La paura di nuotare contro corrente
Essere accettati dagli altri è una necessità istintiva e intensa. Gli esseri umani sono esseri sociali per natura, desiderosi di integrazione in gruppi di interesse e restii all’emarginazione dagli stessi.
Quando veniamo esclusi, nel nostro cervello si attiva un primordiale stato di allerta. Sappiamo che, da soli, siamo più vulnerabili ad un eventuale pericolo. Da ciò nasce la paura di andare contro corrente e la pericolosa tendenza ad unirci alla massa senza previa riflessioni. Ciò avviene, innanzitutto, perché ci terrorizza l’idea di rimanere fuori dalle dinamiche portate avanti dagli altri; restarne esclusi vorrebbe dire farci cadere nell’ostracismo e, con esso, esporci a pericoli – che temiamo – più grandi di noi.
“Pensare contro la corrente del tempo è eroico: dirlo, una pazzia” – Eugene Ionesco
L’aspetto più preoccupante è che talvolta la grande corrente sociale va contro ciò che è ragionevole e desiderabile. L’esempio più evidente spesso usato in questi casi è quello del nazismo. Molti aderirono a quel movimento malato e disumano solo per paura. Tutti marciavano in quella direzione e, per quanto fosse assurdo, per molti era meglio seguire la corrente che opporvi resistenza.
Esistono anche tante situazioni quotidiane in cui rischiamo di applicare lo stesso schema…