Religione e Spiritualità
di Redazione Web Macro
Mai come nella nostra epoca si e assistito a uno spettacolo tanto strano, a una cosi confusa commistione tra Religione e Spiritualità. I due termini sono sinonimi? Religione e spiritualità sono davvero la stessa cosa, come ancora in molti oggi continuano a sostenere?
La risposta secondo Vittorio Marchi è No! Orizzontale è il percorso descritto dalla religione, verticale quello descritto dalla spiritualità. La vertigine di scoprirsi Dio racconta la storia, l’evoluzione e le conseguenze di questa menzogna a cui fin da troppo tempo ha creduto l’essere umano. Fa parte della collana Scienza e Conoscenza.
Dov’è Dio se non Dentro di Noi?
Baruch Spinoza, celebre filosofo del 600 scriveva: “La non conoscenza crea la religione che onora il Dio trascendente”, mentre la conoscenza genera la spiritualità che apre la mente chiusa verso il “Dio” reale.
Émile Durkheim, sociologo, antropologo e storico delle religioni, affermava, nel 900: “La religione è una cosa eminentemente sociale e quindi non ha nulla a che vedere con la spiritualità”.
Principi che da ieri a oggi si scontrano con i dogmi della chiesa cattolica romana e le sue dottrine, secondo cui fuori della Chiesa cattolica apostolica romana nessuno può salvarsi, come nessuno poté salvarsi dal diluvio “fuori dell’Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa”.
Dove sta la verità? Secondo Vittorio Marchi se questi dogmi hanno ancora buon gioco sulla psiche del devoto o del credente è perché la coscienza religiosa della maggior parte della gente ha caratteri infantili e non analizza a sufficienza il fatto che le istituzioni religiose e/o ecclesiastiche sono opera dell’uomo religioso e non di un “maestro divino” e pertanto, come tutte le cose del mondo, sono soggette a corruzione e degrado.
Una delle ragioni, forse quella essenziale, per cui Marchi ha deciso di scrivere questo libro, è scaturita dalla necessita di far luce sulla intollerabile ingiustizia subita da quei pochi uomini rivoluzionari andati più volte incontro, nel corso della loro vita, all’accusa di essere persone sostanzialmente eretiche e/o atee. Da Bruno a Galileo, le grandi menti scientifiche sono state spesso additate e condannate dalla Chiesa come eretiche e atee, ma la religione non ha nulla a che fare con la spiritualità.
Riportiamo le parole di Albert Einstein che ci sembrano, in questo contesto, molto significative: “La più bella e profonda sensazione che noi possiamo provare è la sensazione del mistico. E questo misticismo è ciò che sta alla base di tutta la vera scienza. Se esiste un concetto come quello di Dio, allora è un sottile spirito, non l’immagine dell’uomo che così tanti hanno fissato nella loro mente. Nella sua essenza, la mia religione consiste in una umile ammirazione per questo infinito superiore spirito che rivela sé stesso nei minimi dettagli, che noi siamo capaci di percepire con le nostre deboli e fragili menti”.
Scienza e Misticismo
A Vittorio Marchi, uomo di scienza, spetta senz’altro il merito di aver riabilitato e incluso nelle sue indagini il concetto di spiritualità, al punto che scientifico, sembra essere proprio quel connubio tra fisica e metafisica che porta al vero, identificato da Marchi come l’UNO.
Chi ha stabilito che questi due aspetti della realtà non siano inseparabilmente integrati in una stessa (divina) unità? Questo assunto fobico, purtroppo, è stato quello che ha portato alla follia le masse: la religione al fanatismo e la scienza alla distruzione.
Tra Religione e Misticismo (spiritualità) esiste una differenza abissale, che conduce verso due orizzonti opposti: uno esterno all’uomo e uno interno. La scienza non potrà mai andare d’accordo con la religione, ma concorderà invece con la ricerca spirituale. Ogni religione parla di un Dio ente, locale, topograficamente misterioso e trascendente, addirittura antropomorfo, per quanto riguarda la nostra (si pensi alla Cappella Sistina). La spiritualità invece parla di Divinità e la divinità non è affatto avulsa dal mondo scientifico. La religione ci guida a cercare Dio fuori da noi. La spiritualità invece fa l’esatto contrario: ci orienta a cercarlo dentro di noi.
Dice il sufi: “Ti ho cercato all’esterno, ho costruito monumenti in tuo onore, ho alzato cattedrali e pinnacoli, per giungere fino a te. Ho superato i deserti e gli oceani, ho esplorato la terra e il cielo, e non sapevo, né potevo immaginare che Tu eri dentro di me”.
Oggi persino le neuroscienze e la fisica quantistica, con un ritardo di 5.000/7.000 anni rispetto ai testi himalayani, si sono accorte che Osservatore e Osservato sono la stessa cosa, cioè fatti della stessa essenza universale.
Il misticismo ci apre la strada alla fisica e a sua volta questa ci aiuta a comprendere il misticismo e il simbolo mitologico. Se infatti il compito della fisica e quello di aiutare l’uomo ad avviarsi sulla strada di una nuova conoscenza, la funzione della spiritualità è quella di rendere consapevole ogni uomo della sua dignità divina.
Potremmo dire che lo scienziato e il mistico percorrono il medesimo sentiero per giungere al medesimo obiettivo: portare l’uomo a comprendere chi è veramente.
Anche Dio è Ateo
L’uomo che si è riconosciuto in Dio, non ha più bisogno di credere in Lui. È Lui e basta. Giovanni Papini, scrittore e aforista italiano nel suo Memorie d’Iddio (che gli costò un processo per oltraggio alla religione), scriveva “Dio è ateo”. Era ateo Gesù quando diceva: “Io e il Padre siamo UNO” (Gv 10,30). Aveva bisogno Gesù di credere in Dio, se già lo conosceva e se già sapeva di essere Lui?
Siamo tutti atei, non in senso religioso come intende la dottrina della chiesa tradizionale, ma in senso spirituale, come diceva Gesù: “Io e il Padre siamo UNO”. Se lo è Gesù, lo è qualsiasi altro fedele, altrimenti Gesù non avrebbe detto: “Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda”.
In un mondo in cui si dicono molte bugie e menzogne, la verità fa scandalo. Vero è invece che la verità parla attraverso una sola voce. Siamo noi che abbiamo poche orecchie per ascoltarla. “Io sono Dio, ma anche tu lo sei: devi solo diventarne consapevole”. Certo, la cosa crea turbamento, ma la vertigine passa quando si capisce che il messaggio significa: “La nostra essenza è la stessa”.
Articolo della Redazione Web Macro
Fonte: https://www.gruppomacro.com/blog/nuove-scienze/religione-e-spiritualita
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Vittorio Marchi presenta uno studio rigoroso e appassionato sul divino e sul ruolo che esso ha nella vita di ogni singola persona. Le teorie sostenute dall’autore hanno caratteristiche universali e si rivelano emblematicamente in una domanda: dove possiamo cercare Dio, se non esiste luogo dove egli non è? Abbiamo cercato per secoli nelle cattedrali, nelle sinagoghe, nelle chiese e nelle parole degli uomini. Solo la fisica e la metafisica nel connettersi possono individuare la risposta. La ricerca è dentro di noi e, superata la vertigine, il turbamento di chi è avvezzo a vivere in un mondo di illusioni, potremo comprendere appieno la verità sull’uno, su noi e la nostra imprescindibile umanità: siamo il contenitore e il contenuto, l’artista e l’opera d’arte, Dio e il bisogno del divino.
Solo fino al 29 Agosto
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