Avere… o Essere?
di Teresa Columbano
Il fare, specialmente teso all’avere, nasconde il desiderio “impossibilitato” di essere.
Le realizzazioni esteriori servono solo ad operare una “compensazione”… anche se temporanea. Tutto viene fatto per un unico scopo: vedersi riconosciuto un valore che altri, o noi stessi, non siamo in grado di darci. In questo modo cerchiamo di lenire un dolore “antico” ed incompreso, ma inutilmente. Nessun bene materiale può infatti sostituire la pienezza dell’essere.
Anzi, proprio la presenza di cose fruibili sembra alimentare il “buco” interiore, rendendoci sempre più voraci, famelici e cattivi. Ogni esperienza, anche la più gradevole, ci scivola addosso senza lasciare traccia. Gli oggetti, tanto voluti, nel momento stesso in cui diventano nostri non ci destano più nessun interesse, così come quella certa posizione di prestigio, quel posto di potere, una volta ottenuti non ci bastano più, anzi ci irrita il solo pensare che tanto abbiamo “lottato per così poco”…