Le “Porte Dimensionali” dell’Anima
di Gabriele Frigerio
Noi siamo un punto di “luce energia”. Il nostro corpo è abitato da un “astro” che gli dà vita e pensiero, e gli permette di volgersi ed aprirsi in tutte le direzioni, esattamente come una stella i cui raggi si propagano dal suo centro ed attraversano lo spazio infinito.
In realtà, la nostra coscienza si sviluppa da un punto focale, l’atto della creazione che ci ha permesso di “nascere” e di “esistere”, ed evolve in continuazione scoprendo se stessa ogni giorno di più.
Tornando ad immaginare e visualizzare l’astro che abbiamo dentro, scopriremo le infinite radiazioni che emana in forma di pensieri, azioni, suoni, creazioni spontanee, che possono apparirci come innumerevoli “porte” che si aprono verso altrettanti luoghi o dimensioni.
Varcando tali soglie, possiamo accedere ai mondi sottili e paralleli a cui portano; possiamo realmente “vedere” e “toccare” ogni dettaglio che si mostra a noi. Questa esperienza, nel pensiero comune, viene spesso considerata un’immaginazione, ovvero una costruzione della nostra mente, ma non è così. Questi sentieri interiori che s’inoltrano al centro del nostro essere, sviluppano e risvegliano in noi le sottili qualità della nostra anima, che si manifestano in tutto ciò che creiamo, tutto ciò che “nasce da noi”, dai nostri talenti, come l’arte, la musica, la poesia.
In realtà, siamo ben coscienti della potenza insita in ciascuna di queste qualità umane che nascono dentro. È una potenza che può essere dirompente, esattamente come una tempesta, un uragano, un terremoto che dischiude nuovi territori.
Provate ad immaginare un musicista, dove orienterà il suo sguardo interiore? Dove cercherà la sua fonte ispiratrice? Attraverserà sicuramente una di quelle “porte”, quella che più lo attrarrà, e cercherà un sentiero immerso in una sacra geometria di suoni e di colori. E in quelle profondità, egli si destreggerà abilmente, edificando un’architettura cromatica che fluirà in un mondo tutto suo, dal quale egli trarrà le più sottili melodie, e queste si irradieranno dentro di lui come un cibo celeste che porta pace, forza ed armonia. E tanto più intenso sarà l’intreccio delle sue emozioni, quanto più elevato sarà l’incanto di chi lo ascolterà nella sua narrazione. In tal modo, egli porterà all’anima dell’altro, la luce ed il nutrimento che provengono da quel suo mondo interiore.
Ciò avviene in ciascuno di noi, qualunque sia la nostra forma di espressione e le nostre capacità. Così nasce l’intreccio dei mondi sottili di cui ci nutriamo reciprocamente per dare un senso alla nostra esistenza, e questo è il vero cibo sacro che ci tiene in vita. Se venisse a mancare, sentiremmo un enorme “vuoto interiore” che nessun cibo terrestre riuscirebbe a saziare.
Che ci si creda o meno, noi siamo “esseri divini” con vastissime potenzialità, e non siamo mai soli! Le solitudini che ci assalgono a volte, sono nostre costruzioni mentali, sono “forme pensiero” che si solidificano nella nostra coscienza, oscurando tutti gli orizzonti, togliendo alla nostra vista il “raggio creatore”, il “respiro celeste” che non ha confini. Ma le ombre non resistono a lungo, la forza che c’è dentro, prima o poi, trova sempre una via d’uscita, una porta che si apre, un muro che crolla, perché il sole non può restare chiuso in una scatola.
Il nostro astro interiore è proprio così: una forza divina della natura, che ama e risana, è l’Occhio dell’Uno dentro di noi. Cosa possiamo, quindi, trarre da queste riflessioni?
Nella mia esperienza quotidiana tutto ciò è tangibile. Vedo queste “porte dimensionali” e spesso mi ci avventuro, e questo mi permette di scorgerle anche negli altri, perché in fondo siamo tutti collegati fra noi: tante gocce un unico Oceano, tante scintille un unico Sole.
E questo ci deve rincuorare… perché vuol dire che non saremo mai soli!
Articolo di Gabriele Frigerio
Fonte: http://www.diventiamopensieri.it/?p=2775
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