“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”
di Moksha
E se quella che crediamo realtà fosse sogno? Cosa ci dà la certezza che non lo sia? In fondo, mentre stiamo sognando, durante lo stato di sonno e fino a quando non ci svegliamo, tutto ciò che avviene nel sogno, ha per noi la stessa realtà di ciò che avviene nello stato di veglia.
I luoghi, le persone, i suoni, i pensieri, le emozioni che viviamo nel sogno ci appaiono “reali”, fino a quando, al risveglio, ci rendiamo conto che tutto quello è accaduto nel sogno, tutto ciò che vi abbiamo incontrato, vissuto, sperimentato, in realtà è “fatto” di quella che potremmo definire “materia onirica”, o, con le parole di Shakespeare, “sostanza di cui sono fatti i sogni”.
Il messaggio della “Non-Dualità”, che ha cambiato la mia vita, per come l’ho recepito, ci guida verso la comprensione dell’unica Realtà; ci aiuta a riconoscerla, per scoprirla diversa da come la pensiamo; ci conduce a realizzare quanto siano ingannevoli le credenze che abbiamo costruito intorno ad essa, a renderci conto di come, incomprensibilmente, tali credenze non siano da noi mai messe in discussione e nessuno mai ci inviti a farlo.
È un messaggio che ci porta a esplorare le convinzioni che possediamo sulla realtà, smettendo, finalmente, di darle per scontate. Ci stimola ad affrontare le nostre opinioni, i concetti su cui basiamo le nostre certezze, alla luce della nostra esperienza vissuta, non in base a costruzioni teoriche divenute pressoché inconsapevoli; ci spinge ad individuare i falsi presupposti che condizionano la nostra visione del mondo, su cui basiamo le nostre credenze sulla realtà e che non riconosciamo ingannevoli, soltanto perché non ci viene neppure in mente di poterli mettere in discussione, tanto è solida e radicata la loro presenza nel nostro pensiero e nello sguardo che rivolgiamo all’esistenza.
La scoperta dell’inconsistenza e dell’infondatezza delle premesse su cui basiamo le convinzioni che possediamo su ciò che siamo, sul mondo che ci circonda, su cosa sia la vita, su quale sia il suo significato, ci conduce a sollevare il velo che copre la vera natura del Reale, dissolvendo lo stato d’ignoranza in cui siamo immersi e che provoca tutta la nostra sofferenza emotiva e psicologica.
Uno dei modi in cui l’esperienza di “Comprensione della Realtà” (più comunemente conosciuta come “Illuminazione”), viene descritta dalla “Non-Dualità”, è attraverso il paragone con il momento del risveglio dal sogno notturno (“Risveglio” è un altro termine con cui viene indicata questa particolare “esperienza” in campo spirituale) quando, alla fine dello stato di sonno, svegliandoci insieme al ricordo del sogno in cui eravamo immersi, emerge in noi, con indubitabile chiarezza, una diversa consapevolezza rispetto a ciò che, durante il sogno, avevamo giudicato “reale”.
Nel momento del risveglio ci appare chiaro che tutti gli oggetti apparsi nel sogno, tutte le esperienze vissute, le persone incontrate, i luoghi visitati, i sentimenti provati, i pensieri pensati, tutto ciò che nel sogno abbiamo percepito distinto e separato (una montagna diversa dal mare, un cane diverso da una nuvola, io diverso da altre persone, etc…), in realtà era “fatto” della stessa identica materia, potremmo dire, usando la meravigliosa espressione shakespeariana, era “fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni”, pur apparendoci, al contrario, fatto di materiali e forme diversi e distinti, esattamente come ogni cosa ci appare diversa e distinta, nella forma e nella materia, durante la vita di veglia.
La “Non-Dualità” ci dice che il vissuto sperimentato nel particolare momento del risveglio dal sogno notturno, è simile e paragonabile a quello che ognuno di noi può vivere, in modo improvviso o, più spesso, graduale, con l’emergere della Comprensione (si potrebbe anche dire “del Riconoscimento”), di quale sia la natura della Realtà, di cosa sia Ciò di cui siamo fatti e di cui tutto è fatto, di chi siamo, invece di chi crediamo di essere.
Tale “Comprensione” non può essere raggiunta in modo completo dalla mente, non è una conquista intellettuale, non è una filosofia, non è rappresentata da “nuovi concetti che sostituiscono vecchi concetti” anche se, come credo sarà presto evidente, la mente non “rinuncerà” facilmente al desiderio di capire e di afferrare proprio quella comprensione che sembra “sfuggirle”.
La “Comprensione definitiva della Realtà” (Realizzazione del Sé, Illuminazione, Risveglio, Liberazione) può essere soltanto “vissuta”, “sperimentata”, “riconosciuta”, può soltanto “accadere”, proprio come accade, spontaneamente, che ci si risvegli dal sogno.
Nulla di ciò che appartiene alla dimensione “limitata” che chiamiamo “esistenza”, il periodo di tempo che intercorre fra la nascita e la morte, e che, in queste righe, stiamo paragonando al sogno notturno (quindi, portando avanti la metafora, nulla di ciò che appare nel sogno), potrà mai “afferrare” in modo completo, potrà capire essenzialmente, ciò che non ha limiti, né nel tempo, né nello spazio, ciò che è eterno ed infinito, ciò che dà vita al sogno e di cui il sogno è fatto, ciò che scopriremo essere la nostra Sostanza, così come la Sostanza del tutto.
In altri termini, la mente, con i suoi pensieri, le sue immagini, le sue parole, così come tutto ciò che accade durante l’esistenza, possiedono la caratteristica di essere limitati, di avere confini. Al contrario, ciò da cui questa esistenza scaturisce, ciò che è “Sorgente e Sostanza” di tutto ciò che è, non ha limiti, non ha confini, non ha inizio e non ha fine, e, per questo, non può essere totalmente compreso dalla mente, non può essere descritto compiutamente dalle parole, da quella e da queste può soltanto essere “avvicinato” e “indicato”.
La mente, quindi, non può comprendere la natura della Realtà, ma, e questo è altrettanto vero ed importante, non è “altro” da essa, accade in essa ed è fatta di essa, esattamente come tutto ciò che esiste; nello stesso modo, tutti gli elementi che appaiono nel sogno notturno (personaggi e menti compresi) non sono “altro” da, accadono nella, e sono fatti della coscienza del sognatore.
Tutto ciò che esiste è Coscienza, la “Materia” infinita ed eterna in cui e da cui tutto accade. È stata definita in molti modi: Coscienza, Consapevolezza, Essenza, Dio, Sorgente, Uno, Sé, etc., ma come sto cercando di sottolineare, nessun termine, nessuna definizione, potrà mai corrispondere e spiegare in modo esauriente ciò che dalle parole può essere soltanto “suggerito”.
Ci sono, tuttavia, termini, immagini, pensieri, oggetti, esperienze, che, pur appartenendo alla dimensione limitata dell’esistenza (pur appartenendo al sogno), mantengono una particolare “vicinanza” alla Sorgente illimitata da cui emanano, possiedono una qualità di “trasparenza” in grado di lasciar intravedere lo Sfondo infinito da cui provengono e a cui si sovrappongono.
Le parole che sto scrivendo in questo spazio mi auguro possiedano tale qualità, e possano, per questo motivo, “facilitare” la Comprensione di ciò che siamo. Sono parole mosse dalla Consapevolezza che soltanto attraverso questa Comprensione, ognuno di noi potrà arrivare a vivere la pacificante e liberante certezza di essere la Felicità che sta cercando.
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” (William Shakespeare, “La Tempesta”, Atto IV)
Articolo di Moksha
Fonte: http://www.ilsognodellessere.it/il-sogno-dellessere/
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