Ma Tu Sei Connesso?
di Emiliano Moroni
Se viviamo tutti dentro la Matrix, come possiamo riconnetterci alla Coscienza primaria?
Un punto centrale da affrontare in questo periodo è il grande tema della connessione. Quante persone sono sconnesse dal Sé? Molte e tantissime non vogliono essere scollegate dalla Matrice (Morpheus docet).
Cos’è la Matrix?
Questo concetto l’ha spiegato molto bene il film con Keanu Reeves. Dice Corrado Malanga, nell’intervista che gli ho fatto su YouTube: “La Matrix è questa enorme sfera virtuale, questo grande schermo cinematografico e anche la sala cinematografica in cui noi siamo gli spettatori, i registi, lo schermo e la macchina che produce l’immagine”, “in questi multi ruoli noi non siamo capaci di capire quale ruolo stiamo recitando”.
Io aggiungo che la Matrix è una neuro simulazione interattiva, un fitto insieme di programmazioni virtuali. Può essere vissuta come una prigione, una gabbia di contenimento, un ologramma, un modello matematico tecnologico, oppure una scuola per apprendere lezioni o anche una missione come servizio.
Ritornando al tema della connessione, quanto tempo passiamo sconnessi? Riceviamo bene il segnale? Ogni giorno abbiamo l’opportunità di scegliere tra la connessione o la sconnessione. La parola “connessione” viene dal latino conexio (concatenazione, deduzione), sostantivo derivato dal verbo conecto (congiungere, unire, coinvolgere). Quindi possiamo affermare serenamente che siamo tutti uniti e coinvolti in una enorme concatenazione coscienziale. Siamo connessi gli uni gli altri, volenti o nolenti. Siamo connessi con il Tutto in ogni istante.
La “cosa” più importante da ricercare oggi è la connessione con la Fonte Primigenia; essa deriva da un gran lavoro su di sé fatto con discernimento e umiltà. Osservando la parola da un altro punto di vista diventa con nesso, ovvero vi è un nesso, cioè vi è un collegamento tra le parti? Io e la Fonte, io e mia moglie, io e la vita? Quando la connessione è totale avviene la fusione, quindi viene meno l’idea di praticare la connessione, perché diventiamo la congiunzione definitiva. Sono connesso adesso e trovo il nesso?
Le Varie Tipologie di Connessione
La connessione può essere visiva, auditiva, sensoriale, percettiva. Ad ognuno la sua, allo scopo di avere una connessione multisensoriale e multipolare, ovvero diventare interconnessi con ogni cosa vivente (e non?). Stiamo cercando di trovare lo stato di coscienza adatto.
Una cosa che mi ha aiutato molto in questo è il permanere nell’immanente e nell’inconoscibile, fidandomi anche se non so. Ci connettiamo con maggiore facilità con la curiosità di un bambino e l’attenzione dell’adulto, e ci rendiamo conto che in questo nostro processo di riunificazione interna la connessione viene meglio, sentiamo Coscienza che ci parla da dentro.
L’uscita da Matrix è proprio questo rivolgere lo sguardo a questo rapporto con il creato, ove stiamo imparando a correlare pensieri, parole, emozioni, azioni. A quali e quante forze antagonistiche dentro di me sto ancora permettendo di lasciarmi alla sconnessione? Abbiamo lasciato che fosse attivata la disconnessione con la Fonte, e ciò va bene, stiamo imparando partendo dal basso, come in una scuola di centratura. Vi sono infiniti livelli di connessione e di disconnessione e non dilungo in questo. Torniamo ad essere antenne per prendere il segnale come riceventi e condividerlo come emittenti.
La domanda finale è: oltre ogni connessione tecnologica ed egocentrica, riusciamo a rimanere connessi alla Fonte stando sulla sua lunghezza d’onda?
Cogliere Segnali dall’Invisibile
Mi sento di dire in tutta franchezza che siamo in una scuola di captazione. Ogni giorno abbiamo la possibilità di cogliere o meno segnali dall’invisibile, utili per il nostro stare bene, per il nostro migliorare e crescere. Captare significa prendere, ma anche (da captura) catturare.
In un primo periodo, così come il cacciatore cerca la preda per la sua soddisfazione personale, cerchiamo magari con sforzo nell’etere pensieri e idee, concetti e ragionamenti, come se le prede fossero proprio i pensieri migliori. Vediamo questo atteggiamento riflesso nell’Haed Hunter, il cacciatore di teste in ambito aziendale, ma anche nel Dream Catcher, il cattura-sogni degli indiani d’America.
Captare ovvero imparare a cogliere, carpire, ma anche saper intercettare nel sottile, per intendere quale sia il messaggio dalla Coscienza.
Fondamentalmente siamo antenne riceventi ed emittenti, sintonizzati ognuno sui propri canali, attraversati da diverse vibrazioni. Ma su quale frequenza siamo sintonizzati? Spostarci sulla principale onda della Fonte in noi è il primo passo nell’imparare a captare l’invisibile. Questo ci permette di indovinare, leggere, sentire, ma anche intuire, nonché avvertire dentro e fuori, ricevere informazioni sul piano sottile. È una scuola fondata sul percepire le percezioni e sensibilizzarci sul sentire ed essere la sensibilità.
Due Righe Autobiografiche
Come già accennato io sono sia ipersensibile che elettrosensibile. Da un lato queste peculiarità mi sono state di inciampo per diversi anni; ma lavorandoci sopra, accettando questo mio stato ho compreso la potenzialità insita nell’essere stati disegnati così. Diciamo che ho avuto la voglia di esplorare la mia debolezza per trasmutarla in fortezza e buona capacità di captazione. Quando facevo spettacolo da ragazzino, fui costretto a imparare a captare il pubblico, se stava attento, se rideva veramente, se era distratto.
Tutti, chi più chi meno, siamo immersi in un corso di intuitività e di siamo spinti ad apprendere come captare ciò che non si vede ma si sente. Le migliori ispirazioni nascono proprio da qui.
Siamo immersi in un campo coscienziale pieno di parole che ci stanno cercando, le parole per noi; siamo noi a dover decidere quali prendere e portare giù.
Per allenarci in questo, siamo invitati a mantenere il contatto e la connessione, staccando il contatto con la materia e mantenendolo allo stesso tempo. Dare meno importanza alle cose visibili e dando maggiore attenzione all’invisibile che ci attraversa. Visibile, ove visibile, cioè manifesto, vedere ciò che c’è. Siamo una società di visivi e visibili, ove normalmente siamo direzionati verso il tangibile.
Ma è l’intangibile che ci interessa per diventare piccoli veggenti della Coscienza. In-visibile, significa visibile da dentro, così come in-curabile vuol dire curabile da dentro. Le sante parole ci danno una mano per sprofondare nell’immanifesto. È una grande opera di fede, fidarci delle prime sensazioni che la Coscienza ci da per cogliere l’Invisibile, il non conosciuto dagli occhi fisici, ma chiarissimo dall’occhio interiore. È come comprendere di afferrare l’inafferrabile, beccare l’impercettibile, amare l’immateriale, corporizzare l’incorporeo mentre spiritualizziamo la materia.
Attivare il Sesto Senso
Cerco con semplicità di trasferire la possibilità data a tutti di andare in estasi per meraviglia o per dolcezza, per vedere oltre ogni oltre. Quando ci mettiamo rilassati ed in ascolto, tutto arriva, ricordi utili, immagini anticipate, dettagli coscienziali, premonizioni, visioni… Stiamo parlando di attivare quel tanto citato sesto senso non per parlare con i defunti, ma per parlare con la Coscienza che è l’invisibile.
Tutto ciò per diventare come Neo (protagonista del film “Matrix”) che vede tutto come informazione e quindi vede l’invisibile all’occhio umano, riconosce che tutto esiste e che tutto non esiste allo stesso istante. Essere trasparenti, onesti con sé stessi, genuini ci induce a diventare uomini e donne invisibili, inattaccabili, captatori, lettori del grande Invisibile.
“Nella Fonte furono create tutte le cose nei cieli e nella terra, quelle visibili e quelle invisibili”. Captare il bianco, ma anche il nero, e soprattutto trasformarlo in noi stessi, per integrare entrambe gli aspetti, ci permette poi di diventare così sottili, fisicamente, mentalmente e spiritualmente, per essere l’invisibile.
Articolo di Emiliano Moroni (Counselor Sistemico e Life Coach)
Fonte: https://www.karmanews.it/46541/ma-tu-sei-connesso/
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