Pensiero, Convinzione e “Fede”
di Mariabianca Carelli
La “pratica” del pensiero porta via via a formare delle “convinzioni”, sulle quali spesso basiamo i contenuti del nostro mondo interiore, le nostre vite e le nostre scelte. Nel momento in cui passiamo da una concezione “casuale” dell’esistenza ad una visione “causale”, ricerchiamo una “convinzione” o una “fede” a cui ancorare la nostra responsabilità e il nostro “fare”.
Ci rendiamo conto allora che vi è una convinzione “ereditata dalle convenzioni”, per cui si afferma, in buona fede, di essere convinti di comportamenti, o di attività che, ad un’indagine più approfondita, si rivelano non scelti con consapevolezza, ma solo ricavati e assimilati più o meno acriticamente dal contesto.
Tale è la “convinzione” dell’uomo ai primi stadi del Sentiero, che non possiede una vera e propria individualità autonoma. Ma ci si può avvicinare ad una convinzione più adulta quando, venuti meno gli appigli delle religioni e dei condizionamenti sociali e familiari, ci si ritrova in una terra di nessuno. È allora che si può parlare realmente di “scelte consapevoli”, nate da una convinzione ponderata nell’approfondimento…