La Supermente
di Pasgal
Il passaggio dal livello di uomo a quello di Superuomo è la prossima realizzazione dell’evoluzione terrestre. Questo cammino ascendente è il nostro inevitabile destino e la logica conseguenza del processo naturale.
Tutti coloro che tentano di superare la natura ordinaria, che tentano di realizzare materialmente la più intima esperienza che li ha messi in relazione con la Verità Divina, tutte queste persone, se invece di rivolgere il loro sguardo verso l’aldilà o i Piani Superiori, provassero a realizzare fisicamente ed esternamente il cambiamento di coscienza che hanno realizzato in se stessi, sarebbero apprendisti superuomini.
L’uomo è un essere di transizione, non definitivo, perché in lui e al di sopra di lui, inizia il radioso cammino ascendente che conduce alla “superumanità” divina. La transizione dall’uomo al superuomo è la prossima realizzazione dell’evoluzione terrestre. In ciò consiste il nostro destino e la chiave per liberare la nostra esistenza umana, protesa verso il Divino, ma limitata e travagliata; un destino inevitabile poiché rappresenta l’intenzione dello spirito e la logica conseguenza del processo naturale.
Sri Aurobindo è venuto sulla Terra per annunciare la manifestazione del mondo supermentale, e non solamente lo ha annunciato, ma ha in parte incarnato la stessa forza e mostrato con esempi, ciò che si deve fare per prepararsi a manifestarla. La cosa migliore che possiamo fare è studiare tutto quello che Egli ci ha insegnato, e cercare di seguire il suo esempio per prepararci alla nuova manifestazione. La Mere-Sri Aurobindo (da: “The hour of God”)
L’apparizione nel mondo materiale ed animale della possibilità umana, fu la prima scintilla di una futura Luce divina, la prima lontanissima promessa di una divinità che doveva nascere dalla Materia. L’apparizione del Superuomo nel mondo umano sarà il compimento di questa divina promessa. Fuori dalla coscienza materiale, in cui la nostra mente lavora come uno schiavo incatenato, s’alza il disco di un segreto sole di Potere, Gioia e Conoscenza. La Supermente sarà la forma compiuta di quel radioso fulgore.
La Superumanità non è l’uomo salito al proprio apice naturale, ovvero ad un grado superiore di grandezza, conoscenza, potere, intelligenza, volontà, carattere, genio, forza dinamica, santità, amore, purezza o perfezioni umane. La Supermente è qualcosa che si troverà oltre l’uomo mentale e i suoi limiti; è una coscienza più grande della più grande coscienza propria alla natura umana.
La Verità:
La Verità non può essere raggiunta dal pensiero della Mente, ma solo con un’identità e una visione silenziosa. La Verità vive nella calma Luce senza parole degli spazi eterni; essa non interviene nel rumore e nelle chiacchiere delle discussioni logiche. Il pensiero della mente può al massimo essere il brillante e trasparente rivestimento della Verità; non è nemmeno il suo corpo. Guardate attraverso il rivestimento, non ad esso, e potrete intravedere forse qualcosa della sua forma. Il Pensiero supermentale non è un mezzo per giungere alla Verità, ma un modo per esprimerla; poiché la Verità nella Supermente è trovata in sé e autoesistente. È una freccia scagliata dalla Luce.
Abbandonate interiormente il pensiero e la parola, siate immoti dentro, guardate in alto nella Luce e esteriormente nella vasta Coscienza cosmica che vi circonda. Siate sempre di più un tutt’uno con lo splendore e la vastità. Allora la Verità si rivelerà a voi dall’alto e penetrerà in voi da tutt’intorno. In una mente impura, invece, il silenzio sarà rapidamente colmato da luci ingannatrici e false voci, eco o sublimazione delle proprie vane presunzioni ed opinioni, vanità, ambizioni, brame, avidità e desideri segreti. I Titani e i Demoni allora le parleranno molto più facilmente che le Voci divine.
Il silenzio è dunque indispensabile. Se la mente non è silenziosa, non può ricevere la luce della Verità superiore o, ricevendola, vi mescola le proprie tremolanti voci e il proprio cieco e presuntuoso balbettio. La mente attiva, arrogante, rumorosa, deforma e sfigura ciò che riceve. Se non è ampia, non può dare accoglimento al potere effettivo e alla forza creatrice della Verità. Può esserci qualche luce, ma viene ridotta, limitata e resa sterile: la Forza che scende viene confinata ed ostacolata e si ritira nuovamente, da questo estraneo piano ribelle, sulle proprie vaste altezze. Ed anche, se qualcosa scende e rimane, è come una perla nascosta nel fango.
L’uomo è un essere mentale, la cui coscienza mentale agisce involuta, oscura e sminuita in un cervello fisico. Persino nell’uomo più evoluto, essa è ostacolata nelle sue luminose possibilità di forza e libertà supreme da questa dipendenza, tagliata fuori persino dai propri poteri divini, impotente a cambiare la propria vita oltre certi ristretti e precari limiti; è una forza imprigionata e frenata, più spesso non è nient’altro che un servitore, e non può che offrire ciò di cui la vita e il corpo hanno bisogno, o provvedere alle loro distrazioni.
Il divino Superuomo sarà uno spirito gnostico. La Supermente in lui si approprierà degli strumenti mentali e fisici, e penetrando le parti inferiori già manifestate, trasformerà la mente, la vita e il corpo. La mente è la forza più alta nell’uomo. Ma questa mente è un potere ignorante, oscurato e in lotta. E persino quando è più luminosa è paragonabile ad una sottile luce pallida e riflessa. Una Supermente libera, sovrana, che esprima gli splendori divini, sarà lo strumento centrale del Superuomo. Il suo moto non intralciato di conoscenza esistente in sé, di potere spontaneo e di felicità incontaminata, imprimerà sull’esistenza terrestre l’armonia della vita degli dei.
L’uomo in sé è una piccolezza che raggiunge un’ampiezza e una grandezza che si trovano oltre se stesso, è un nano innamorato delle altezze. La sua mente è un oscuro raggio negli splendori della Mente universale. La sua vita è un istante che lotta, esulta, soffre, un avido piccolo momento agitato dalla passione e colpito dalla sofferenza. Il suo corpo è un effimero granello che si affatica e pena nell’universo materiale.
Non può dunque essere questa la fine della misteriosa spinta della Natura verso l’alto. C’è qualcosa oltre, qualcosa che l’umanità dovrà essere, e che ora viene visto solo a sprazzi intermittenti, attraverso le fenditure nel grande muro delle limitazioni. Da qualche parte dentro l’uomo, c’è un’anima immortale che lascia trasparire qualche scintilla della sua presenza, c’è uno spirito eterno. Ma la dura cappa che costituisce la struttura della sua personalità, ostacola la discesa di questo spirito più grande, mentre l’anima interiore resta avvolta, soffocata, oppressa negli spessi rivestimenti esteriori. L’anima è raramente attiva, eccetto che in pochi individui; nella maggior parte dei casi è appena percettibile. Più che essere parte della realtà esterna e visibile dell’uomo, l’anima e lo spirito sembrano invece esistere sopra e dietro la sua natura. Sono allo stato subliminale nell’essere interiore, o allo stato ultracosciente in qualche condizione ancora non raggiungibile. Lo spirito è sul punto di nascere nella Materia.
Questo essere imperfetto, con la propria coscienza ostacolata, confusa, male ordinata e il più delle volte inefficace, non può essere né il compimento, né l’ultimo slancio della Natura verso le altezze. Qualcosa di più deve ancora scendere dall’Alto. C’è in noi qualcosa che non è ancora espresso, che deve essere liberato da un’illuminazione che sopraggiunga dall’Alto. Nelle nostre profondità è sostanzialmente tenuta prigioniera una divinità, e riposa il segreto del nostro avvenire.
La grandezza dell’uomo non è tanto in ciò che egli è, ma in ciò che egli rende possibile. La sua gloria consiste nell’essere il laboratorio segreto di un “divino Artigiano” che prepara la superumanità. Il suo assentire consapevole, la consacrazione della sua volontà e della sua partecipazione, sono necessarie perché la gloria possa scendere nel suo corpo. La sua aspirazione è l’invocazione al creatore supermentale. Ma per quale scopo l’uomo dovrebbe abbandonare i suoi sicuri limiti umani per intraprendere questa rischiosa avventura?
Innanzi tutto vediamo che cosa fu guadagnato quando la Natura passò dall’incoscienza o dall’inerzia bruta, al risveglio vibrante della sensibilità nel regno vegetale. La pianta conseguì una prima forma di vita, una prima coscienza organizzata che possedeva certo sensazioni ma in modo cieco, muto, sordo, impigliato al suolo; non poteva liberarsene, non poteva andare oltre il proprio sé nervoso come fa la mente vitale dell’animale; ancor meno poteva osservarsi dall’alto per conoscere, cogliere e controllare i propri impulsi, come fa la mente che osserva e pensa nell’uomo. Questa fu una conquista imprigionata, poiché c’era ancora una grossolana oppressione dell’Incoscienza che aveva ricoperto tutti i segni dello Spirito con il fenomeno bruto della Materia e dell’Energia nella Materia. In nessuna maniera la Natura avrebbe potuto fermarsi qui, poiché in sé conteneva ancora molto di occulto, potenziale, inespresso, non organizzato, latente; l’evoluzione doveva per forza andare più lontano.
Che cosa quindi fu acquisito quando la Natura passò dall’oscurità del regno vegetale alla vita animale? La conquista fu la liberazione dei sensi, delle sensazioni, delle emozioni, del desiderio, dell’azione, della brama, della battaglia e della conquista, del richiamo sessuale, del gioco e del piacere, e di tutta la gioia e la pena della creatura vivente e cosciente. Una vita mentale che comparve per la prima volta nella storia della terra, e crebbe finché raggiunse al meglio il limite della propria formula.
L’animale raggiunse una primordiale forma mentale, ma limitata e asservita a un ristretto campo d’azione, ovvero al pieno funzionamento del corpo, del cervello e dei nervi fisici, costretta a servire la vita fisica e i suoi desideri e bisogni vitali, incatenata ai propri mezzi inferiori. Non poteva allontanarsi da tutto ciò, come può fare invece l’intelligenza dell’uomo, e osservare dall’alto per controllare, ampliare, riordinare, superare e sublimare.
Ad ogni passo cruciale dell’ascesa della Natura, c’è un rovesciamento di coscienza nello spirito in evoluzione. Allo stesso modo in cui uno scalatore, da una vetta raggiunta a fatica, si volge al basso e guarda con un potere di visione magnificato e più ampio tutto ciò che prima si trovava sopra o sullo stesso piano, l’essere evolutivo non solo trascende il proprio sé passato, la sua precedente condizione, ma domina da un livello più elevato di esperienza e di visione di sé, con una nuova sensazione percettiva e un potere di attuazione appartenenti ad un sistema maggiore di valori. Domina tutto ciò che un tempo fu la propria coscienza, e che ora appartiene ad una creazione inferiore. Un tale capovolgimento è il segno di una vittoria decisiva, un progresso radicale della Natura.
La nuova coscienza raggiunta nell’evoluzione spirituale è sempre superiore in grado e in potere, più ampia in visione e sensazione, più ricca nelle facoltà, più complessa. Esistono ora altezze precedentemente invalicabili, profondità e intimità inaspettate, e una risplendente espansione. Possiamo notare che ad ogni grande passo in avanti che la Natura fa, avviene una miracolosa apertura ed una sempre più ricca e più ampia espressione: la creazione attraversa una nuova illuminazione.
La Supermente:
La Supermente, nella sua vera essenza, è una coscienza-verità, una coscienza sempre libera dall’ignoranza, il fondamento della nostra esistenza naturale presente o evolutiva, dalla quale la natura in noi cerca di pervenire alla conoscenza di sé e del mondo, e al giusto uso della nostra esistenza nell’universo. La Supermente, poiché è una coscienza-verità, ha in sé questa conoscenza intrinseca e questo potere di vera esistenza; il suo campo è vasto e può anche essere reso illimitato. Questo perché la sua vera natura è Conoscenza: non deve procurarsela, ma è parte integrante di essa.
La Supermente è il grado di esistenza oltre la mente, la vita e la Materia, e come la mente, la vita e la Materia si sono manifestate sulla terra, cosi anche la Supermente dovrà, nell’inevitabile corso delle cose, manifestarsi in questo mondo materiale. In effetti, una Supermente è già qui, ma è involuta, nascosta dietro questa mente, questa vita e questa Materia manifeste, e non agisce ancora apertamente o nel suo potere particolare. Se agisce è solo attraverso questi poteri inferiori, è modificata dai loro caratteri e non è ancora riconoscibile. La Supermente può essere liberata sulla terra e rivelarsi nell’azione delle nostre parti materiali, vitali e mentali. Ciò ci darà una divinità completamente realizzata o la vita divina. Così la vita e la mente involute nella Materia si saranno realizzate qui; poiché solo ciò che è involuto può evolvere, diversamente non potrebbe esserci emersione.
La manifestazione di una coscienza-verità supermentale è pertanto la realtà capitale che renderà possibile la vita divina. Solo quando tutti i moti del pensiero, gli impulsi e le azioni saranno governati e diretti da una coscienza-verità autoesistente e luminosamente automatica, e tutta la nostra natura sarà costituita da essa e fatta della sua sostanza, la vita divina sarà completa e assoluta. Il Divino è già immanente dentro di noi, noi stessi siamo questo nella nostra più intima realtà, e questo dobbiamo manifestare; ed è quanto costituisce la spinta verso il vivere divino e rende necessaria la creazione della vita divina anche nell’esistenza materiale.
Una manifestazione della Supermente e della sua coscienza-verità è quindi inevitabile; deve avvenire presto o tardi nel mondo. E tuttavia ha due aspetti, una discesa dall’alto e un’ascesa dal basso, un’autorivelazione dello spirito e un’evoluzione nella Natura. L’ascesa è necessariamente uno sforzo, un’operazione della Natura, una spinta che essa compie per innalzare le proprie parti inferiori con un cambiamento, una conversione o trasformazione, e questo può accadere tramite un processo e un progresso, o per mezzo di un rapido miracolo. La discesa o l’autorivelazione dello Spirito è un atto della suprema Realtà, che rende possibile la realizzazione e può apparire sia come l’aiuto divino che determina il compimento del progresso e del processo, sia come la sanzione del miracolo.
L’evoluzione, come la vediamo in questo mondo, è un processo lento e difficile, che realmente, richiede di solito ere per raggiungere risultati stabili; questo succede perché per sua stessa natura, l’evoluzione è un’emersione da inizi incoscienti. Ci può essere, al contrario, un’evoluzione nella luce e non più nell’oscurità, in cui l’essere che evolve sia un partecipante e un cooperatore cosciente. E questo è precisamente ciò che deve succedere. Deve essere così nel movimento finale verso il cambiamento, la realizzazione, la trasformazione spirituale. Non c’è allora più alcuna necessità del passo lento dell’evoluzione ordinaria; ci può essere una rapida conversione, una veloce trasformazione, che potrebbe apparire alla nostra normale mente presente, come una successione di miracoli.
Un’evoluzione su piani supermentali potrebbe essere di questa natura, o una costruzione di gradazioni divine, una libera crescita fino alla Supermente suprema ed ancora oltre, fino a piani di esistenza e coscienza non ancora sognati.
Articolo di Pasgal
Tratto da: “Dictionary of Sri Aurobindo’s Yoga”
Fonte: http://www.animacosmica.org/la-supermente/
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