Dove va a finire l’Anima dei Luoghi?
di Francesco Lamendola
I luoghi hanno un’anima: non alla stessa maniera degli esseri umani, probabilmente, forse nemmeno alla stessa maniera delle altre creature viventi, ma è certo che la possiedono, anche se noi non vi pensiamo, comportandoci come se non l’avessero.
Hanno un’anima i luoghi naturali, come le montagne, le foreste, i fiumi; e ce l’hanno i luoghi abitati dall’uomo: una casa, una piazza, una strada. In questo secondo caso, l’anima del luogo è formata anche dai sentimenti, dai pensieri, dalle emozioni di coloro che li abitano attualmente e di coloro che li hanno abitati in passato, generazione dopo generazione.
Vi sono luoghi che hanno un’anima coesa, compatta, uniforme: sono quelli che hanno conosciuto sempre lo stesso genere di abitanti, come l’antica dimora di una certa famiglia, che non ha mai ospitato persone estranee, se non sotto forma di ospiti e visitatori temporanei; e ve ne sono altri che hanno un’anima difforme, complessa, perfino contraddittoria, per esempio, una stazione ferroviaria, in cui si avvicenda continuamente una umanità frettolosa, di passaggio…