Le connessioni del cervello con il Tutto
Sebbene il nostro cervello sia stato progettato per ricevere ogni frequenza di pensiero della Mente di Dio – la Totalità della Conoscenza – esso si attiverà solo per captare le frequenze che noi ci permettiamo di ricevere.
Sappiamo che l’anima è un Essere di Luce, che è l’Individualizzazione di Dio e che è Una con il Padre, in quanto è la Sua immagine.
L’anima è direttamente collegata, tramite la sua Aura, al Fiume del Pensiero che è Dio. Dio, infatti è l’origine e la totalità del pensiero. Perciò ogni pensiero proviene da Dio, che è il Tutto nel Tutto e in Tutti. Il pensiero è il linguaggio della mente ed è oggettivo. Perciò noi non possiamo pensare in modo distruttivo. Possiamo solo sentire in modo distruttivo. È solo l’emozione che rende il pensiero soggettivo.
Ogni anima attinge continuamente al Fiume della Conoscenza o Consapevolezza Universale che è la Mente di Dio. L’Energia, il Pensiero, scorre incessantemente e mantiene in vita tutto il creato che si alimenta continuamente di questa stessa energia. Dio è la Totalità del pensiero, comprende sia l’infimo pensiero (a più bassa frequenza), sia il pensiero più elevato (alla massima frequenza).
La consapevolezza universale è l’insieme di tutti i pensieri che provengono da tutti gli esseri e da tutte le cose. I pensieri che formano la consapevolezza hanno frequenze elettriche diverse. Alcuni hanno frequenze molto basse o lente e sono quelli che predominano qui sulla terra nella consapevolezza sociale. Altri hanno frequenze più alte e sono i pensieri illimitati della Superconsapevolezza. La Consapevolezza Universale è la somma di tutte le diverse frequenze del pensiero; ogni pensiero di una certa frequenza attira da ogni direzione pensieri della stessa frequenza.
La consapevolezza sociale ha una certa densità di frequenza elettrica, che tuttavia è più leggera dell’aria. La densità della consapevolezza sociale è formata da pensieri espressi, pensieri che sono stati vissuti da ogni essere attraverso l’emozione. L’emozione è composta da pensieri realizzati, che ogni essere ha già accolto in sé, ha già sentito nella propria anima e rimandato, attraverso l’aura, nel fiume del pensiero dal quale ognuno può attingere. Tutti noi ci nutriamo dei pensieri degli altri, come gli altri si nutrono dei nostri.
I pensieri della consapevolezza sociale sono molto rigidi, assai limitanti, perché giudicano sempre; la nostra vita è dominata da atteggiamenti interiori condizionati dalla lotta per la sopravvivenza e dalla paura della morte. Per questo la nostra consapevolezza è dominata da pensieri che riguardano l’alimentazione, la casa, il lavoro, il denaro; da giudizi come opportuno e inopportuno, buono e cattivo, da moda, grado di accettazione, confronto, competizione, età, malattia e morte.
Questi pensieri di bassa frequenza attraversano facilmente il campo della nostra aura, in quanto sono predominanti nei pensieri di coloro che ci circondano. Così siamo costantemente alimentati da pensieri limitati provenienti da una consapevolezza molto ristretta e stagnante. Permettendo a questi pensieri di nutrirci, li rimandiamo all’esterno in forma di sentimento, in questo modo rigeneriamo e perpetuiamo il pensiero limitato dell’umanità, del gregge.
Quando un pensiero attraversa la nostra Aura, essa non lo definisce, non lo giudica e non lo altera. Affinché un pensiero possa manifestarsi nell’uomo, deve essere accettato dal cervello, dalla personalità umana o ego (libero arbitrio). Contrariamente all’opinione corrente, il nostro cervello non crea il pensiero, bensì permette semplicemente al pensiero, che proviene dal flusso della consapevolezza universale, di entrare. Il cervello è un organo progettato specificamente allo scopo di ricevere ed ospitare il pensiero che ha attraversato la nostra Aura, trasformandolo in corrente elettrica per amplificarlo e mandarlo, attraverso il sistema nervoso centrale, ad ogni parte del corpo, in modo che possa essere colto e compreso.
Il nostro cervello è come un radioricevitore, dotato di dispositivi per regolare il volume e per scegliere i megaherz o il livello di frequenza. Esso può ricevere una determinata frequenza, solo se è attivata la parte del cervello destinata ad ospitare quella frequenza. La capacità del nostro cervello di ricevere diverse frequenze del pensiero è controllata da quel potente dispositivo che è l’ipofisi, la ghiandola situata tra l’emisfero destro e l’emisfero sinistro del cervello. L’ipofisi, che si chiama anche ‘settimo sigillo’, governa il nostro cervello. Essa è la porta attraverso cui attiviamo la nostra capacità di contemplare e di operare logicamente con il pensiero, di realizzarlo attraverso il corpo e di manifestarlo in un’esperienza per trarne una comprensione più ampia.
L’uomo attaccato alla materia, orientato verso la materia, possiede un ego limitato ed alterato che attira pensieri di bassa frequenza. Cos’è l’ego limitato? È la comprensione ottenuta dall’esperienza umana, che viene raccolta nell’anima e articolata per mezzo di quelle parti del cervello che sovrintendono al pensiero logico. L’ego limitato è costituito dall’insieme degli atteggiamenti interiori del Dio-uomo (Dio-donna) che vive preoccupato esclusivamente della sua sopravvivenza e all’ombra della consapevolezza sociale. Questa visione della vita si rifiuta di accettare qualsiasi frequenza di pensiero che metta in pericolo la sua sicurezza, che non contribuisca ad assicurare la sopravvivenza dell’uomo. L’ego limitato rifiuta di accettare e di sperimentare tutti i pensieri che tendono a una maggiore realizzazione in questo corpo.
Con quale meccanismo il pensiero nutre la nostra anima e il nostro corpo?
Ogni frequenza del pensiero, alla quale l’ego limitato permette di entrare nel cervello, viene trasformata in una corrente elettrica e mandata a quella parte del cervello che è stata attivata dall’ipofisi per ospitare questa stessa frequenza. La parte del cervello interessata potenzia la corrente elettrica e la manda alla ghiandola pineale.
Il pensiero accolto viene trasmesso ad ogni cellula del corpo come impulso elettrico e, a contatto con la cellula, si trasforma in impulso di luce che alimenta la coscienza della cellula stessa per essere da questa sentito. Il Pensiero sentito da tutte le cellule si trasforma quindi in sentimento che viene poi memorizzato nell’anima. Pertanto il nostro corpo si nutre continuamente del pensiero.
L’aura elettromagnetica attira i pensieri che corrispondono ai nostri processi mentali e allo stato emozionale del nostro essere. Il pensiero sentito (vissuto) ritorna poi al Fiume del Pensiero Universale (Dio) attraverso l’aura, per essere messo a disposizione di tutta l’umanità. Più elevata è la frequenza del pensiero ricevuto, maggiore è l’energia che scorre nel corpo, perciò maggiore è il benessere, la salute.
Il flusso ormonale, prodotto dall’ipofisi, scorrendo verso la ghiandola pineale, attiva le diverse parti del cervello perché possano ricevere ed ospitare le differenti frequenze del pensiero. Il flusso ormonale pineale attiva tutte le altre ghiandole endocrine in modo che secernano i loro ormoni in armonia tra di loro, creando ciò che si chiama “equilibrio ormonale”. Il grado di questo equilibrio è determinato dall’insieme delle frequenze del pensiero che la ghiandola pineale riceve. Più le frequenze del pensiero sono alte, più è grande il flusso ormonale attraverso il corpo. Più sono alte le frequenze, più la ghiandola pineale attiva la secrezione ormonale dell’ipofisi, la quale a sua volta attiva il cervello perché possa ricevere frequenze del pensiero ancor più elevate.
La ghiandola pineale o ‘sesto sigillo’, governa il nostro sistema nervoso centrale. Essa raccoglie ogni frequenza del pensiero che ha ricevuto, l’amplifica ulteriormente e la mette in circolazione attraverso il sistema nervoso centrale, lungo la spina dorsale che, per l’elettricità del pensiero, è come un’autostrada. La corrente elettrica proveniente dalla pineale scorre attraverso il liquido acquoso del sistema nervoso centrale, lungo la spina dorsale e poi attraverso i Centri di Coscienza (Chakra) e i nervi fino ad ogni cellula del corpo.
Ogni cellula del nostro corpo è alimentata, attraverso la circolazione del sangue, dai gas che derivano dall’azione degli enzimi sui cibi. La corrente elettrica del pensiero entra nelle strutture cellulari come una scintilla di luce. La scintilla infiamma la cellula e con ciò il gas si espande, permettendo alla cellula di duplicarsi in un processo di clonazione, consentendole così di creare un’altra cellula e di rigenerarsi. In questo modo, tutto il corpo è nutrito da un unico pensiero. La vita diventa sostanza nelle strutture molecolari del corpo, attraverso gli effetti di tutti i pensieri che ci permettiamo di ricevere, in ogni momento della nostra esistenza.
Mentre i pensieri nutrono ininterrottamente ogni cellula del nostro corpo, tutto il corpo reagisce ai loro impulsi elettrici. In questo modo l’effetto del pensiero viene sperimentato in ogni cellula e crea un sentimento, una sensazione nel corpo. Questo sentimento viene poi inviato alla nostra anima per esservi registrato.
La nostra anima è un grande registratore, un computer imparziale, che codifica con precisione scientifica ogni sentimento che sperimentiamo nel corpo. Quando sentiamo un’emozione, avvertiamo un pensiero che ha colpito la struttura di luce del nostro essere, che è stato accettato dal nostro cervello e mandato attraverso il sistema nervoso centrale ad ogni cellula del nostro corpo, dove produce una sensazione. L’anima registra questa sensazione come sentimento, come emozione, per poterla poi ritrovare. È ciò che chiamiamo “memoria”.
La memoria non si può misurare, è un’essenza. Essa non è uno strumento di consultazione visivo, ma emozionale. È l’emozione che crea l’immagine visiva. L’anima non registra immagini o parole per ricordarle, conserva le emozioni relative a queste stesse immagini e parole.
L’anima prende il sentimento creato dal pensiero e sperimentato in tutto il corpo e cerca qualcosa di simile nella banca dati della propria memoria; cerca qualcosa che le parti del cervello, che presiedono al pensiero logico (l’emisfero sinistro della corteccia cerebrale, sede dello “intelletto”), possano riconoscere per selezionare una parola capace di descrivere il sentimento.
Come viene realizzato e conosciuto un pensiero? Attraverso il sentimento. La conoscenza è totalmente sentimento. Non si può conoscere il pensiero di qualcosa prima che sia stato “sentito”; solo allora esso avrà un’identità. Conoscere un pensiero, significa accettarlo nel nostro cervello e poi permetterci di sentirlo, vale a dire farne esperienza in tutto il nostro corpo. Conoscere non significa dimostrare qualcosa, ma sentirla.
In che modo i pensieri creano le esperienze della nostra vita?
La ghiandola pineale è il sigillo della “conoscenza che si manifesta”. Qualsiasi conoscenza che ci permettiamo di ricevere, diventerà realtà, prima di tutto nel nostro corpo: la ghiandola pineale ha il compito di mandare questo pensiero in forma di corrente elettrica a tutto il nostro corpo, in modo che esso possa essere registrato come sentimento. Quanto più il pensiero è illimitato, tanto più alta e veloce sarà la frequenza che attraversa il nostro corpo, e tanto più grande sarà l’euforia e l’ebbrezza nel corpo. Questo sentimento viene poi registrato ed archiviato nella nostra anima, come vibrazione di una certa frequenza.
Il sentimento di ogni pensiero, che è stato depositato nella nostra anima, viene mandato alla nostra aura sotto forma di aspettativa; questa aspettativa attiva la parte elettromagnetica del nostro campo di luce e attira a noi, proprio come un magnete, ciò che è simile all’insieme dei nostri atteggiamenti mentali. L’aura convoglia a noi situazioni, cose, oggetti o esseri, che evocheranno gli stessi sentimenti che abbiamo già sperimentato nel corpo, grazie ai nostri pensieri (il simile attira il simile).
Questo perché possiamo fare esperienza dei nostri pensieri nella realtà tridimensionale e possiamo raccogliere il frutto dell’esperienza: la saggezza, re-immessa nel fiume del pensiero universale, viene messa a disposizione di tutta l’umanità…
Come si manifestano i nostri desideri?
Un desiderio non è nient’altro che un pensiero di appagamento che si individua in un oggetto, in un essere o in un’esperienza.
Ogni pensiero di appagamento che ci permettiamo di sentire, qualunque esso sia, abbandona il nostro corpo attraverso il campo elettromagnetico ed entra nel flusso della consapevolezza universale, per attirare a noi ciò che produce lo stesso sentimento che ha creato il desiderio sperimentato nel corpo.
Quanto più intensamente e pienamente questo desiderio viene sentito nel nostro corpo, tanto più completo sarà il suo appagamento. E quanto più sappiamo con assoluta certezza che il nostro desiderio verrà appagato (Fiducia piena in Dio), tanto più veloce sarà la sua manifestazione. La conoscenza assoluta è una frequenza di pensiero molto alta, che rafforza l’aspettativa emessa attraverso l’aura e amplifica il nostro potere di manifestare i desideri.
Abbiamo la capacità di conoscere tutto ciò che c’è da conoscere. Per questo è stato progettato il nostro cervello: per permettere all’uomo-Dio che vive in un corpo fisico, di fare esperienza e di comprendere qualunque dimensione di Dio in forma tridimensionale. Qualsiasi pensiero ci permettiamo di conoscere, diventerà una realtà sperimentata, sentita prima di tutto nel nostro corpo (tramite l’emozione) e poi visibile nelle nostre condizioni di vita. Qualsiasi cosa desideriamo, abbiamo la capacità, attraverso la conoscenza, di manifestarla nella nostra vita nello spazio di un attimo. È così che creiamo il Regno dei cieli in terra.
È una scienza semplice: il Pensiero è, poi diventa visibile nella luce, quindi la luce è abbassata a impulso elettrico. Gli impulsi elettrici vengono rallentati fino a diventare massa e dalla massa vengono ulteriormente rallentati fino a rappresentare l’ideale del pensiero. La stessa verità vale per il corpo: la parte ricevente del cervello riceve il pensiero in forma di luce, prende la carica elettrica e la fa scorrere attraverso la massa per permettere alla massa di comprendere attraverso il sentimento. Per manifestare i nostri desideri, la sola cosa che dobbiamo fare è sentire ciò che desideriamo, e il sentimento viene rimandato al Padre affinché i nostri desideri vengano appagati (“chiedi e ti sarà dato”; “bussa e ti sarà aperto”; “cerca e troverai”). Questo è tutto.
Aprire la mente!
Sebbene il nostro cervello sia stato progettato per ricevere ogni frequenza di pensiero della Mente di Dio – la Totalità della Conoscenza – esso si attiverà solo per captare frequenze che noi ci permettiamo di ricevere. Sono i processi mentali a determinare quali pensieri si rivelano, perché la parte elettromagnetica della nostra aura attira verso di noi i pensieri che corrispondono al nostro modo di pensare.
Se l’uomo possiede una mente chiusa, ottusa, allora attirerà solamente pensieri bassi (a bassa frequenza), quelli che costituiscono la cosiddetta “consapevolezza sociale”, i pensieri limitanti. Se invece l’uomo possiede una mente aperta, se desidera fermamente ricevere pensieri illimitati, i suoi processi mentali ed il suo stato emozionale attirano pensieri elevati (ad alta frequenza). I pensieri della superconsapevolezza vibrano ad una frequenza più alta e sono i pensieri dell’Essere, della vita, dell’armonia, dell’unità, dell’eternità. Sono i pensieri dell’Amore, della gioia, della genialità.
Tutto ciò a cui permettiamo di essere pensato, è. Qualunque cosa ci permettiamo di pensare, diventerà nostra esperienza, perché il nostro campo elettromagnetico l’attirerà a noi. Essere mentalmente chiusi è atroce, perché ciò ci impedisce di conoscere la gioia. Ci mantiene schiavi delle illusioni e ci impedisce di conoscere il vero splendore del Dio che siamo.
Ogni volta che accettiamo un pensiero più grande del solito, esso attiva, per utilizzarla consapevolmente, un’altra parte del cervello. Ogni volta che lo facciamo, questo pensiero più grande diventa lo strumento attraverso cui espandiamo ulteriormente la nostra capacità di pensare. E ciò attiverà altre parti del nostro cervello capaci di accogliere più pensiero e più conoscenza.
Se desideriamo fare esperienza della superconsapevolezza e del pensiero illimitato, la nostra ipofisi comincia ad aprirsi e a sbocciare come un fiore. Quanto più essa si apre, tanto più grande diventa il flusso ormonale e tanto più vengono attivate le parti “dormienti” del nostro cervello, perché possano ricevere le frequenze più alte del pensiero.
Il cervello è sempre stato un grande mistero che ha disorientato molti. Nonostante la scienza abbia dedicato molte delle sue energie allo studio del cervello, ben poco è riuscita a scoprire di esso. Sappiamo solo che la potenzialità del nostro cervello è immensa, ma non sappiamo come utilizzarla. Pensando in modo limitato, ne utilizziamo meno di un terzo. A che serve il resto? A riempire la testa?
Perché sappiamo poco o nulla di Dio, la Totalità del Pensiero? Dentro il nostro essere abbiamo il potere di diventare completamente Dio. Se usassimo l’intero spettro del nostro cervello, vivremmo l’eterno presente, sapremmo tutto ciò che c’è da sapere; avremmo la capacità di ricostruire in un attimo ogni parte danneggiata del nostro corpo.
Cos’è che ci impedisce di sviluppare completamente la potenzialità del nostro cervello? L’ego limitato (o Personalità) che ha scelto di vivere all’ombra della consapevolezza sociale, di vestire, di agire e di pensare come un gregge. Abbiamo scelto di adeguarci, di essere accettati, sopravvivere. Non abbiamo voluto sapere, perché occuparci di pensieri che ci vogliono sovrani, divini, eterni, onnipotenti, onniscienti, avrebbe significato andare contro la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra religione, il nostro paese, i nostri interessi. Così ci siamo privati del nostro potere, ci siamo privati della nostra sovranità, ci siamo dimenticati della nostra identità. Abbiamo chiuso il nostro cervello.
Per questo motivo, l’ego limitato viene chiamato “anticristo”, perché si rifiuta di considerarsi figlio di Dio e non ci permette di accettare e di comprendere che noi e il Padre siamo UNO; che siamo il principio divino e immortale che ha il potere di creare l’eternità… e il potere di creare la morte. L’anticristo è l’ego limitato e il suo regno è la consapevolezza sociale.
Per tornare ad essere liberi, per rompere le catene della schiavitù dell’ego limitato, dobbiamo avere il coraggio di uscire dal gregge, di diventare la pecorella smarrita. Allora il Cristo verrà a cercarci, poiché Lui si interessa solo delle pecorelle smarrite che hanno avuto il coraggio di lasciare il gregge e sono mature per essere riportate alla casa dal Padre. Il Cristo è l’uomo che esprime pienamente il potere, la bellezza, l’amore e la vita illimitata del Padre che è in lui. È l’uomo che riconosce di essere divino e lo diventa, va al di là dei dogmi, della profezia e della paura, perché sa che al di là della consapevolezza sociale (del gregge) c’è la forza illimitata chiamata Dio.
L’anticristo e il Cristo condividono lo stesso tempio e quel tempio siamo noi. Tutto è in noi, perché il Dio che siamo permette ad entrambi, l’anticristo e il Cristo, di essere. Permette la vita e la morte. Permette la limitazione e l’illimitatezza.
Fonte: http://spazioinwind.libero.it/risvegliodiadamo/Collegamento%20della%20anima%20con%20il%20tutto.htm
Buongiorno, molto intenso questo post, educativo e denota una profonda competenza. Tutto è frequenza, ma aimè, come fa notare lei, quella predominante è molto bassa e legata all’elettromagnetismo. Poche le persone dotate con quella che lei definisce superconsavevolezza. Tutto questo mondo è una immensa grigla elettromagnetica, alimentata dall’elettrosmog. La vera insidia dei nostri giorni, esso è invisibile e può procurare problemi di varia natura e blocca l’evoluzione dei pensieri. Per oltrepassare questa griglia la meditazione è un’ottima strada, a mio modesto avviso. Ogni cosa è in noi, l’effetto dualità e per superarla dobbiamo integrare ogni particella di noi nell’Amore infinito, anche il cosidetto anticristo è parte di noi e va integrato. Proprio il Maestro diceva: che merito c’è ad amare chi ci ama? Un saluto a tutti coloro che leggono e buona giornata.
Ps: un mio caro amico diceva sempre di essere cani sciolti, diventare insomma tanti piccoli Siddharta, come dice lei, pecorelle smarrite.
Alla prossima.
E’ una possibilità estrema, ma, è difficile sentire altre alternative. Le trasformazioni che stanno avvenendo giorno per giorno mi portano a pensare che in parte stà già avvenendo.