Olismo contro Meccanicismo
Da quando abbiamo coscienza di noi stessi, il conformarsi a norme, regole e tradizioni è sinonimo di normalità e adeguatezza. Un atteggiamento non sempre consapevole che, una volta interiorizzato, spesso induce a prendere le distanze da qualsiasi idea, concezione o persona si dimostri “fuori dalle righe”.
Va da sé che imbrigliando e distorcendo il potere critico con un simile approccio alla vita, l’unica garanzia risultante per la comunità che lo prescrive, è quella di perpetuare in modo automatico il suo regolato e apatico procedere. Questa visione conservatrice, ormai così incistata nel nostro folclore, determina il più delle volte preconcetti stereotipati e, di conseguenza, ciò che è socialmente accettabile, differenziando gli individui tra retti e reietti, affidabili e inaffidabili, limitando la creatività del singolo, se non addirittura il progresso della specie. Insomma, una condotta che inibisce la sperimentazione del nuovo, intesa come pionieristica volontà di approfondire e valutare altri punti di vista. Non di rado, invece, e questo ce lo ha insegnato la storia in molteplici occasioni, l’anticonformismo alimenta quella particolare scintilla che consente di rompere gli schemi, per generare audaci e proficue rivoluzioni di pensiero…