Sesto e Settimo Chakra: intuizione e unione con l’Universo
di Rita Modica, insegnante di Yoga e di Rebirthing
Nella tradizione tibetana, il VI e il VII Chakra sono collegati. Il VI chakra è posto al centro della fronte, il VII al centro del capo ed è definito ‘chakra corona’ proprio perché è nel coronale.
Sesto Chakra, terzo occhio: l’intuizione
‘Ajna’ è il VI chakra ed è il centro dell’intuizione. Ajna significa infatti “visione interiore”. Quando è ben funzionante, “il terzo occhio” è aperto e quindi riusciamo ad avere le giuste intuizioni e molto discernimento nelle scelte e nella percezione della realtà. È anche collegato all’immaginazione creativa, alla chiarezza, al “sesto senso”.
Quando Ajna è sviluppato, abbiamo una visione chiara dell’esistenza, una percezione “pulita” della realtà. Vediamo con occhi nuovi, senza il filtro dei nostri schemi mentali e delle nostre paure. Le intuizioni sono giuste ed immediate, perché la mente non interferisce.
Squilibri del VI chakra
Ajna non funziona correttamente quando il lavoro intellettuale soverchia il lavoro interiore. La persona sarà egoista e presa da se stessa, incapace di “vedere oltre”. Avrà difficoltà a relazionarsi con gli altri e tenderà a confondere la realtà con l’immaginazione. Non avrà le giuste intuizioni e la sua mente predominerà su tutto il resto. Potrebbe essere una persona molto attaccata ai suoi principi ed aver paura di esplorare nuove realtà, che siano al di fuori di ciò che “percepisce” con i suoi cinque sensi.
A livello fisico, potrebbe essere mentalmente iperattiva e magari soffrire di insonnia, stanchezza oppure avere scarsa memoria. Si mostrerà attaccata alle proprie idee, per paura di ciò che non conosce e non comprende razionalmente, quindi si mostrerà, in generale, molto rigida. Potrebbe soffrire di mal di testa o disturbi alla vista.
Settimo Chakra: il ‘loto dai mille petali’
Questo è il significato di ‘Sahasrara’, il nome in sanscrito del VII chakra, posizionato nel coronale, esattamente sulla sommità del capo, dove si trova la “fontanella” dei neonati. Quando Sahasrara è aperto, diventiamo un tutt’uno con la nostra essenza e con il Tutto. Non ci sarà più separazione, dualità. Questo traguardo sarà frutto di un costante lavoro su noi stessi, in cui avremo superato l’ego e saremo riusciti a dominare la mente.
Il VII chakra è la nostra connessione con l’Universo, con il Divino. È il traguardo per giungere alla realizzazione, all’illuminazione. A livello fisico, si dice che il VII Chakra controlli il nostro cervello e il sistema nervoso.
Come il I Chakra della radice, detto ‘Muladhara’ ci collega con la terra e con il piano materiale, Sahasrara ci collega con il cielo, con il Divino, con la parte spirituale. Quindi se il VII Chakra è equilibrato sentiamo di essere un tutt’uno con tutti e con il Tutto.
Squilibri del VII chakra
In questo caso, percepiremo l’opposto, quindi un senso di separazione e di solitudine. Ci sentiremo esclusi, spesso avremo un atteggiamento vittimistico, non comprendendo l’interdipendenza fra noi e gli altri, tanto meno percepiremo un senso di spiritualità ed unione con Dio o con l’universo.
A livello fisico, si potrebbe incappare in problemi quali cefalea, Alzheimer, morbo di Parkinson, ictus. Il corpo, attraverso una patologia specifica, comunica. Comunica il disagio dell’anima che non viene alimentata e che necessita di nutrimento spirituale e di scambio continuo con gli altri esseri.
Per vivere con gioia ed armonia, con pienezza ed equilibrio, alimentando relazioni sane ed edificanti, occorre necessariamente fare un lavoro su se stessi. Sono molte le pratiche che ci mettono in contatto con la nostra essenza: yoga, meditazione, rebirthing, tai chi ecc. Occorre solamente trovare il mezzo giusto per alimentare la propria anima.
Articolo di Rita Modica, insegnante di Yoga e di Rebirthing
Fonte: http://www.benesserecorpomente.it
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