Strumenti del Male, Strumenti del Bene
di Francesco Lamendola
Il bene e il male di origine umana non sono solamente frutto di comportamenti quotidiani o di slanci improvvisi, non scaturiscono solo da atteggiamenti spontanei: esiste il modo di organizzarli, disciplinarli e moltiplicarne l’efficacia.
L’uomo moderno, figlio di una civiltà materialista (e già questa è un’insanabile contraddizione: non è mai esistita, prima di essa, alcuna civiltà materialista) si è scordato, fra le altre cose, di una verità molto semplice: che nessun uomo, contrariamente a ciò che dice uno dei primi filosofi della modernità, G. W. Leibniz, è una monade senza porte e senza finestre.
Nessun essere umano vive per se stesso, chiuso e isolato nella propria bolla esistenziale, separato dagli altri; tutto al contrario, non c’è nulla di ciò che egli fa, dice e perfino di ciò che pensa e sente, che non entri nel circolo della vita universale e non agisca, e sia a sua volta agito, dalla vastissima e complessa trama energetica e spirituale che si crea dall’interazione incessante degli enti. La quale interazione, dal punto di vista morale, non è mai neutra, né a somma zero: al contrario, è orientata verso il bene o verso il male, a seconda che prevalgano i sentimenti, i pensieri, le parole e le azioni buoni o quelli malvagi.
L’uomo moderno, scettico e materialistica, sorride di ciò, ma il suo sorriso è figlio di una grossolana ignoranza e di una pressoché totale, quasi inconcepibile inconsapevolezza. E così come egli non sa, perché lo ha scordato, che la vita ha un’origine ben precisa, un senso ben preciso, uno scopo e una meta ben precisi, allo stesso modo egli non sa, perché lo ha scordato o perché non lo ha mai saputo, che il mondo visibile e materiale è circondato e avvolto da una quantità di mondi spirituali ed energetici, pervasi da forze buone e maligne, che ciascuna creatura vivente contribuisce a creare e dalle quali, a sua volta, è direttamente o indirettamente influenzato – fatto salvo il libero arbitrio, cioè la capacità dell’uomo di scegliere liberamente il bene o il male, sia pure, talvolta, in presenza di forti pressioni e condizionamenti.
Solo un grossolano materialista, ignorante e inconsapevole, può pensare davvero atori che si uccidono fra di loro, o di condannati che vengono divorati dalle belve feroci, o crocifissi, o bruciati vivi, sia neutra, e perciò paragonabile a quella che regna in una cattedrale durante la santa Messa, specie nel momento della massima concentrazione interiore e della più intensa preghiera, quello della consacrazione del pane e del vino e della loro trasformazione nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo.
È evidente, per chi consideri le cose da una prospettiva più ampia e aperta al trascendente, che nelle due diverse situazioni regnano due atmosfere completamente differenti: carica di odio, crudeltà, sadismo, sofferenza e disperazione l’una; satura di spiritualità, di elevazione, di pensieri buoni e di sentimenti orientati al bene, la seconda. E non parliamo solo di atmosfere psicologiche, ma anche di realtà concreta (concreto non è sinonimo di materiale e tanto meno di visibile: sono tante le cose reali e concrete che noi non vediamo!) energetica e vibrazionale: perché le emozioni, i sentimenti e i pensieri negativi, pervasi da angoscia e cattiveria, viaggiano sulle basse frequenze, mentre i sentimenti, le emozioni e i pensieri positivi, generosi e disinteressati, creano un campo energetico di alte frequenze. È perciò la stessa differenza che si può creare fra una chiesa ove le note sublimi dell’organo spandono una fuga di Bach, e un mattatoio nel quale vengono sgozzati, a ritmo industriale, decine e centinaia di mucche, di manzi e altri animali da allevamento; perché anche gli animali, specialmente quelli superiori, emettono onde energetiche e sono sensibili, in una certa misura, agli influssi del bene e del male.
L’uomo moderno è ormai abituato, fin da piccolo, a vivere perennemente immerso in un’atmosfera di basse frequenze: pessimi programmi televisivi, digeriti per molte ore al giorno, tutti i giorni; film carichi di violenza e di sessualità animalesca; concerti di rock duro o musiche heavy metal ascoltati in qualunque luogo con le cuffie e che sono, in realtà cacofonie sgradevoli, e talvolta orripilanti, fatte di suoni disarmonici e di parole blasfeme, feroci, sataniche; lettura, per i più piccoli, di fumetti che trasudano immagini e situazioni di orrore e di morte, con corpi straziati e smembrati, vampiri e lupi mannari scatenati; stampa e letteratura che cavalcano continuamente, per basse ragioni commerciali o rispondendo a un perfido disegno mondiale concepito dai Padroni Occulti, le passioni più disordinate, l’adulterio, l’incesto, la perversione in tutte le sue possibili varianti, l’omicidio, la menzogna: tutto questo rende la società moderna molto simile a una bolgia infernale o, se si preferisce, a quella terra desolata, dagli accenti e dalle atmosfere danteschi, magistralmente descritta nei versi del poeta T. S. Eliot.
Ne consegue che fare il bene o fare il male, compiere un’azione buona oppure una cattiva, non è cosa che riguarda solo la realtà individuale dei soggetti che sono direttamente protagonisti o comunque coinvolti, in tali situazioni. Immaginiamo, per esempio, una rapina al supermercato, nella quale il commesso tenta di opporre resistenza e il rapinatore, forse sotto gli effetti di qualche sostanze stupefacente, non esista a premere il grilletto, e lo uccide, per portarsi via una somma in realtà modesta.
Ebbene: in gioco non vi sono solo i sentimenti, i pensieri e il destino del rapinatore e del rapinato, ed eventualmente, ma in misura marginale, delle persone che hanno assistito, spaventate e impotenti, alla rapina e al delitto. Certo, se fra quelle persone c’è un bambino di pochi anni, è possibile che quella scena terribile si imprima per sempre nella sua memoria e che condizioni tutta la sua vita, o con delle patologie di tipo ansioso, o con una generale predisposizione al pessimismo, alla paura, alla diffidenza verso il prossimo. Questo ci fa già intravedere le conseguenze di più ampia portata che quella rapina finita male possono avere su una cerchia più ampia di persone.
Forse il commesso aveva moglie e figli, e quindi ci saranno una vedova e degli orfani che resteranno segnati per sempre da ciò che è avvenuto al supermercato, nel giro di pochi minuti, o di pochi secondi, di un giorno qualsiasi, in cui il marito o il padre si era recato al lavoro come ogni altro giorno, ma da cui non ha mai più fatto ritorno. Poi c’è la famiglia dell’assassino; forse una vecchia madre che ne avrà il cuore spezzato; e che dovrà anche assistere, forse, al processo e alla condanna di suo figlio, e avere l’anima lacerata fra il desiderio di protezione verso il figlio, che forse ha avuto un’infanzia difficile, o al quale lei stessa non ha saputo dare l’amore necessario, e l’istinto della giustizia, che reclama i suoi diritti anche nei cuori più induriti e negli animi più egoisti. Poi ci sono i nipoti: la terza generazione della vittima e del carnefice.
E poi ci sono tutte le altre persone che, indirettamente, entreranno a far parte di questo movimento di forze energetiche e spirituali. La figlia della vittima, ad esempio, che all’epoca del fatto era una bambina di cinque anni, divenuta grande, potrebbe sviluppare una sindrome masochista, cacciarsi in situazioni sentimentali disastrose e finire vittima di amanti brutali, che la maltrattano fisicamente e moralmente, fino a ridursi a uno straccio umano, senza alcuna stima di sé, senza rispetto della propria persona e della propria vita, continuamente tentata dall’idea del suicidio, o portata a rifugiarsi nella doga o nell’alcol. Intanto i suoi figli, se ne avrà, cresceranno fra una madre depressa e sbandata e un padre violento e insensibile. E così il cerchio si allarga. Ogni sindrome masochista attira immediatamente un predatore, cioè un soggetto sadico, e la catena del male, della negatività, della sofferenza, si perpetua nel tempo, inesorabile, una generazione dopo l’altra. Alla fine, questa catena si salda a cento, mille altre catene o sequenze energetiche, e concorre alla totalità della sfera energetica globale.
Lo stesso discorso, ma all’incontrario, grazie a Dio, vale per i sentimenti i pensieri, le parole e le azioni di bene. Anch’essi non restano isolati, ma tendono a espandersi; e anch’essi formano una catena, una serie di catene, che s’incontrano e s’intrecciano, e si potenziano a vicenda con le forze positive mentre entrano in conflitto con quelle negative.
Attenzione: non stiamo parlando solo di “atmosfere” o “sensazioni”, ma di energie reali, concrete, talvolta perfino tangibili: come è tangibile il fatto che una madre che ama profondamente suo figlio, e lo vede sul punto di rimanere schiacciato sotto un pesante veicolo, ebbene quella madre, che peserà forse cinquanta chili, in tale situazione afferra il cofano dell’automezzo, cioè di un oggetto pesante alcune centinaia di chili, e lo solleva come se fosse un fuscello, per quei secondi, o frazione di secondi, che permettono al bambino di uscire da quella pericolosissima situazione e mettersi al sicuro.
Come si spiegano fatti del genere? Sul piano strettamente materiale e muscolare, sono inspiegabili: una persona di cinquanta chili non può alzare un oggetto di una tonnellata. Per la stessa ragione, un monaco che fa penitenza nel deserto non può vivere due o tre settimane senza mangiare o senza bere: questo dice la fisiologia, questo dicono le nostre conoscenze scientifiche: cioè di una scienza materialista e sostanzialmente miope, non della vera scienza, che conosce benissimo il gioco delle forze sottili e non solo non si stupisce, ma sa anche spiegare fatti del genere. Solo che non può riprodurli in laboratorio, e ciò fa sì che essa non venga riconosciuta come “scienza” dagli scienziati di oggi, per i quali è vero solo ciò che può essere riproducibile, come un esperimento di ottica, di meccanica o di chimica.
Il bene e il male di origine umana non sono solamente frutto di comportamenti quotidiani o di slanci improvvisi, non scaturiscono solo da atteggiamenti spontanei: esiste il modo di organizzarli, disciplinarli e moltiplicarne l’efficacia. La preghiera, e specialmente la preghiera comunitaria, possiede una forza immensa di propagazione del bene. Purtroppo esiste anche il modo di moltiplicare gli effetti del male: la magia nera, la messa nera, le stesse sedute spiritiche svolgono la funzione di catalizzare le forze del male.
I fenomeni paranormali come la bilocazione hanno origine dalla forte spiritualità di certi soggetti (si pensi alle bilocazioni di san Pio da Pietralcina); la comparsa di oggetti, sassi, forbici o quant’altro, durante le sedute spiritiche, attesta che sono in gioco delle forze preternaturali, tendenzialmente non buone; infine certi delitti particolarmente efferati, nei quali il carnefice afferma di aver udito delle “voci” che gli ordinavano di fare quel che ha fatto, possono essere la spia di un’azione malefica scientemente organizzata dall’esterno.
I poteri dei santi e i poteri degli stregoni rinviano a una sfera energetica che non è solo di questo mondo. Finora abbiamo parlato (o alluso, perché un discorso completo richiederebbe un’intera biblioteca) di energie, vibrazioni, frequenze, corpi sottili: e questo è il livello successivo al livello meramente materiale. Ma naturalmente c’è un livello assai più alto, che è quello del soprannaturale (verso l’alto) e del preternaturale (verso il basso): il livello degli Angeli e quello dei demoni.
È tempo perciò di unire quel che abbiamo detto sulla proprietà di espandersi delle azioni buone o cattive a questo livello, che scavalca del tutto la dimensione materiale dell’esistenza. Il principio generale è molto semplice: ogni azione buona, ogni parola buona, ogni pensiero buono, sono incoraggiati, suscitati, accompagnati, sostenuti dalle forze del Bene; ogni azione malvagia, ogni pensiero negativo, ogni parola cattiva, sono suscitati, stimolati, manipolati, diretti, delle forze del Male.
La lotta tra le due realtà è una lotta cosmica, e la parte che a noi si manifesta è solo quella più bassa e materiale. Per questo la vita buona si predispone e si alimenta con la preghiera e con la costante dedizione a Dio: senza il sostegno divino, alla fine le forze del Male prevalgono, perché l’uomo, da solo, anche l’uomo più virtuoso, finisce per soccombere.
Ai “figli delle tenebre” il diavolo conferisce capacità e di poteri che, sul piano grossolano e materiale, superano di gran lunga quelle dei buoni. Ma se i buoni scelgono di affidarsi a Dio, liberandosi dalla pericolosa illusione di poter fare da soli, allora vengono rivestiti di una corazza soprannaturale che li rende invincibili, e contro la quale tutte le armi del male, comprese le fatture di morte e i sortilegi della magia nera, s’infrangono e tornano indietro, colpendo il malvagio che ha voluto servirsene. Perché quando una forza spirituale, positiva o negativa, viene messa in movimento, prima o poi essa arriva al suo fine: nessuna forza spirituale decade e si esaurisce spontaneamente; nessuna scompare nel nulla.
Per questo san Paolo, in un passo famoso della Lettera agli Efesini (6, 10.18), scrive: “10 Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. 11 Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. 12 La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. 13 Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. 14 State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, 15 e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16 Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. 18 Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi”.
Articolo di Francesco Lamendola
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