Chi medita riduce il dolore, la depressione, i disturbi alimentari, l’ansia…
di Giulia Villoresi
Modificando gli equilibri biochimici del cervello la meditazione mindfulness riduce il dolore e la depressione, combatte i disturbi alimentari, controlla l’ansia. Ecco le ricerche che lo dimostrano.
Dagli anni Cinquanta sono usciti oltre tremila studi scientifici sulla meditazione. Un’antica pratica diventata anche un business miliardario che oggi negli Stati Uniti coinvolge 18 milioni di persone (l’8 per cento della popolazione), con una crescita di popolarità che dagli anni Ottanta non conosce declino, neppure in Europa: una ricerca della parola “meditation” in Google, porta a oltre cento milioni di risultati.
La ragione di un simile successo è stata fotografata da uno studio di Harvard, apparso su Science con un titolo che non lasciava spazio a equivoci: “Una mente distratta è una mente infelice”. Lo studio è del 2010, ma l’intuizione si fa risalire a 2.500 anni fa, quando Buddha, seduto a gambe incrociate sotto un albero, avrebbe preso coscienza della realtà per quello che è, cioè del “qui e ora”, e avrebbe smesso di soffrire per i mali del mondo…