Le enigmatiche esperienze di pre-morte
Potrebbe la morte essere solo un’illusione? Perché viviamo? E ancor di più, perché moriamo?
Ogni essere umano, percepisce la morte come l’ultimo predatore a cui far fronte, l’inesorabile varco che attende ogni uomo, di qualsiasi condizione sociale, latitudine e credo filosofico o religioso. Ognuno di noi, nella parte più recondita del proprio essere, si chiede se la morte sia l’esperienza definitiva con la quale veniamo consegnati al nulla assoluto, oppure se si tratti solo di un passaggio verso una nuova condizione esistenziale.
Tutte le culture umane che si sono succedute nella storia, fin dalla loro comparsa, hanno considerato la morte come il passaggio verso l’oltrevita. Le culture preistoriche la pensavano come un ricongiungimento con i propri antenati. Le culture antiche più evolute, come quella sumera, egizia e greca, credevano che la morte fosse l’inizio di un viaggio che portava il defunto in un luogo sconosciuto, ma ancora di “tipo fisico”, nel quale cominciare un nuovo stato di vita. Bisognerà attendere le religioni orientali, come l’induismo e il buddismo per assistere ad una concezione più “spirituale” della vita oltre la morte, fino a quando il cristianesimo parlerà addirittura di “resurrezione dei corpi”.
Forse l’unica cultura ad aver smarrito la domanda fondamentale sulla morte, e quindi sulla vita, è proprio quella contemporanea. Intrisi di materialismo scettico, generato da una parziale o errata interpretazione della rivoluzione scientifica e dell’illuminismo, l’uomo del nostro tempo non pensa più alla morte, e se ci pensa, tende a considerarla come il definitivo disfacimento dell’esperienza esistenziale.
Con la perdita del significato della morte, tuttavia, paradossalmente assistiamo anche ad una perdita del senso della vita. Eppure, potrebbe essere proprio la scienza a gettare nuova luce sul mistero della morte, a partite dai più recenti studi sulle esperienze di pre-morte e alle scoperte della fisica quantistica.
La “quasi-morte”:
L’esperienza di pre-morte è uno degli eventi più enigmatici che possa capitare nella vita di una persona. I pazienti che hanno vissuto questa esperienza, la descrivono come una sensazione di pace, l’inizio di un viaggio verso una fonte di luce intensa, spesso accompagnata dall’incontro con alcuni familiari defunti, che a volte raccomandano alla persona il ritorno alla vita terrena, per completare il proprio ciclo esistenziale.
Incuriositi da questi racconti, diversi scienziati hanno cominciato a compiere delle ricerche sul fenomeno, cercando di capire quale possa esserne l’origine. Ciò che più stupisce è proprio la somiglianza delle visioni raccontante dai pazienti in stato di pre-morte: a prescindere dall’età, dalla provenienza e dalla cultura, tutti raccontano grosso modo la stessa visione.
Tra gli studi più interessanti sull’argomento ci sono quelli della dottoressa “Laura Wittman”, ricercatrice presso l’Università di Stanford, la quale ha analizzato tutta la letteratura prodotta a partire dal 1880 sulle esperienze di pre-morte, includendo anche le sceneggiature di film contemporanei, come “Brainstorm” (1983) e “Linea Mortale” (1990), e le opere di fantascienza di “Bernard Werber”, come “Les Thanatonautes” (1994) e “Passage” (2001) di “Connie Willis”.
Comparando i dati ottenuti dalla letteratura con quelli della scienza, la Wittman ha individuato una sostanziale somiglianza dei racconti di quasi-morte descritti nei romanzi, con quelli descritti dai pazienti nella realtà. La ricercatrice ne ha tratto alcune conclusioni: “La codificazione letteraria di tali esperienze, ci permette di guardare i racconti di quasi-morte nel contesto dell’evoluzione della ricerca scientifica su questo argomento”, spiega la Wittman. “Nel corso dei decenni, le narrazioni di quasi-morte sono state inserite in decine di romanzi e film, quasi a voler combattere la crescente invisibilità della morte nella nostra cultura, dove la morte è diventata un affare essenzialmente privato, spesso consumato in una terribile solitudine”.
Laura Wittman, laureata in lingua italiana e francese, prima di dedicarsi all’esperienza di quasi-morte, si è dedicata allo studio del racconto biblico della “Resurrezione di Lazzaro”, trattata da alcuni autori del 19° e 20° secolo. Nel racconto biblico, Lazzaro è un uomo che tramite l’intervento di Gesù ritorna in vita. Tuttavia, la cosa stupefacente è che egli non dirà mai nulla su quanto vissuto in quel lasso di tempo, precedente il rientro nel corpo fisco.
La Wittman ha quindi scoperto che “il silenzio di Lazzaro” ha affascinato e perplesso numerosi scrittori europei. Nelle opere letterarie di D.H. Lawrence, Luigi Pirandello, Graham Greene, Andrè Malraux e Eugene O’Neil, gli autori hanno riesaminato la vicenda di Lazzaro, facendola diventare l’emblema degli studi sulle esperienze di pre-morte. “Lazzaro esprime in modo univoco le ansie moderne sulla morte e il morire. Si avverte il desiderio di dare un senso alla morte, facendola diventare un viaggio di trasformazione, piuttosto che un minaccioso varco verso il nulla”, continua la Wittman.
Approfondendo la questione, la ricercatrice si è accorta che l’interesse letterario per la storia di Lazzaro, è coincisa con una parallela crescita dell’interesse scientifico riguardo questo argomento, verso la fine del 1880, quando i medici hanno incominciato a raccogliere le testimonianze di visioni e viaggi nell’oltrevita dei loro pazienti. Circa un secolo dopo, i neuroscienziati hanno cominciato ad interessarsi a questo fenomeno, aprendo una finestra sul funzionamento del cervello.
Si è parlato dell’esperienza vissuta dal dottor “Eben Alexander”, un neurochirurgo di Harvard, ricoverato nel 2008 per un attacco di meningite. Egli era entrato in stato vegetativo, ma al suo risveglio ricordava di un viaggio in una “dimensione spirituale più elevata”. Quella di Alexander, è un’esperienza che ha modificato profondamente una radicata visione scientifica della coscienza umana. “Come neurochirurgo, non credevo alle Nde (Near Death Experience), avendo sempre preferito le ipotesi scientifiche”, dichiarò lo scienziato su Newsweek. Il dottore specificò che prima del coma, non aveva mai avuto alcuna credenza religiosa e che non credeva nemmeno nella vita eterna. Ma che in seguito dopo aver sperimentato “questo avvenimento così profondo”, cambiò totalmente idea.
Fonte: http://portalemisteri.altervista.org/blog/le-enigmatiche-esperienze-pre-morte/
[ivisto]
Era l’8 febbraio del 2019 quando mia madre entra in coma per una insufficienza renale. I medici non davano alcuna garanzia di vita in quanto gli organi avevano subìto un grave danno; rimane in questo stato per circa 3-4 gg quando finalmente mia madre si sveglia; piena di dolori mi afferra la mano, io ero stata sempre accanto a lei, e mi dice: Monica perché mi hai riportato qui…Io stavo bene lì; io basita e al contempo felice del suo risveglio le chiedo: lì dove…mia madre risponde: lì un immenso prato verde ed un sole gigantesco ad illuminare il cielo terso. Racconta di essere stata in compagnia di sua mamma(nonna materna). Mia nonna dice a madre: tu non puoi stare qui…Monica, ovvero la sottoscritta, ha bisogno di te! Mia madre da quel risveglio si sta riprendendo ogni gg di più! È un’altra persona con una luce diversa! È stato come vivere in un film. Dopo questa esperienza non ho più paura della morte! Grazie
essendo morto e tornato in vita non ricordo nulla! quando si muore si può tornare in vita solo grazie alla scienza! tutto il resto è solo propaganda religiosa e nulla più! non lo dico io e non so chi lo possa fare! una certa Margherita haak ( non so se si scrive cosi) disse ad un prete, rispetto la vostra fede ma la fede non è scienza! la scienza si studia mentre la bibbia si legge! la vostra fede ha ucciso milioni di uomini e mi scuso se il mio parere sia diverso! tornare in vita è un privilegio per pochi ma questo aiuta a capire il perché esiste l’uomo ! il cervello umano serve ad una causa fondamentale per il pianeta blu altrimenti non ci saremmo! il gene umano proviene dallo spazio dopo che ebbe inizio il ciclo dopo i dinosauri! l’ asteroide portò con sé microrganismi che ci vollero milioni di anni per modificare la loro composizione e dare vita all’uomo! questo a scuola non possono insegnarlo perché Darwin decise di affermare la teoria propria! i grandi folosofi umani disse che ingannare è semplice, capire è più complicato! usare è capire la propria mente è fondamentale per la nostra esistenza! purtroppo o per fortuna un giorno saremo spazzati via, ma la più assurda è che lo faremo noi! 6 estinzione di massa antropica! l’unica indotta da una forma di vita! le esplosioni nucleari serviranno a ripristinare una connessione tra la terra e lo spazio! in pratica si verificherà un inverno nucleare e si creerà una nuova era glaciale! ovviamente si tratta di ipotesi…