivano nuove persone che vibrano alla nostra stessa frequenza e può avvenire qui l’incontro con la propria “Fiamma Gemella”.
Il nuovo pattern relazionale che prende forma nella nostra vita, ha come centro focale l’esperienza della libertà e dell’indipendenza. Il polo femminile è finalmente libero dal campo di battaglia relazionale in cui dare amore significa perdere se stessi, qui l’amore non è più personale, non è più condizionato, non è più dipendente, ma sgorga da una sorgente di infinito potenziale e di infinita consapevolezza.
Non ci sono obblighi, doveri, sacrifici: l’amore di quinta dimensione è possibile solo se amiamo profondamente noi stessi. La cosa bizzarra è che quando veramente arriviamo alla fonte centrale dell’amore (il sacro cuore), non abbiamo più bisogno dell’amore degli altri, non abbiamo più bisogno di sentirci amati, ed è proprio allora che l’amore arriva copioso e in abbondanza e, questa volta, senza vincoli né condizioni.
Abbiamo trasformato il bisogno in potenziale e il potenziale prende forma ogni giorno per poi trasformarsi di nuovo traendoci in un flusso di consapevolezza senza fine.
Articolo di Irene Conti
Fonte: https://fisicadellacoscienza.com/2019/03/
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