La Vita nelle Dimensioni Superiori
Tratto dal libro “Dopo la Morte” di Léon Denis, a cura di Sebirblu
Proponiamo un estratto molto interessante del noto libro di Léon Denis “Dopo la Morte”, che descrive in modo meraviglioso la vita nell’Aldilà, nei piani superiori, dove vibrano tutti coloro che si sono affrancati dagli affanni e dalle angosce dell’esistenza terrena.
Un brevissimo profilo dell’autore precede lo scritto per maggiore conoscenza. Che tutto ciò sia un augurio e un incoraggiamento per chi ancora digiuno, incerto o tribolato dovesse affacciarsi, per la prima volta, alla vita dello Spirito.
Léon Denis
Léon Denis nacque a Foug, in Francia, il 1° Gennaio 1846; il padre, semplice impiegato, non poté essergli di grande aiuto e il giovane – in cui si sviluppò ben presto l’amore per lo studio – dovette istruirsi da sé e formarsi da solo quelle convinzioni e quella cultura che lo resero poi universalmente stimato.
Si distinse nel campo spiritualista, e con la parola facile e persuasiva, divenne presto ricercato oratore, cosicché la sua opera venne richiesta, non solo nelle principali città della Francia, ma anche in Belgio, in Olanda, in Svizzera e in Algeria, dove fu un conferenziere acclamato.
Ma ciò che rese soprattutto meritevole della causa spiritualista Léon Denis, fu la sua produzione letteraria. Il suo capolavoro “Dopo la Morte“, raggiunse in pochi anni la quattordicesima edizione e fu tradotto in quasi tutte le lingue. Esso contiene un’esposizione chiara, sentita e vigorosa della filosofia e della morale spiritualista. La conoscenza dello scrittore è così viva e profonda, che si comunica al lettore e lo rapisce in quei campi dell’Ideale che sono i luoghi eterni della Luce e dello Spirito.
Egli, per la vasta visione del problema spirituale e per il riconoscimento dell’opera sua, ha raccolto meritatamente le simpatie di tutte le ramificazioni dello spiritualismo. Infatti, il Congresso del 1900, che raccolse a Parigi i rappresentanti delle più disparate scuole, di magnetismo, spiritismo, teosofia, occultismo, ermetismo, lo acclamò Presidente.
Nessuno, forse, nell’ambito dello spiritualismo moderno, che per molti fu un doloroso calvario, raccolse tanta messe di plauso come Léon Denis che assistette alla risurrezione e al trionfo di quell’Ideale, per cui tanto strenuamente aveva combattuto.
Nella sua lunga vita (trapassò il 12 Marzo 1927 a Tours in Francia all’età di 81 anni), scrisse ben 19 libri e fu uno dei continuatori della filosofia spirituale di Allan Kardec, a fianco di Gabriel Delanne e Camille Flammarion.
La Vita Superiore
Allorché l’anima virtuosa, vinte le passioni, abbandona il corpo miserabile che fu per essa strumento di dolore e di gloria, si invola attraverso l’immensità per raggiungere le sue sorelle dello spazio, percorrendo regioni di armonia e di splendore, spinta da un impulso irresistibile.
La parola umana è troppo povera per esprimere ciò che essa vede: quale espansione, quale gioia deliziosa è spezzare la pesante catena che ci lega alla terra, abbracciare i cieli, immergersi nello spazio senza limiti, e dominare da tale altezza l’orbita dei mondi!
Non più corpo infermo, meschino, pesante come una cappa di piombo, non più catene materiali trascinate dolorosamente! Sciolta dai suoi lacci, l’anima brilla, inebriata di spazio e di libertà. Alla laidezza terrena, alla vecchiaia decrepita e rugosa, subentra un corpo fluido, diafano e brillante dalle forme squisite, che ha le fattezze umane idealizzate.
L’anima ritrova gli Esseri amati che la precedettero nella nuova vita; gli eletti della sua tenerezza, i suoi compagni di lavoro e di prova che sembrano attenderla, come dal ritorno di un lungo viaggio. Essa cammina liberamente con loro e le espansioni traboccano di una felicità accresciuta dalla rimembranza dei tristi ricordi della terra, dal confronto dell’ora presente con il lacrimoso passato.
Tutti coloro che divisero con essa i giorni buoni o tristi, che con essa crebbero, lottarono, piansero e soffrirono, si affrettano a riceverla, e la sua memoria si ridesta, provocando esplosioni di gioia, effusioni che la penna non sa descrivere. Come riassumere le impressioni dello Spirito nella vita radiosa che gli si apre davanti? Squarciata ad un tratto l’opaca veste e il pesante mantello che impacciavano i suoi sensi intimi, le sue percezioni si centuplicano.
Non più limite, l’infinito profondo luminoso, si spiega con le sue meraviglie inenarrabili, coi suoi milioni di Soli-focolai multicolori, zaffiri, smeraldi, gioielli enormi sparsi nell’azzurro, col loro magnifico corteggio di pianeti.
L’anima, sciolta dalla materia, percepisce a poco a poco le vibrazioni melodiose dell’etere, le delicate armonie che scendono dalle Gerarchie Celesti; ascolta il ritmo imponente delle Sfere, il canto dei mondi, la Voce dell’Infinito, che risuona nel silenzio e la compenetra fino al rapimento.
Nei mondi superiori alla Terra, la materia esercita una forza minore. I mali generati da essa, diminuiscono a misura che l’Essere si eleva, finché spariscono completamente. Là, l’uomo non si muove penosamente al suolo sotto il peso di un’atmosfera greve, ma si sposta con la massima facilità.
Le occorrenze del corpo, i rudi lavori vi sono quasi sconosciuti; l’esistenza vi scorre tra lo studio e la partecipazione alle opere di una civiltà perfezionata, che ha per base la morale più pura, il rispetto dei diritti comuni, l’amicizia e la fratellanza.
Lo Spirito, dopo aver percorso il ciclo delle sue esistenze planetarie, dopo essersi purificato nelle reincarnazioni e nelle sue migrazioni attraverso i mondi, chiude la serie delle esperienze vitali ed entra nella vita spirituale definitiva – la Vera Vita dell’anima – che non conosce il male, l’ombra, l’errore. Allora, anche le ultime influenze materiali svaniscono; la calma, la serenità, la sicurezza profonda subentrano agli affanni, alle inquietudini di prima. L’anima ha raggiunto il termine delle sue prove ed è certa di non soffrire più.
Con quale commozione essa ricorda allora i fatti della sua vita dispersa nei tempi, del suo lungo pellegrinaggio alla conquista dei meriti e del suo grado! Quale ebrezza vivere fra Entità illuminate, pazienti e dolci, unirsi a loro con affetto imperturbato, condividere le aspirazioni, i lavori, i desideri; sapersi compresi, sostenuti, amati, trionfatori delle necessità e della morte, giovani, di una giovinezza che non sente il morso dei secoli!
Poi, studiare, ammirare, glorificare l’Opera infinita e penetrarne più profondamente i Divini Misteri, riconoscere in ogni cosa la Giustizia, la Bellezza, la Bontà celeste ed identificarsi con esse, abbeverarsene e nutrirsene.
Lo Spirito, essendo Scintilla Divina, agisce sulle energie dello spazio dirette da potente volontà, le unisce e le foggia a suo modo, dando loro le tinte e le forme che rispondono al suo obbiettivo. Con tali energie, si plasmano opere che sfidano ogni confronto ed ogni analisi: immagini mobili, luminose, riproduzioni delle vite umane.
La moltitudine innumerevole di Esseri si conosce e si ama. I legami di famiglia che li univano nella vita terrena, spezzati dalla morte, si ristabiliscono per sempre. Essi vengono da diversi punti dello spazio e da mondi superiori, si comunicano i risultati delle loro missioni, dei loro lavori, si rallegrano dei successi, e si aiutano nelle opere difficili.
Nessun rimpianto, nessun sentimento di gelosia può entrare in queste anime sensibili. La confidenza e la sincerità presiedono alle loro riunioni, in cui ricevono le istruzioni dai Messaggi Divini e accettano nuovi mandati che contribuiscono ad ulteriori elevazioni.
Gli uni si incaricano di vegliare sul progresso e sullo sviluppo delle nazioni e dei mondi; altri vi si incarnano per compiervi delle missioni di sacrificio, per istruire gli uomini nella morale e nella scienza. Altri ancora, Spiriti protettori e guide, affiancano qualche anima incorporata, la sostengono nell’aspro cammino dell’esistenza, la accompagnano dalla nascita alla morte, e la accolgono poi sulla soglia del mondo invisibile.
L’Essenza, a qualsiasi grado della Gerarchia appartenga, ha il suo compito nell’Opera immensa del progresso, e concorre all’esecuzione delle leggi supreme. Più l’Essere si purifica, più intensa e ardente diventa in esso la necessità di amare, di attrarre a sé – nella Luce e nella felicità del soggiorno che non conosce dolore – tutto ciò che soffre, che lotta e si agita nelle profondità della vita immortale.
Noi tutti abbiamo uno di questi Geni tutelari, che ci ispira nelle ore difficili e ci dirige sulla retta via, da ciò la poetica realtà dell’Angelo custode. Questa protezione occulta, fortifica i legami di solidarietà che uniscono il Mondo Celeste alla Terra, lo Spirito libero all’uomo prigioniero della forma fisica. L’involucro fluidico dell’Essenza è come una veste tessuta con i suoi stessi meriti nel corso delle ripetute esistenze. Da esso, quindi, si ravvisa il livello evolutivo raggiunto.
Appare tenebroso e denso nell’anima inferiore e man mano aumenta di bianchezza, purificandosi sempre più in proporzione ai progressi realizzati, mentre già è luminoso nello Spirito evoluto ed acquista uno splendore inconcepibile nelle Entità superiori.
Ogni Essere è una Scintilla di Luce; luce dapprima profondamente velata, compressa, invisibile, che si sviluppa con la forza morale, si accresce gradatamente e aumenta in estensione e in intensità. Il grado di radianza è il risultato di un insieme di lavoro fecondo, di un tale numero di vite che, a noi uomini, potrebbe sembrare un’eternità.
Tuttavia, per raggiungere queste altezze quasi divine, bisogna lasciare sulle pendici che vi conducono, gli appetiti, i desideri, le passioni, lacerandosi con le spine, purificandosi alle acque dei ghiacciai. Bisogna conquistare la dolcezza, la rassegnazione, la fede; imparare a soffrire senza lamento, a piangere in silenzio e, sdegnando le ricchezze e le gioie effimere del mondo, consacrare tutto il proprio cuore ai beni che non tramontano mai.
Bisogna deporre nei cimiteri della Terra molte spoglie alterate dal dolore, soffrire senza ira l’indigenza, l’umiliazione, il disprezzo, sentire i morsi del male, il peso della solitudine e della tristezza, bisogna vuotare molte volte il calice profondo e amaro.
Soltanto la sofferenza sviluppa le forze virili dell’anima, temprandola per la lotta e l’ascensione, purificandola e maturandola per le altezze che le aprono le porte della Vita felice. Essa è la Meta a cui tende l’evoluzione di ogni anima, dove tutti i sogni del bene si realizzano e le nobili aspirazioni si compiono, dove le speranze deluse, le affezioni respinte, gli slanci compressi della vita materiale si espandono liberamente, per giungere di nuovo nel seno della grande Armonia.
Tratto dal libro “Dopo la Morte” di Léon Denis, a cura di Sebirblu
Fonte: http://sebirblu.blogspot.com/2013/08/da-leon-denis-la-vita-nelle-dimensioni.html
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