Umani con redini e briglie?
di Eros Poeta
Il “morso” è una parte dell’imbragatura che l’animale umano ha studiato, servendosi del suo intelletto analitico, per rendere più controllabile l’animale cavallo, e poterlo dominare senza rischi.
Il morso si afferra ai lati della bocca del cavallo, mediante una forte traversa metallica, operando una pressione regolabile che diviene tanto più dolorosa quanto più l’animale mostra segni di ribellione al dominio.
Se il cavallo fa il bravo, se l’animale mostra di aver accettato “il suo ruolo” di servo, se non ha “grilli per la testa”, se “fa quello che gli si dice”: allora il morso viene allentato, fino al punto di evitargli ogni dolore (sempre ovviamente che l’animale si sia fisicamente adattato a vivere con una sbarra di ferro che gli attraversa la bocca!). Anche i “paraocchi” hanno un’utilità simile, in quanto evitano distrazioni o anche, in altre parole, un incremento di consapevolezza spaziale. Questo infatti produrrebbe come conseguenza l’attivazione di scelte autonome (disobbedienza, dubbio, autodeterminazione…)…